venerdì 25 dicembre 2020

La forma del sapiente Nulla Lettera rubata alle tue lunghe leve ero sotto il tuo sguardo fiero severo mi ammiravi e mi odiavi mentre annaspavo sul divano soffocata dai miei umori dai tuoi strali confidenziali lettera rubata mi cercavi lontano vicino invano non capivi ma trasalivi se ti toccavo dentro nel centro tossivi sospiravi implodevi e poi, da solo mi maledivi lettera rubata eri e maledetta sia la volta che t'ho incontrata l'incrocio la messa in croce e adesso torna quell'eco a gran voce ci reclama e sia la stagione e cosi sia amen lettera rubata ero e sono le spoglie di antica usanza tu ed io dentro la stessa stanza a MB L’Amore ai tempi del Coronavirus * Fa effetto trovarti in farmacia io e te insieme parcheggiati io e te insieme non ancora infettati dunque tu eri, anche di spalle anche dopo un po' di tempo noi in tramaglie amareggiati poi entrasti tu per primo e subito ne uscisti: eri tu! oh mio quore mio principe divino era in Farmacia sull’argine d’Arno 9 Marzo 2020 il Lunedì del Dagli all’Untore * Il mio super ego è al tuo superiore or che arriva il Decreto per l’untore or che in case parcheggiati mentre vedo te in farmacia tu che sei il Re dell’egemonia anche tu malato di Coronafollia? * E fummo tutti all’appello scolaretti fuori dal cancello allineati tutti all’appello nazionale Tutti fuori dal cancello! soli in casa da follia DPCM-1-2-3 contagiati Anche tu solo e sei è d ‘Aprile d’aria marcia manca l’aria noi non accampati ma liberi da esiliati Io ascolto Greta e il Papa Casa mia (tua) il 20 d’Aprile 2020 manca l’aria. Tre 2 tre 0. Fa mai zero Germania Italia . Camping in Laguna

domenica 22 novembre 2020

 

Volterra per Città Capitale della Cultura

 

Volterra, 16 novembre 2020:da comunicato ufficiale Volterra entra nella short list e prosegue il suo cammino verso il 2022 per il titolo di Capitale italiana della cultura

In questa giornata infatti la città è stata indicata nella decina finalista e unica toscana, scelta tra le 28 candidate di cui sono stati valutati i dossier progettuali dalla Commissione nominata dal Ministero per i beni e le attività culturali e per il turismo presieduta da Stefano Baia Curioni.

La candidatura di Volterra vede protagonista la città e l’intero territorio (oltre 50 Comuni hanno partecipato o aderito al progetto) ed è intitolata Rigenerazione umana, tema che qui ha radici profonde, a partire dalle esperienze della Compagnia nata nel Cacere della Fortezza e dell’ex Ospedale psichiatrico. 

Volterra ha dato l’immediata disponibilità a collaborare con le altre città finaliste per costruire un palinsesto comune che possa diventare una vera occasione di rete tra le città italiane di media e piccola dimensione. 

Siamo molto contenti del risultato che è il frutto di un lavoro costante costruito in questi mesi di candidatura. Il dossier è uno strumento che ci servirà anche per gli anni futuri” commenta il Sindaco di Volterra Giacomo Santi “Chiediamo al Ministro Franceschini e al Presidente della Commissione Baia Curioni di convocare quanto prima una riunione tra tutte le città finaliste. Vogliamo proporre di costruire una vera e propria rete di Sindaci per il 2022, con un palinsesto comune che rimandi da una città all’altra e che possa coinvolgere anche le città che non sono arrivate in finale: vogliamo superare l’Italia dei campanilismi”.

 

Il Presidente della Regione Eugenio Giani, che ha scelto di tenere tra le sue deleghe quella alla cultura sottolinea: “Mi associo alla soddisfazione di tutta la Toscana per questo risultato, Volterra in questa competizione è il baluardo dell’intera Regione. La capitale dell’Etruria ha tenuto il passo dimostrando una grande vitalità culturale e oggi diviene l’espressione di un intero territorio, che grazie al percorso di candidatura può manifestarsi al meglio attraverso una città che diventa essa stessa il simbolo della cultura". Nel comunicato ufficiale si legge anche la dichiarazione di 

Paolo Verri, direttore della candidatura di Volterra 22  dove sottolinea “In linea con il progetto New Generation EU, vogliamo essere una piattaforma che accolga i progetti di tutte le città che hanno lavorato in vista del 2022 e che credono nella cultura come motore di sviluppo dei territori. Sicuramente, emergenza Covid permettendo, vorremmo invitarli tutti a Volterra per l’inaugurazione dell’installazione natalizia in alabastro realizzata dagli artigiani alabastrai insieme alla designer internazionale Luisa Bocchietto”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

RI GENERARE uno slogan un Progetto di Area vasta local  Toscana ed Europea

 

PISA

 

renzia.dinca

 

Un complesso lavoro faEnti pubblici e privati, quello che ha contribuito al successo del Progetto di Volterra Capitale della Cultura. Città di 10 mila abitanti in provincia di Pisa, unica in Toscana (con l'esclusione persino del capoluogo Pisa e  di Lucca), è stata scelta dal Ministero del Turismo e Spettacolo, fra le dieci candidate  per il 2022 al ruolo di Città Italiana della Cultura. Un asso nella manica per il futuro della città di fama internazionale per il Museo Etrusco Guarnacci, la collocazione strategica nella zona collinare dell'Etruria toscana che richiama turismo da tutto il mondo in un territorio che si estende fra le province di Pisa, Livorno e Siena, che vanta iniziative culturali di spessore internazionale a cominciare dal lavoro trentennale di Armando Punzo con la Compagnia della Fortezza nel Teatro-Carcere. Un successo considerevole per la Giunta guidata dal Sindaco  Marco Santi e per l'assessore pisano alle Culture Dario Danti. Ne abbiamo parlato con tre figure professionali che hanno lavorato col Comune alla progettualità  di Volterra Capitale

