venerdì 3 novembre 2017


Talora con gli occhi del bambino, talora assumendo le forme delle sue creature surreali, Savinio ha sempre comunque indagato il cuore ipocrita del “tipo italiano” ed ha sempre cercato nelle pieghe del sogno, dell’onirico e del visionario una prospettiva nuova per arrivare al cuore di una verità sempre scandalosa e per tanto rivelatrice .Il mio incontro con questo autore già avvenne circa quindici anni fa quando misi in scena un suo divertente testo intitolato la Famiglia Mastinu e nella stessa stagione ideai un lavoro che raccoglieva vari suoi scritti sotto il titolo “Il circo del Signor Dido”. Anni dopo con Marion D’Amburgo attraversammo la spinosa e potente scrittura scenica dell’autore italo / greco, tratta dalla Nostra Anima ( di cui realizzai una versione anche Radiofonica per RaiRadioTre ) e poi di nuovo Savinio toccò le corde del mio intelletto quando realizzai un recital tratto dal suo bellissimo libro : L’infanzia di Nivasio Dolcemare.Insomma per me Savinio resta un incontro folgorante .Questo suo voler disinnescare i meccanismi ipocriti borghesi, familiari è indicatore di una capacità sovversiva che la sua scrittura porta con sé e che oggi può rappresentare uno strumento di conoscenza e osservazione per un cambiamento profondo che la società italiana deve chiedere a sé stessa ; in questo costante “sconfinamento” risiede la ricchezza di senso della scrittura di Savinio. Egli ci invita, con ironia, a dissacrare noi stessi, le regole che come adulti ci siamo dati, conservando quello sguardo bambino, artistico, che possa illuminare il buio “del dolore del presente”Con il sostegno del Teatro di Buti affronto il suo testo teatrale più conosciuto e la prima cosa che di lui lessi ; lo faccio con una grande compagna di viaggio di tante avventure teatrali : Elena Croce.EMMA B VEDOVA GIOCASTA resta il cardine del teatro Saviniano, un punto di arrivo, un sunto della sua poetica ; questo testo, partendo dal rapporto madre / figlio, ridiscute con crudeltà un sistema di relazioni alla ricerca di una possibile verità che travalichi barriere, limiti e confini. " Alessio Pizzech

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