giovedì 30 novembre 2017


Repubblica.itPolitica Dietro i saluti fascisti contro Boldrini spuntano tanti sospetti Inviata su Fb alla presidente della Camera una vecchia foto di parà che fanno il saluto romano. Il post è di una simpatizzante leghista, e tra i sostenitori un imprenditore sospettato di coinvolgimento nel caso Alpi di PAOLO BERIZZI 10 giugno 2017 Dietro i saluti fascisti contro Boldrini spuntano tanti sospetti MILANO - Un gruppo di soldati che fanno il saluto romano. Basco amaranto e divisa mimetica. Come i paracadutisti della Brigata Folgore (estranei alla vicenda). Sotto la foto, la dedica: "Con tanto affetto a Laura Boldrini". E' un post su Facebook, l'ultimo di una lunga serie con destinatario la presidente della Camera. Del messaggio colpisce non solo il contenuto (il saluto romano è vietato da due leggi italiane e, indirettamente, dalla XII disposizione transitoria della Costituzione che bandisce la ricomposizione del disciolto partito fascista). Ma anche altri due particolari. Il primo: circola in rete a pochi giorni dalle polemiche - montate da alcuni giornali - sul fatto che Boldrini non abbia applaudito al passaggio della Folgore durante la parata del 2 giugno a Roma per la festa della Repubblica. Il secondo: tra coloro che per primi hanno condiviso il post - di cui è autrice tal Paola Giacobbi, simpatizzante padovana della Lega Nord - c'è il nome di un imprenditore italiano noto alle cronache. Lui è Giancarlo Marocchino, origini vercellesi, per anni potentissimo a Mogadiscio. Di Marocchino si parlò a lungo (ma non fu mai indagato) per l'omicidio di Ilaria Alpi e Miran Hrovatin il 20 marzo 1994 nella stessa Mogadiscio (una vicenda oscura: gli assassini sono ancora senza nome). Una fonte dei servizi segreti italiani aveva detto che poteva essere lui uno dei mandanti dell'omicidio. Una testimonianza risultata senza fondamento. È certo invece che Marocchino si prodigò per portare in Italia la jeep coinvolta nell'agguato, quella sulla quale avrebbero viaggiato la giornalista italiana del Tg3 e il suo cineoperatore: lo fece su incarico della commissione parlamentare d'inchiesta sulla Alpi (presieduta da Carlo Taormina, allora avvocato di Silvio Berlusconi). Dalle carte desecretate del Noe dei carabinieri nel 2015 emerse inoltre che mentre collaborava con la commissione, Giancarlo Marocchino trafficava per organizzare "navi cariche di camion militari", "gomme triturate" e "acido solforico" da spedire in Somalia per aiutare i signori della guerra. È curioso ritrovare ora il suo nome tra coloro che hanno condiviso il post "politico" contro la seconda carica dello Stato. In generale, la foto del saluto romano collettivo suona come una risposta "mirata". Dopo la recente parata per la Festa della Repubblica, la presidente della Camera era stata oggetto di un'aspra polemica da parte di alcuni giornali di destra: colpevole di non avere applaudito al passaggio dei paracadutisti della Brigata Folgore. Per come sono vestiti - divisa mimetica e basco amaranto - i soldati che fanno il saluto fascista nella fotografia postata su Fb ricordano quelli della Folgore. Si tratta di un'immagine che gira in rete da anni. Nell'aprile del 2016 è stata ripresa anche sul sito del periodico d'area "A tutta destra" a corredo di un articolo dove si parlava del caso di un gruppo di parà che in un video cantava l'inno facista "se non ci conoscete": una vicenda sulla quale lo Stato Maggiore dell'esercito avviò un'inchiesta interna. Tornando al post dedicato "con tanto affetto" a Boldrini, va infine ricordato l'impegno della presidente della Camera sul tema dell'odio che circola sul web e in particolare sui social network. Odio di cui la stessa Boldrini ha denunciato di essere stata più volte vittima (in alcuni post veniva insultata la sorella, morta da anni, ndr).

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