Massimiliano Zane, veneziano, è manager progettista culturale, consulente strategico per lo sviluppo e valorizzazione del patrimonio, è coordinatore della stesura del Dossier per la candidatura di Volterra città della Cultura 2022- Living Lab 21x21x21

Volterra, il Comune più piccolo in corsa, è tra le 10 città finaliste candidate a Capitale italiana della cultura 2022, una bellissima notizia, per la città tutta e per tutti coloro che hanno reso possibile questo bel (primo) risultato. Lo spirito più sincero della Capitale Italiana della Cultura il dossier di Volterra 2022, è stato costruito dai cittadini per i cittadini, in un moto volto a favorire l’inclusione e la crescita individuale e comunitaria. In questo senso il processo di partecipazione è stato centrale nello sviluppo del dossier e ha coinvolto l’intera comunità che ha abbracciato il progetto con entusiasmo, responsabilità e la fiducia. Non è stata solo una ‘chiamata alle arti’, ma anche e soprattutto voler proporre un nuovo modello di relazioni fra comunità e stakeholder. Lo abbiamo fatto mettendo in campo strategie di rete innovative e vincenti, definendo una nuova modalità di progettazione attraverso un momento di comunanza attiva, di formazione e condivisione dei saperi e dando luogo a una esperienza di innovazione sociale a partire dalla cultura e attraverso la co-progettazione. Perché, parafrasando un noto spot: Per fare grandi progetti non servono città grandi ma grandi città, e Volterra ne è l’esempio.

 

 

Ledo Prato è segretario generale dell'Associazione MECENATE 90, senza fini di lucro con sede a  Roma che opera da oltre 30 anni in consulenze di Progetti culturali a livello nazionale

 

Il Comune di Volterra ci ha chiamato come consulenti per  il progetto Ri-Generazione umana. Abbiamo lavorato per corredare il dossier progettuale non solo sul Comune di Volterra  ma sui territori di Area vasta. Abbiamo collaborato con 50 Comuni per un Piano strategico d'Area per la realizzazione del Dossier. Mecenate 90 è una agenzia  culturale di facilitatori in progetti culturali, noi costruiamo insieme alle nuove  generazioni

 

Credo che il fatto che la Giuria del Ministero abbia segnalato 4 Comuni non capoluogo di Provincia fra le dieci possibili Capitali, sia una segnale molto importante. Si tratta di una Giuria molto innovativa per le scelte che ha fatto e testimonia la volontà di valorizzare risorse non esplorate per la ripresa economica. Indirizza una strada possibile  per rilanciare lo sviluppo del nostro Paese intero. Col Progetto Matera Capitale europea iniziato nel 2019, si erano già creati dei modelli di sviluppo. La rete allora era fra Matera e altri sei Comuni.

 A prescindere dai risultati che e se ci saranno, a Volterra stiamo provando a investire sulle Vocazioni territoriali. Anche in linea con direttive ONU. Non basta più oggi la politica ordinaria. I progetti vanno radicati dentro la Storia del territorio. E comunque  il piano strategico  per Volterra Capitale, accompagna e va oltre il Progetto attuale.

 

Entro il 18 Gennaio 2021 sarà deciso quale Città italiana sarà Capitale della cultura 2022. se lavoreremo cosi  di questo passo, potremmo anche superare  nel 2021 il lavoro fatto a Matera nel 2019, in una previsione dei prossimi cinque anni

 

La realizzazione del Progetto avrà  a disposizione 1 milione di euro, oltre a  Fondi New generation found  e  nel Recovery fund 2 miliardi per la Cultura e creatività, una nuova creatività

 

Il Team Progetto è stato creato  dal Sindaco  Giacomo Santi a Volterra nel 2018. Oggi per essere competitivi della iniziativa ministeriale bisogna lavorare sulla qualità dei progetti. La strada possibile: rivedere le linee guida per la Cultura per l' intero Paese nel post Covid. Oggi ci chiediamo: coinvolgere tutti i Comuni o pensare ad un Piano più ristretto? In quale direzione dobbiamo andare? Il testo non è stato scritto da noi come Mecenate 90, ma in collaborazione. Non abbiamo ancora il piano strategico. L' obiettivo è definire area strategica fra Comuni, che si realizzi o meno il progetto Volterra  Capitale nel 2021, questo Piano va collocato dentro una visione di medio periodo. L'Amministrazione  di Volterra ha accompagnato il processo sul futuro sviluppo economico sociale dell' intero territorio toscano

 

PAOLO VERRI già direttore Fondazione Matera Basilicata. Attualmente collabora col Comune di Genova  per il  Sindaco  Marco Bucci. Ha  lavorato con Parma capitale della Cultura, Expo di Milano e nell'Editoria

 

Sono 21 i  giovani  come da Bando, che hanno partecipato alla scrittura del dossier di candidatura per Volterra Capitale, una città che ha solo10 mila abitanti.

Per Volterra Capitale la logistica era quella di esprimere sensibilità, dare bellezza  e visibilità ai territori,  dare loro voce. Dovevano essere coinvolte le Piccole Città  ma fare di Volterra  la capofila. Il Progetto è dentro una visione europea che delinea il ripensare i territori, la cultura  e il turismo secondo la linea legislativa  del Bando MIBACT 2017-2022 , Direzione Generale del Turismo

 

 

 

 

mercoledì 11 novembre 2020

 

Intervista a LAMBERTO BAVA regista  cult internazionale di fantasy

 

renzia dinca

 

