mercoledì 8 gennaio 2020

su ITALIAN POETRY La Poesia Italiana Contemporanea dal Novecento a oggi (www.italian-poetry) appaiono venti poesie di Natale di poeti italiani contemporanei. Sono stati scelti Buffoni, Carpi, Caproni, Cavalli, D’Incà, Fruner, Giani, Guidacci, Merini, Minore, Montale, Nigi, Quasimodo, Raboni, Ruffilli, Saba, Scotto, Spaziani, Ungaretti, Zanzotto. Ecco il mio "Trittico di Natale" che condivido dall'antologia per gli amici di questa pagina con il mio più caro e affettuoso augurio
Renato Minore su L'Espresso- Natale 2017

a breve nuovo libro di Poesia Civile

martedì 7 gennaio 2020

TEATRO DELLE ALBE/ RUMORE DI ACQUE Castiglioncello. Castello Pasquini Monologo serratissimo, intriso di forza evocativa, durissima denuncia sociale, questo Rumore di acque, scritto da Marco Martinelli, anche regista insieme alla compagna storica Ermanna Montanari a cui è stato affidato la cura dello spazio, delle luci e dei costumi. In scena uno straordinario Alessandro Renda, performer dalla vocalità impressionante. Sessanta minuti di apnea, per lo spettatore, rapito dall'ascolto visionario delle parole di un dittatore di una non precisata isola mediterranea- un francobollo d'isolaalle prese con la conta dei morti. I morti sono i morti delle carrette del mare. Quelli fuggiti con mezzi di fortuna dalle coste libiche-tunisine per la terra promessa, la Sicilia, l'Italia. Una computisteria da nevrosi ossessivo compulsiva o da caserma, appunto, tratteggia un monologo delirante: è la conta del morti che quest'uomo, che poi svela essere un " appuntato" del diavolo, a fare da motore centro e propulsore della macchina di scena. Macchina che poi si riduce ad una pedana dove il dittatore, contrappuntato da patacche inutili sulla divisa, si contorce con un microfono ad asta con dietro uno schermo dove solo e solo si riproducono cifre. Cifre e ossessioni. Quante morti ai pesci? I pesci che si pappano i corpi di chi non è mai sbarcato. Microstorie si intrecciano nella narrazione del folle. Nomi arabi, di giovani uomini di giovani donne, tutte e tutti in aspettativa di vita migliore e poi finiti in pasto al mare. In scena, col dittatore dell'isola che non c'è, due straordinari musicisti e cantanti, i fratelli Mancuso. Entrano in perfetta sintonia col capo, ma la loro storia, narrata con canti e suoni di una malinconicità avvincente, da ballata popolare, raccontano un'altra storia. Struggente e drammatica. Marco Martinelli lavora da alcuni anni a Mazara del Vallo. Ha ascoltato tante storie di migranti. Lavora coi bambini della comunità tunisina di Mazara insieme a Ermanna. Una storia che si ripete nel canale di Sicilia. Una storia che dovrebbe avere una fine. A chi fa teatro, un certo tipo di teatro militante, non resta che raccontarla. Rumore di acque è testimonianza viva e fedele di un percorso artistico di gran respiro. Di una vivida solidarietà con gli ultimi. Quelli che neanche i pesci possono riconoscere

Su BLOG -2011