lunedì 27 novembre 2017


R D Repubblica TV 894 La denuncia della Ong: "Soccorsi in mare ritardati per dare priorità ai libici, noi costretti a guardare impotenti" La nave Aquarius di Sos Mediterranèe rientrata a Catania con 421 persone salvate a bordo. "Venerdi abbiamo individuato due gommoni di migranti in difficoltà, ma dall'Italia ci hanno detto di aspettare le motovedette libiche.Sono stati salvati solo dopo quattro ore" di ALESSANDRA ZINITI 27 novembre 2017 La denuncia della Ong: "Soccorsi in mare ritardati per dare priorità ai libici, noi costretti a guardare impotenti" La nave Aquarius (foto dal sito sosmediterranee.org) La nave Aquarius di Sos Méditerranée ha sbarcato a Catania questa mattina le ultime 421 persone salvate nel Mediterraneo in questo weekend di rinnovate partenze dalla Libia e la Ong denuncia: "Noi costretti ad osservare impotenti operazioni dei libici che riportano indietro le persone". L’accusa rilancia quanto avvenuto in questi giorni nel Mediterraneo quando le navi umanitarie ancora presenti, in più occasioni, nonostante avessero individuato gommoni in difficoltà , sono state poi fermate e ricevuto l’ordine di rimanere in stand by perché, nonostante l’operazione fosse in acque internazionali, si è preferito dar priorità alle motovedette libiche anche se queste non erano ancora arrivate. Fortunatamente il ritardo non ha provocato morti. La denuncia della Ong: "Soccorsi in mare ritardati per dare priorità ai libici, noi costretti a guardare impotenti" Venerdi proprio la nave Aquarius è rimasta in stand by per quattro ore a disposizione nonostante avesse individuato due gommoni che navigavano in condizioni di grande rischio. Mentre i migranti disperati chiedevano aiuto. Gli ultimi sbarcati in Italia, 421, sono stati invece soccorsi dalla Aquarius sabato ed erano stipati a bordi di un grosso barcone di legno. Quasi tutti eritrei e somali, il 40 per cento donne. Nicola Stalla, coordinatore dei soccorsi di Sos Méditerranée, racconta: "Abbiamo individuato il gommone che sapevamo, considerate le condizioni meteo e quelle dell’imbarcazione stessa, poteva rompersi e affondare da un momento all’altro. Siamo rimasti pronti ad intervenire con il nostro team e il nostro equipaggiamento professionale. Durante le quattro ore di stand by le condizioni meteo sono peggiorate aumentando cosi il rischio di naufragio". E Sophie Beau, cofondatrice e vicepresidente di Sos Méditerranée international, accusa: "Questo drammatico avvenimento è stato estremamente duro per i nostri team, costretti ad osservare impotenti operazioni che rimandano in Libia persone che fuggono quello che i sopravvissuti descrivono come un vero inferno e che noi non abbiamo mai cessato di denunciare dall’inizio della nostra missione. Sos Méditerranée non può accettare di vedere essere umani morire in mare né di vederli ripartire verso la Libia quando la loro imbarcazione è intercettata dalla Guardia costiera libica. Nonostante le condizioni attuali particolarmente difficili in alto mare il nostro dovere è di restare presenti per soccorrere coloro che cercano di fuggire l’orrore dei campi libici, per proteggerli e per continuare a testimoniare la realtà vissuta da questi uomini, donne e bambini in cerca di protezione".

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