Lamberto Bava, figlio d'arte, è regista e sceneggiatore fra i più noti al mondo nel genere fantasy. Esordisce nel 1980 con Macabro, prodotto e co-sceneggiato con Pupi e Antonio Avati. Ha collaborato con Dario Argento in Demoni e Demoni 2. Ha firmato le serie televisive di grande successo anni Novanta: Fantaghirò con Alessandra Martines, Desideria e Sorellina.  Ha avviato i  suoi primi passi  da regista affiancando il padre Mario in alcune scene di Schock del 1977 e del film TV La Venere d'Ille del 1978. Il padre Mario Bava è stato un antesignano del genere horror  italiano col film La maschera del demonio, e divenuto famoso, per film dagli effetti speciali. Lamberto Bava doveva  essere presente  a Lucca Comics edizione 2020, (che ha  comunque avuto luogo, sia pure in formato molto ridotto), per via del COVID, e a La Spezia a presenziare al docu-film: Bava Puzzle-Il cinema fantastico di Lamberto Bava (oltre che per suo nuovo romanzo), curato e firmato da Paola Settimini, Direttrice artistica di La Spezia Film Festival e direttrice della rivista on line  www.laspeziaoggi.it. Paola Settimini è co-regista con  Daniele Ceccarini. Il docu-film, durata circa 70 minuti, si avvale del montaggio di Francesco Tassara con Daniele Ceccarini, la fotografia  di Francesco Tassara, la musica  di Francesco Tartarini. Di recente Bava Puzzle è stato presentato  a Stiges, Festival del Cinema fantastico in Spagna

 

 Dedicato al regista nei suoi quarant'anni di carriera  cult a livello internazionale, ne ripercorre i passaggi fin dai primi passi. Numerose le testimonianze fra cui quelle di Pupi Avati e Antonio Avati (ricordiamo un capolavoro  di  Pupi: La casa delle finestre che ridono, 1979), Alessandra Martines (protagonista per il grande successo televisivo di Fantaghirò), e poi Veronika Logan, Erika Blanc, Alessandra Moretti, i Manetti Bross, Davide Pulici e Manlio Gomarasca di Nocturno, George Hilton, Urbano Barberini, Antonio Tentori, Luigi Parisi, Luigi Cozzi e Massimo Antonello Geleng

Inoltre, la notizia per tutti gli appassionati del genere, è che Bava ha appena dato alle stampe ed è già in libreria, il suo secondo romanzo Il terzo giorno (Cut-up Publishing). Il romanzo, scritto in tempi  antecedenti al Covid (quindi non è un instant book), narra di un misterioso morbo che miete vittime nella città di Roma e in tutte le città del mondo. Nessuno riesce a fermare l'epidemia e la civiltà si dissolve. Ci sono due protagonisti, i primi: una coppia che prova, senza successo, a salvare il mondo e poi, molti decenni dopo, un'altra coppia formata da due ragazzi molto giovani che provano a capire le ragioni  dell'epidemia.  Per capirne la cause, lasciano la comunità che si era formata nel post epidemico  fino a scoprire una sconvolgente verità sulla catastrofe che ha distrutto l'umanità

Il regista, che avrebbe dovuto essere presente a Lucca comics edizione 2020, non è potuto venire causa emergenza Covid, ma ci ha rilasciato un'intervista 

 

 

Domanda: Suo padre Mario era nel cinema. Ci racconta del suo rapporto con lui nella sua formazione al genere fantasy?

 

Risposta: Anche mio nonno era nel cinema. Era in  Ambrosio  FILM a San Remo. Aveva  Portato in teatro Aldo Fabrizi che gli disse: devi dare la mano e guardare negli occhi gli attori quando giri

 

 

Domanda:Lei è un regista cult a livello internazionale per i suoi lavori in Cinema sui temi horror e gotico italiano. Ci può dire il suo rapporto con Tiziano Sclavi, ideatore di Dylan Dog?

 

Si sono stato al primo Festival creato dall'Editore Bonelli  a Milano. Certo che ho conosciuto  Tiziano Sclavi. Era il 1986. Ero molto interessato al genere fumetto al punto che ho anche girato un mio film sul fumetto Diabolik nel 1968

 

 

 

 

Lei è stato aiuto regista con Dario Argento

Si sono stato una settimana con lui  quando girava il film Inferno ( 1980) sequel di Suspiria

 

Domanda: Colpisce la sua attenzione nella narrazione visiva verso i bambini, la fiaba. Alcune sue produzioni ricordano la straordinaria produzione letteraria di Steven King: in particolare IT. Ricordano anche il film Neverending Story tratto da un racconto e poi in cinema  di Ende

 

Bisogna fare attenzione fra Demoni e fiaba. La claustrofobia fra realtà e l'onirico

 

I suoi attori nel docu-film sostengono che Lei con loro è stato un regista 'sobrio ed elegante' (cit. Urbano Barberini) e anche : Lamberto ha l'aspetto del questore. Cosa sta facendo adesso in una Roma deserta?

 Il suo nuovo Romanzo dove  e quando è stato ambientato?

 

 

Agosto 2019. in terrazza. Cosa faccio ?Nulla. Esco solo a portare fuori i cani

 

 

 

