sabato 18 aprile 2020


Intervista a Elisabetta Salvatori. In morte e in vita di Luis Sepulveda

renzia.dinca

Forte dei Marmi-Pisa

La scomparsa di Luis Sepulveda, lo scrittore cileno esiliato in Europa dopo la dittatura di Pinochet per la sua militanza politica a fianco di Salvador Allende (ne era stato da giovanissimo, guardia del corpo) a causa del Coronavirus, lascia un senso di stupore e annichilimento sia in chi lo aveva amato in quanto lettore dei suoi romanzi sia in chi aveva visto in lui un simbolo di resistenza contro le dittature in America Latina. La sua fama in Italia inizia in una fase politica in cui il nostro Paese era sull'orlo di una crisi della democrazia senza precedenti dopo la seconda Guerra mondiale (sullo sfondo del rapimento di Aldo Moro il golpe di Pinochet nel 1973, la repressione di Videla in Argentina, la Grecia dei colonnelli). In quella fase complessa per il nostro Paese molti intellettuali perseguitati dalle dittature del Centro e Sud America trovarono in Italia un Paese d'accoglienza. L'Università di Pisa ospitò docenti e studenti sfuggiti ai regimi provenienti dall' Argentina, dalla Bolivia, dal Cile, da Atene, come più avanti molti palestinesi in fuga da Sabra e Chatila. A Pisa in un comune della provincia: Vecchiano (dove tra l'altro è nato Tabucchi), si formò un forte tessuto politico-sociale che faceva riferimento alla Scuola di don Milani e che ha visto e vede tuttora proseliti ispirati alle figure di Michele e Francesco Gesualdi, fra i primi allievi del prete ribelle di Barbiana.
Lo scrittore Sepulveda era molto amato in Europa e nel nostro Paese sia da lettori forti che da intellettuali che avevano visto in lui, vittima di carcerazione, torture e successivo esilio nel Cile del golpe, una figura di riferimento per la sua storia personale al servizio di cause civili mondiali e per la sua scrittura che incarna uno spirito critico di impegno, solidarietà, lealtà ed amicizia sui temi della giustizia sociale, dell'ambientalismo, della resistenza verso ogni forma di repressione individuale e collettiva. Molti intellettuali pisani uno fra tutti Antonio Tabucchi, ereditò e rese a sua volta unico nelle sue opere letterarie di ambientazione portoghese (una fra tutte: Sostiene Pereira) quel “realismo magico” che in America Latina aveva in Marquez la sua punta massima di fulgore. Sepulveda ha ricevuto il Premio Pegaso d'oro a Firenze nel 2013 nelle mani del Presidente della Regione Enrico Rossi e fu premiato a Prato al Centro Pecci nel 2015 nel corso della Rassegna Uomini di guerra, nel quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini con una motivazione che parla del ruolo della letteratura come denuncia contro i soprusi. Ma l'affiliazione dello scrittore cileno col nostro Paese ha radici più antiche: è nella Versilia dei cavatori del marmo di Carrara, nella storia dell'anarchia che in quelle province fra la costa della Versilia e le Apuane ha un peso importante, una delle sue più corrisposte e intense partecipazioni a riti collettivi di piazza e di condivisioni umane ed amicali. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Salvatori, attrice e autrice che dalle mani di Sepulveda ha creato una riduzione ed adattamento per la scena di una delle sue più famose opere letterarie per l'infanzia: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Guanda 1996) da cui sono stati tratti un film e un cartone animato

Rumorscena: Come e quando ha conosciuto Sepulveda?

Salvatori: Era il 1998. Stavo per andare in Bosnia per tenere un laboratorio di burattini. Vado in libreria perchè volevo portare con me in viaggio un libro. Trovo uno scatolone di libri appena arrivati con in copertina il nome: Sepulveda. Me ne compro uno e lo leggo d'un fiato: era La Storia della Gabbianella. Ho subito capito che quel libro “era stato scritto per me”, per una serie di assonanze autobiografiche personali. Ho creato una riduzione di 15 minuti della storia per la scena. Pochi mesi dopo a Pietrasanta viene invitato Sepulveda per un pubblico incontro dove ho un primo contatto con l'autore. Nel 1999 il 14 Settembre Sepulveda viene invitato a Pietrasanta dal Sindaco perchè insignito di cittadinanza onoraria. Il Sindaco mi aveva chiesto di presentare il mio lavoro nel corso della cerimonia che avveniva nella piazza con un enorme concorso di pubblico. Io mi presentai con baffi da gatto (il gatto Zorba, che era gatto di famiglia di Luis, di sua moglie e dei numerosi figli in casa ad Amburgo) e tutina nera. Dopo oltre due ore a cerimonia quasi finita, Sepulveda mi fa cenno di salire sul palco. Conosceva bene l'italiano (la sua traduttrice lucchese anche di molti autori in lingua spagnola è Ilide Carmignani). Una volta eseguita la mia performance mi disse: Ascoltavo la storia come se non la conoscessi e fosse la prima volta” Io gli risposi: Questa storia lei l'ha scritta per me

Rumorscena: Come è poi arrivata a diventare l'autrice-attrice con centinaia di repliche tuttora in tourneè della Gabbianella?