mercoledì 26 agosto 2020


PAOLO RUFFILLI Le cose del mondo. Lo specchio Mondadori, 2020 L'indefinibile chirurgia delle cose Coerenza chiama coerenza nella poetica di Paolo Ruffilli. Così in questa ultima fatica letteraria Le cose del mondo, che raccoglie ben 40 anni di produzione e ricerca lirica, l'Autore di cui Eugenio Montale intuì la felice ispirazione giovanile, conduce chi lo segue dentro un nuovo viaggio esperenziale e sapienziale. Fedele alla unità formale-le sei sezioni o “capitoli” di cui si compone il volume, sono elaborate per lo più in forma di settenari e endecasillabi, Ruffilli costruisce una struttura ad anello dove la partenza, quella evocata nella prima sezione Nell'atto di partire, si sviluppa per cerchi concentrici a tema fino a riavvolgersi come un nastro e a ritroso vero il ritorno, un eterno ritorno. Il dualismo si sdipana fra la stasi e il moto, l'azione e l'osservazione che è auto-osservazione. L'Autore osserva la realtà o ciò che i suoi sensi percepiscono come tale, per farne materia di indagine interiore in forma di autonarrazione, di autosvelamento come in Morale della favola, dedicata alla figlia e in La notte bianca. Rispettivamente seconda e terza sezione, per poi affrontare lo zoccolo duro del volume nel capitolo Le cose del mondo( pag.105): Le persone muoiono e restano le cose solide e impassibili nelle loro pose nel loro ingombro stabile che pare non soffrire affatto contrazione dentro casa perché nell'occuparlo non cedono lo spazio vaganti come mine, ma nel lungo andare il tempo le consuma senza strazio solo che necessita di molto per disfarle e farne pezzi e polvere, alla fine. Cosa c'è di più statico delle “cose” e della loro nominazione. E la parola cosa poi: quanto di più ambiguo racchiude nei significati di cui è portatrice nella nostra lingua. Ruffilli gioca coi versi sulle ambiguità di senso, lavora sul significante, sulla relazione contenente/contenuto. Infatti ne Il nome della cosa (pag 109) si legge: Eccolo, il nome della cosa: l'oggetto della mente che è rimasto preso e imprigionato appeso ai suoi stessi uncini disteso in sogno, più e più inseguito perduto dopo averlo conquistato e giù disceso sciolto e ricomposto rianimato dalla sua corrosa forma e riprecipitato nell'imbuto dell'immaginato Da questo incipit parte una serie di poesie che, secondo un ordine alfabetico, danno un contenuto concreto e simbolico, funzionale e metaforico secondo l'uso della lingua italiana, come da locuzioni prese dai vocabolari: si va da Anello a Bambola, da Occhiali a Scarpa registrando anche un: Vocabolario Registro, elenco, catalogo, inventario -ministro di governo, regina delle carte e scorta e giacimento di parole in schiera (…) sistematico schedario di tutto l'universo A questa segue la sezione Atlante anatomico dove, dissezionate, sono alcune parti del corpo umano, da Ascelle a Collo, da Occhi a Seno. L'osservazione minuta del Poeta fin dalle sue precedenti prove in versi (Piccola colazione, Diario di Normandia, Camera oscura, Nuvole, La gioia e il lutto, Le stanze del cielo, Affari di cuore), dotato di un raffinato sguardo, affila le sue pinze chirurgiche di scavo in questo volume composito e diacronico che costituisce un micro trattato di linguistica in versi. Si avvertono echi delle filosofie orientali nell'ossimorica perlustrazione di un immagine e del suo complementare od opposto, specie dove l'Autore si affida e cerca relazioni analogiche per immagini. Predilige un registro linguistico sintattico quasi quotidiano come nello stile, così come nella scelta dei temi da entomologo o chirurgo pur senza mai scendere nel minimalismo. Un continuo rincorrere il tentativo di formulare senso del reale, lui consapevole che il reale è la personale unica e individuale rappresentazione della realtà. Mai univoca sempre di inesausta narrazione. Senza cadere nelle trappole della o delle verità, per tentare di afferrare la sua realtà che è la realtà della vita e delle sue diverse irrazionali componenti fisiche, psichiche, esistenziali, esperenziali. In questa ricerca Ruffilli si appoggia a metafore del Novecento letterario come quella del viaggio caproniano con cui si apre il volume, per approdare a ritroso e insieme in avanzamento di conoscenza al passaggio dell'ultimo capitolo Lingua di fuoco (pag.173): Il nominare chiama e, sì chiamando ecco che avvicina invita ciò che chiama a farsi essenza convocandolo a sé nella presenza E' la ragione che si fa linguaggio(...) E' una sorta di Manifesto di poetica, questa dell'ultimo capitolo. L'inesausta e mai esaustiva ricerca dell'uomo Ruffilli e della sua ricerca in Poesia. Renzia D'Incà Arcidosso, 23 Agosto 2020

NATURAE . La vita mancata-primo quadro renzia.dinca Volterra . Pensato per festeggiare i Trentanni della Compagnia della Fortezza il progetto triennale doveva concludersi questa estate dentro le mura del Maschio in forma di spettacolo con i detenuti della Compagnia della Fortezza diretta da Armando Punzo. A causa del COVID19 si è formalizzato in due tranche sempre in forma di studio, Naturae-la vita mancata- primo quadro realizzata dentro il cortile del Carcere e La valle dell’innocenza-secondo quadro, site specific in azione teatrale a Saline di Volterra, dentro la struttura del Padiglione Nervi. Un anno speciale il 2020 che inaugura un’idea sognata e finalmente realizzata da Punzo: l’inizio dei lavori per la realizzazione del Teatro Stabile in carcere e insieme funestato, come del resto tutto il comparto del teatro e spettacolo, dal virus planetario che ha bloccato spettacoli e produzioni in corso. L’attività in carcere è comunque stata portata avanti anche se con molte difficoltà dal regista, così che anche in questa affannosa estate un piccolo gruppo di spettatori (25 per regole COVID) hanno varcato il portone della Fortezza medicea. Un clima particolare si avverte fin sulla salita che porta al carcere di solito affollata e vociante: i giornalisti–pochissimi, che si salutano con gli occhi oltre la mascherina d’obbligo con uno sparuto pubblico che si è conquistato l’ingresso attraverso un posto aggiudicato per lotteria. Armando Punzo fa iniziare lo spettacolo in solitaria nello spazio alberato del pre-cortile dove di consueto si svolgono le azioni. Non avere paura. Qui c’è soltanto un uomo- una sorta di prologo di un io narrante fra il poetico l’esistenziale e il filosofico entro un copione dove l’io parla in terza persona. Un monologo –dialogo che attiva in sinergia con gli attori ( in parte detenuti in parte attori professionali), che manterrà per tutto il lavoro. Il passaggio testuale dal io sono solo a lui non è solo è incastonato dentro una metatestualità costruita su suggestioni di innumerevoli quadri creati da azioni plastiche coreografiche fra gli attori e le musiche create e suonate dal vivo da Andrea Salvadori. La scena è costruita su elementi essenziali: fondale in bianco e nero con effetto optical a spirale che richiama il labirinto ( Borges), un solo albero scheletrico rosso scarlatto ( l’albero della tentazione? Albero della Genesi dell’umanità secondo il Libro delle religioni occidentali). Punzo è autore- narratore e cantastorie : evoca con le Parole e commenti le azioni anche talvolta agendole quasi trasfigurandosi lui in libro-corpo sonoro e per immagini. Corre con una mela rossa, sbocconcella- si dirige verso un catafalco che ricorda il Cristo velato. Dal lenzuolo funebre se ne esce, a sorpresa una giovane donna bionda ( Eva?). intanto entrano ed escono dallo spazio scenico figure ieratiche cariche di simbolismi: uomini con scale rosse issate verso l’alto, uomini con caravelle, una geisha, uomini con mantelli costellati di pavoni secondo l’uso orientale, dervishi danzanti con ombrelli e mantelli rossi. Il poema della rinascita-immagina, ripete Punzo. poi altri figuranti: un viaggiatore con la valigia, sacerdoti e soldati-Voglio vedere le linee dell’infinito. Guerrieri puntano verso il pubblico- seduto lungo una sola parete sulla cancellata, dei bastoni di finto bambù rossi come il colore dell’albero, poi due di essi creano una forma di sostegno a croce dove Punzo si sdraia sulla schiena: una sorta di Cristo o di San Sebastiano. Si conclude con il monologo del detenuto ( che fiancheggia Punzo in doppio nel percorso testuale) : non smetto mai di sognare. Sono in un’isola sulla spiaggia. La mia nuova terra. In questo lavoro -studio del regista, si accavallano molteplici segni non sempre chiari anzi forse ridondanti. Sono comunque frutto di un percorso che parte da Shakespeare di Dopo la Tempesta per arrivare a Beatitudo da Borges. Narrano un viaggio –ancora incompleto, anche per forza maggiore dovuta alla emergenza sanitaria, di una fuga dalla realtà nel senso di cercare di vedere oltre, che del resto ha contrassegnato tutta la ricerca e l’utopia del regista. Insomma Punzo è giunto all’indagine sulla nostra Natura umana, anzi sulle nostre Naturae. Il fine è quello di superare l’Homo sapiens per andare incontro all’Homo felix, cioè al di là delle religioni e delle ideologie, alla ricerca hic et nunc, dell’armonia dello stupore e della bellezza. Del Paradiso in terra, quello della Vita mancata. E questo ha molto a che vedere col trentennale percorso artistico di Armando Punzo e della Compagnia della Fortezza. E ha molto a che vedere con l’attuata realizzazione in questo difficile anno 2020 del Teatro in Carcere, a Volterra. NATURAE-La vita mancata Regia e drammaturgia Armando Punzo Musiche originali e sound design Andrea Salvadori Scene Alessandro Marzetti, Armando Punzo Costumi Emanuela Dall’Aglio Corografie Pascale Piscina Con Armando Punzo e………….