Salvatori: Qualche mese dopo la cerimonia a Pietrasanta andai a Torino per un provino RAISAT, una registrazione di 33 puntate di GLU GLU RaiSat per i bambini con delle favole che avevo scritto di mio pugno. Eravamo sempre nel 1999. Caso volle che Sepulveda fosse a Torino per incontrare alcuni suoi traduttori. Fu in quella occasione che mi autorizzò con liberatoria a recitare in pubblico la Gabbianella. Mi disse: Mi sa che questa storia l'ho scritta per te

Lo rividi poi qualche anno dopo a Roma, a casa di Gianni Minà in occasione del compleanno del giornalista che tanto conosceva l'America Latina, sua la famosa intervista a Fidel Castro. Mi aveva invitata sua moglie perchè aveva apprezzato il mio lavoro sulle fiabe e sulla Gabbianella. Portai allora come dono di compleanno a Minà la mia fiaba per bambini: Lucio è un Poeta, dedicato a Luis.

Elisabetta Salvatori è attrice e autrice. Nella sua casa di Forte dei Marmi conduce uno spazio teatrale dove recita testi suoi e ospita rassegne di poeti e intellettuali. L'ultimo in ordine temporale una serie di incontri con la spiritualità con interventi di sacerdoti nell'epoca di Papa Francesco


giovedì 9 aprile 2020


Indomabile è la notte- da Prometeo renzia.dinca Prato E' stato l'ultimo lavoro visto al Fabbricone di Prato prima della chiusura per la pandemia di Covid19 questo Indomabile è la notte per l'adattamento e la scrittura scenica da Prometeo di Eschilo di Oscar De Summa, anche regista e interprete. Riletta con lo sguardo di questo presente drammatico sotto la tempesta e le conseguenti macerie che questa “peste” sta portando nel mondo, il monologo finale in forma poetica detto da Marina Occhionero (Premio UBU 2019 come miglior attrice under 35), ha il sapore di una sfida dentro la metafora della rinascita: (…) Che ho paura Ce l'ho Quello si ma me ne dimentico Cannibale di luce Me ne disinteresso (…) Che quando la vita si incastra Allora l'idea della vita Prende il sopravvento. Nella suggestiva lettura molto liberamente tratta dal mito del Titano Prometeo che osa sfidare gli dei rubando il fuoco e ne verrà punito per l'eternità, colpisce l' ideazione dei quattro personaggi in scena: Prometeo è Tea (una fresca ed efficace Marina Occhionero), una ragazza colma di entusiasmo e energia, capace di sfide ma anche di errori per ingenuità e cadute che incarna la giovinezza carica di amor vitae. Epimeteo detto Epi fratello di Tea, è un giovane nerd anche lui soggetto a fascinazioni informatiche (Luca Carbone) che si innamora di Pandora (Rebecca Rossetti) donna smaliziata e sexi conosciuta in chat. E infine L'Aquila in greco Aetos (Oscar De Summa in diversi ruoli) una figura più adulta che riconnette i giovani ad un principio, anche cinico, di realtà. De Summa imbastisce un plot narrativo in più quadri per la scena sviluppando la sua scrittura drammaturgica su personaggi della più consueta attualità, quella dei sempre connessi, quelli della chat, quelli del revenge porn e degli incontri che nascono in chat per poi diventare incontri reali al buio in una interconnessione continua fra realtà e virtualità con tutte le conseguenze pericolose per l'equilibrio psichico e fisico che il mondo della Rete sta portando a galla. Una visione che mette al centro la tecnologia del Web e delle sue infinite variabili e applicazioni che ha modificato e rivoluzionato completamente in pochi anni le vite di ciascuno di noi. Come nel saggio dello storico dell'economia David Landes al centro del suo saggio Il Prometeo liberato vi è la trasformazione del mondo del lavoro ( il saggio prende in esame la rivoluzione industriale dal 1750 agli anni Sessanta del secolo scorso), così De Summa mette in scena la rivoluzione tecnologica che ha caratterizzato il mondo globalizzato da Bill Gates a Zuckerberg attraverso una riduzione schematica di situazioni che restituisce nelle azioni e nei dialoghi fra i diversi personaggi. La scrittura di scena si apre e chiude ad anello con la stessa Tea in un drammatico tentativo di suicidio, salvata dalle parole di Aetòs che la convince a desistere, a tornare al principio di realtà E si chiude con il monologo della ragazza, un lungo monologo sussurrato al microfono, che è un inno alla vita. La notte è buia e non si vede niente. Ma il giorno ricomincia sempre e il fuoco rubato agli dei, il fuoco della luce, della ragione, della conoscenza trionfa mi piace mi piace la mattina quando so rendere poesia ogni mia cicatrice. Il nuovo lavoro di De Summa supportato dai tre attori convincenti lascia qualche perplessità non tanto sul piano della trattazione in scena quanto nella difficoltà per lo spettatore, almeno di coloro che conoscono il testo originario greco, di decifrare i diversi personaggi rispetto alla trama di Eschilo. Ma forse è meglio assistere allo spettacolo senza preconcetti che sicuramente deviano da una ricezione schietta. Del resto è dichiarato fin dal manifesto di sala: Indomabile è la notte. Da Prometeo. L'attualizzazione di temi e personaggi tratti da classici non è mai operazione indolore per un artista eclettico. E se lo spettacolo girerà, come ci auguriamo anche se non sappiamo quando avrà modo e maniera di essere visto, avrà maturato ben altri temi di approfondimento e riflessione: forse l'amore ai tempi del Coronavirus? PRIMA NAZIONALE Testo e regia Oscar De Summa con Oscar De Summa, Marina Occhionero, Rebecca Rossetti, Luca Carbone scene Francesco Fassone Produzione Teatro Metastasio di Prato, Arca Azzurra e La Corte Ospitale Visto al Teatro Fabbricone di Prato, il 1 Marzo 2020