venerdì 31 luglio 2020


ANIMALI CELESTI TEATRO D'ARTE CIVILE. Il SIGILLO E IL CANTIERE renzia.dinca Pisa. Teatro Verdi di Pisa: gloria nazionale fra Teatri Nazionali destinati alla Lirica. Struttura ottocentesca incastonata nel pieno centro storico fra un di qua e di là d'Arno per il passaggio obbligato sul fiume, per via del Ponte appunto chiamato di Mezzo, situato nel quartiere ebraico. Spazio cittadino che ha ospitato nel secolo scorso e nei primi due decenni del Duemila, stagioni liriche d'eccellenza anche internazionali in partnerariato con Teatri Lirici nazionali. Ma non solo: spettacoli di Teatro e di Danza anch'essi di rilievo internazionale. Fra questi il progetto la RAGIONE INSIDIATA, un memorabile Carnevale in cui fu rappresentata Sogni di cartapesta, una performance itinerante ideata da Alessandro Garzella assieme a Emanuele Luzzati e Pietro de Vico ed altre attività teatrali che travolsero Pisa. Insomma un fiore all'occhiello di amministrazioni lungimiranti sul tema centrale citato nell'articolo 9 della Costituzione: una realtà e pratica di governo della cultura dentro uno spazio di bellezza e accoglienza, spazio con al centro la quotidiana attività per le Scuole di ogni ordine e grado nonché delle collaborazioni con le Istituzioni universitarie cittadine. Dal lockdown il Teatro Verdi è ancora chiuso. Non solo: non si sa se e quando riaprirà. Il direttore artistico Stefano Vizioli ha dato le dimissioni. Del resto altri più piccoli spazi pisani, ma non di meno rilievo nazionale e internazionale, presìdi in grado di sviluppare e proteggere realtà territoriali di arte e cultura: due fra tutti Teatro Lux fondato da Paolo Pierazzini e Sant'Andrea Teatro (anche sede storica della Compagnia I Sacchi di Sabbia): anch'essi sbarrati con una ipotesi di riapertura del più recente Teatro Nuovo. Fra le eccellenze teatrali ed artistiche della Provincia di Pisa Alessandro Garzella, regista ora anche attore, aveva fondato con alcuni collaboratori oltre 25 anni fa, il secondo polo di Teatro Regionale dopo Prato per le nuove generazioni: La Città del Teatro di Cascina. Ne è stato ideatore e Direttore artistico per oltre 20 anni. Garzella, in continuità col suo percorso di ricerca artistica sul rapporto tra il teatro e le differenze, ha fondato la Compagnia Animali Celesti/teatro d'arte civile (definizione di Teatro d'Arte Civile: Andrea Porcheddu, il volume Teatro Stalla. Edizioni Moretti e Vitali e il volume Che c’è da guardare –Edizioni Cues, Renzia D’Incà Il Teatro del dolore-Titivillus). Fra le ultime rappresentazioni di Animali Celesti (a settembre al Parco di San Rossore si rinnoverà l'appuntamento con la terza edizione di ALTRE VISIONI -contro festival di teatro nei boschi di Coltano Pisa), vi è Il Sigillo - delusioni e sogni di migranti in cerca di diritti universali. Visioni di teatro, musica, video arte e danze sui popoli migranti. L’opera, come piccolo tributo alle sofferenze e al coraggio dei popoli del Terzo Mondo, ripropone il percorso artistico svolto dal Cantiere delle Differenze, un presidio d’arte contemporanea che ANIMALI CELESTI teatro d'arte civile, assieme a AEDO, promuovono da molti anni in Toscana, nelle zone a rischio di marginalità, con particolare riferimento alle culture extra comunitarie, alle disabilità, agli adolescenti e agli anziani in difficoltà. Il Cantiere è un laboratorio di ricerca basato su processi di reciproco apprendimento che utilizzano le abilità e le disabilità di ognuno, nella prospettiva di valorizzare l’arte come linguaggio che combatte le ingiustizie sociali e nutre le periferie umane più povere e dimenticate. Il Cantiere delle differenze, opera in tre sedi territoriali: a Pisa in collaborazione con CRI - Croce Rossa Italiana, sezione di Pisa, a Lucca in collaborazione con Provincia di Lucca e Arci Nova-Lucca Versilia e a Viareggio con il Comune di Viareggio, Cooperativa Odissea e Uovo di Colombo. La performance IL SIGILLO è stata premiata a Palermo con una menzione speciale della giuria nella fase finale del Premio Migrarti 2018, perché “presenta una ricchezza di linguaggi artistici e mostra un percorso di teatro sociale esemplare, in grado di coinvolgere, in una azione etica e artistica un gran numero di partecipanti con particolare attenzione ai ragazzi di seconda generazione”. Il lavoro, visto al Giardino Scotto dentro una Rassegna sotto il coordinamento artistico di Luca Biagiotti per il Teatro Verdi è intitolata FUORI TEATRO. Non essendo stato possibile riproporre in scena dopo molti laboratori, un percorso che ha coinvolto centinaia di partecipanti in molti anni di laboratori, Alessandro Garzella e Satyamo Hernandez, assieme a Chiara Pistoia, Sara Capanna, Giulia Paoli, Alain Frank Nahi e Boris Pierrou, hanno raccolto l’essenza fondamentale di questa esperienza, concentrando il senso emotivo dei vissuti in un piccolo viaggio di parole, suoni, danze e visioni. L’azione teatrale de IL SIGILLO, propone un video curato da Indiara Di Benedetto e Shawn Hernandez (giovani professionisti immigrati di seconda generazione). Continua con monologhi e dialoghi serratissimi fra Alessandro Garzella (portato in scena da un ragazzo di colore) e Satyamo Hernandez che propone alla chitarra canti della sua terra originaria il Portorico, canti di emigrati verso gli Stati Uniti fra le lingue spagnola inglese e italiana. Un discorso fra monologhi e dialoghi interno fra i due attori – anche drammaturghi entrambi in scena, molto intenso, pur nel dramma della scrittura che tratta di esclusione e dis-appartenenza. Una bella coreografia di giovani donne, coordinate da Chiara Pistoia, che mimano la traversata sul mare dei profughi. E al gran finale, alcuni ragazzi di colore, coi loro strumenti a percussione e danze dei collaboratori. Il lavoro, molto interessante e che avrà visibilità, si conclude con la distribuzione di un Passaporto di apolide multiculturale di cittadinanza universale (la Dichiarazione dei diritti Universali dell'Uomo del 1948), un omaggio a tutti gli spettatori che con la loro presenza, hanno condiviso i principi e le responsabilità di un documento particolarmente significativo sul piano simbolico: prefigurare, non solo utopicamente, un mondo senza confini, privo di violenze economiche, sociali e culturali. Un mondo reso bello dall’arte, un mondo divenuto apolide per la felicità d’esistere ovunque, nonostante avversità e sfortune. drammaturgia e regia Alessandro Garzella e Satyamo Hernandez con Sara Capanna, Alessandro Garzella Satyamo Hernandez, Alain Franck Nahi, Giulia Paoli , Boris Pierrou, Chiara Pistoia e alcuni partecipanti al CANTIERE DELLE DIFFERENZE coreografia Chiara Pistoia ripresa e montaggio video Indiara Di Benedetto e Shawn Hernandez collaborazione tecnica Abha Federica Mariano menzione speciale PREMIO MIGRARTI 2018 lo spettacolo è prodotto da ANIMALI CELESTI teatro d’arte civile con il sostegno del Ministero ai Beni e alle Attività Culturali, Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, Regione Toscana, Fondazione Pisa, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca, Croce Rossa Italiana/Pisa (progetto P.I.S.A.), Cooperativa Odissea, ARCI Lucca - Versilia, Uovo di Colombo in collaborazione artistica con il Cantiere delle differenze, AEDO, Geometria delle Nuvole

lunedì 13 luglio 2020

RUMORSCENA- COMPAGNIA DELLA FORTEZZA Volterra (Pisa) renzia.dinca “Felice per l'avvio dei saggi archeologici per realizzare il Teatro Stabile in carcere”. Così dichiara l'Assessore alla Cultura del Comune di Volterra Dario Danti: sono orgoglioso di essere assessore alle culture in una città dove vogliamo realizzare il Teatro Stabile in Carcere. E continua: quando svolgevo il medesimo ruolo a Pisa, nel 2014, lanciammo con l’allora Assessora regionale Cristina Scaletti ,l’idea della Rete delle città per il Teatro Stabile nel Carcere di Volterra. L'idea era stata rafforzata dalla presenza dell’allora Ministro della Giustizia, Andrea Orlando, alla prima di Santo Genet al Teatro Verdi di Pisa. E fu importante l’incontro fra il Ministro e i detenuti-attori alla fine dello spettacolo. Da allora sono trascorsi ben sei anni. Di fatto oggi il finanziamento del Ministero di Grazia e Giustizia, ammonta a 1,2 milioni di euro, denari che dopo anni di attesa, potranno finalmente essere impiegati. E così lunedì scorso(6 Luglio), sono iniziati i saggi archeologici per realizzare la struttura del Teatro Stabile in Carcere: un momento importante per la città di Volterra, ma anche per tutto il nostro Paese. Armando Punzo, regista e attore, artefice del progetto, insieme a Cinzia de Felice dell' associazione Carte Blanche, ne ha realizzato di fatto l'utopia. Punzo infatti da ben trent'anni dirige la Compagnia della Fortezza-Compagnia formata da detenuti dentro la Fortezza Medicea. La struttura adibita a carcere, è perfettamente incardinata fra le mura dell'architettura medievale della città di origine etrusca, che l'ha resa famosa, arricchendola di turismo internazionale anche grazie al Festival di teatro che si è tenuto per decenni nel mese di Luglio in concomitanza con l'esperienza dentro il Teatro in carcere. Il lavoro di Armando Punzo coi detenuti della Fortezza, è una esperienza artistica che ha fatto il giro del mondo: rientra ad ampio spettro negli studi della letteratura della Storia del Teatro, oggetto di studi, tesi di laurea ed esempio di buone pratiche di lavoro di riabilitazione delle persone incarcerate, secondo un recitato di articolo della nostra Costituzione, da decenni oggetto di salvaguardia da parte della Regione, che ha fatto del territorio toscano un presidio di attenzione e cura delle situazioni carcerarie. La notizia- ufficiale, dell'inizio dei lavori, ha scatenato ire sui social. Su Facebook, dove l'ex Sindaco della città Marco Buselli, dal 2009 e fino al 2019 per due legislature alla guida del Comune in Piazza dei Priori, eletto con Lista civica appoggiata dalle Destre, esterna da cittadino volterrano la sua non contentezza rispetto alla realizzazione del Teatro Stabile in Carcere a Volterra. Nell'aprile 2019, dopo elezioni amministrative, l'attuale Giunta volterrana ha come Sindaco Giacomo Santi eletto in una Lista di centro sinistra dove Dario Danti ricopre il ruolo di Assessore alle Culture. Scrive l'ex sindaco Marco Buselli sul suo profilo personale FB: Se avessi dovuto sceglier delle priorità su cui spendere energie sarebbe stato oggi come ieri (ma con l'emergenza ancor di più) Lavoro, Ospedale, Servizi e Strade(...) Probabilmente ho solo detto quello che molti pensano ed il mio non è neanche un pensiero di cui detengo l'esclusiva(...) Non si fa attendere la risposta di Cinzia de Felice: Il Teatro sarà solo ed esclusivamente di proprietà del Ministero della Giustizia. Ogni lavoro o danneggiamento da riparare non potrà essere a carico della comunità (…) Tutte le carceri italiane sono dotate di sala teatrale (…) il carcere di Volterra pur essendo famoso nel mondo per l'attività teatrale è uno dei pochissimi che non ne è dotato. Si è quindi osteggiata strumentalmente per anni una questione normalissima solo perchè collegata alla nostra esperienza. E prosegue: si getta pubblicamente discredito su chi lavora e opera seriamente(...) facendo arrivare fondi sul territorio e creando lavoro facendo girare la voce orribile e offensiva “che si rubano soldi pubblici”. Questa polemica -sostiene de Felice, è strumentalizzata in chiave politica in una fase in cui i cittadini italiani sono chiamati alle urne per elezioni amministrative in particolare alle elezioni regionali della Regione Toscana. Su FB si sono succeduti post a sostegno del regista Punzo e della Compagnia della Fortezza e post incandescenti con botta e risposta di cittadini volterrani pro e contro il progetto. A questo proposito l'assessore Danti dichiara:ringraziamo in modo particolare l’ex-Garante dei detenuti della Regione, Franco Corleone, per la tenacia dimostrata in tutti questi anni, finalizzata a dare concretezza a un sogno. In meno di un anno - i lavori sarebbero dovuti partire a metà marzo, ma l’emergenza Covid ha rinviato tutto - abbiamo dato la svolta politica necessaria. Questa accelerazione è stata resa possibile dalla determinazione dalla nuova amministrazione comunale di Volterra e da Monica Barni, Vice-presidente della Giunta regionale, che ha saputo coordinare e far dialogare tutte le istituzioni per conseguire l’obiettivo. Al di là del ruolo istituzionale che in questo preciso momento ricopro-continua Dario Danti, mi sento di fare un ringraziamento ad Armando e Cinzia, per tutti: sono persone a cui mi unisce un senso profondo dello stare al mondo da una precisa parte della vita. Quella che accoglie e ri-conosce il valore di ogni forma di vita. Che non ritiene la legge del taglione la cifra per giudicare e condannare, assolvere o rimandare. La parte buona della vita non si misura, si pratica ogni giorno attraverso il dono.

giovedì 2 luglio 2020


renzia.dinca

Pisa- Firenze

Abbiamo in tanti nel cuore il volto dolce e sorridente di Alessandro Fantechi, artista da poco prematuramente scomparso, che con Elena Turchi , sua compagna da molti anni nella vita e sul palcoscenico avevano creato: ISOLE COMPRESE Teatro, Compagnia teatrale che fra Firenze e Prato aveva ideato e portato avanti una piccola rivoluzione nel Teatro sociale. Dagli anni Settanta Fantechi, attore con vocazione al comico e al mimo, passa dal teatro di strada al Teatro ragazzi fino ad approdare al lavoro con pazienti psichiatrici, disabili mentali e fisici, ex tossicodipendenti. Al Teatro di Antella a Firenze nel novembre 2018 (pochi giorni dopo la scomparsa), è stato rappresentato il suo ultimo lavoro: Manifesto, alla presenza oltre che di numerosi colleghi, di un suo estimatore che del Teatro e disagio è Maestro internazionale: Giuliano Scabia. Dell'esperienza di Isole Comprese si ricordano spettacoli memorabili come quello presentato a Volterra nell'ambito del Festival diretto da Armando Punzo Io sto bene del 2006, i Convegni nazionali su Teatro e disagio mentale al Teatro Florida a Firenze, gli spettacoli sempre al Florida-l'ultimo Fondamenti di difettologia. Avevano creato in coppia, sempre a Firenze il piccolo spazio Seipuntozero, una stanza per pochi spettatori. Fantechi ha lasciato come sua eredità il progetto in corso Teatro come differenza. Una eredità passata alla sua compagna nel teatro e nella vita: Elena Turchi. Elena ha un trascorso giovanile di mimo danzatore. Psicologa e psicoterapeuta ha da sempre diviso la sua professione di aiuto con la creazione di spettacoli per e con il disagio fisico e mentale insieme ad Alessandro. Oggi è direttore sanitario del Centro di Solidarietà pratese- Comunità terapeutica Tossicodipendenze. E' da molti anni collaboratrice di Armando Punzo nel lavoro coi detenuti della Compagnia della Fortezza a Volterra. Ora, nel passaggio di consegne, Elena Turchi è su iniziative avviate da Alessandro Fantechi, ha un percorso con diverse associazioni che lavorano su Firenze e provincia su Salute Mentale. Sono, oltre a Isole: Arbus, diretta da Francesca Sanità, Teatro come differenza diretta da Marilena Manfredi, EsTeatro diretto da Paolo Biribò, Arte in corso.



venerdì 29 maggio 2020


INTERVISTA  A ARMANDO PUNZO – COMPAGNIA DELLA FORTEZZA

renzia.dinca

Volterra ( Pisa)

Rumorscena: Cosa è accaduto nelle attività teatrali in carcere  al Maschio di Volterra dal  primo Decreto sicurezza di Marzo, in piena pandemia COVID19?

Punzo: io da solo sono rimasto a lavorare dentro il carcere fino alla seconda settimana di Marzo. Abbiamo preso accordi con la Direttrice  Maria Grazia Giampiccolo per capire come portare avanti  il lavoro e come mantenere i rapporti coi detenuti dall'esterno. La Direttrice, con molta disponibilità, ci ha permesso di continuare il lavoro che stavamo facendo in vista dello spettacolo Naturae che in forma di studio avrebbe debuttato a Luglio, come di consueto da trent'anni nel cortile del Carcere. Abbiamo avuto a disposizione e-mail e video-chiamate attraverso un telefono dedicato della Compagnia oltre ad un PC molto potente per video chiamate sulla Piattaforma ZOOM. Dalla piattaforma ci colleghiamo quasi ogni giorno interagendo da casa nostra coi detenuti-attori dentro il carcere, dove hanno a disposizioni i libri su cui stavamo lavorando  e siamo in continuo scambio di testi immagini  e riflessioni collettive. Oltre al lavoro in continuità con loro, infatti, i collegamenti sempre su Zoom sono con tutti i collaboratori  (siamo anche 50 ogni volta). Le sessioni si svolgono in questo modo: la costumista Emanuela Dall'Aglio, per fare un esempio, propone dei bozzetti  che vengono condivisi come immagini rispetto a conversazioni avute nella seduta precedente, oppure il musicista Andreino Salvadori propone le musiche anch'esse condivise. Stiamo anche lavorando molto sulla Parola, cioè sui testi della futura drammaturgia. Tutto questo in vista di passare alla fase delle azioni dell'allestimento di Naturae. Siamo in collegamento inoltre anche con  gli attori della Compagnia che ora sono usciti dal carcere: Aniello Arena, Giuseppe Venuto (Pino), Placido Calogero, Ibrahima Kandji, Qin Hai Weng, Ivan Chepiha. Questi attori erano sempre ospiti in Carcere durante l'inverno, ora sono assolutamente disponibili alle nostre riunioni  collettive in piattaforma.

RUMOSCENA: Quale è stato l'impatto sui detenuti-attori di questa nuova modalità di lavorare sullo spettacolo?

Punzo: Un impatto molto buono. Abbiamo avuto il beneplacito a livello istituzionale dell'Ispettore Alessio Pistacchi  che ci sta seguendo con molta convinzione in questo nuovo aspetto dell'esperienza teatrale. In realtà abbiamo lavorato su un terreno già conosciuto e praticato dagli attori-detenuti. Uno degli aspetti difficili in questa fase Covid in carcere, è stato infatti quello di una impossibilità assoluta di continuazione in presenza dei colloqui coi famigliari. Per questo sono state attivate le telefonate  skipe in video con le famiglie. Ma già c'era stata sensibilità in precedenza dell' emergenza COVID per avviare  questo tipo di comunicazione: da anni qui si svolgono video telefonate fra detenuti e famigliari.

RUMORSCENA: Quali prospettive ci sono adesso nella Fase2 di riprendere le attività in presenza dentro il Maschio?

Punzo: Nei prossimi giorni capiremo meglio la ripresa. Secondo il nuovo Decreto di fine Maggio, siamo in grado di poter riprendere il lavoro dentro il Maschio. La stagione ci consente di poter fare le prove  all'aperto in cortile, così come ci concede di poter allestire lo studio di Naturae  per l'estate.  Il contagio si sta abbassando ed io sono ottimista. Per quanto riguarda l'accesso agli spettatori: se fino allo scorso anno potevano assistere allo spettacolo circa 300 persone più settanta collaboratori, in questa fase i numeri saranno necessariamente ridotti. Altra buona notizia è che stanno iniziando a riprendere i lavori nel cantiere per la costruzione del Teatro in Carcere, aperto proprio due giorni prima  del   Decreto Covid di Marzo. Invece non abbiamo notizie  e mi preoccupo per gli aspetti economici relativi al progetto ACRI. Ad oggi non abbiamo contatti su questo capitolo col ministro Franceschini e col ministero della Giustizia Bonafede

RUMORSCENA: ACRI ci puoi spiegare di che si tratta?

Punzo: Il progetto a cura di Carte BlancheCentro Nazionale Teatro e Carcere, è nato tre anni fa come esperimento pilota allo scopo di esportare l’esperienza trentennale e il modello operativo della Compagnia della Fortezza di Volterra. E' arrivato oggi alla creazione di una rete nazionale che coinvolge undici fondazioni bancarie e dodici strutture teatrali che operano professionalmente nelle carceri.
Pochi giorni fa si è svolta  in videoconferenza, la riunione ufficiale, che segna la partenza della terza edizione di PER ASPERA AD ASTRA - come riconfigurare il carcere attraverso la cultura e la bellezza, alla presenza del  Direttore di Acri Giorgio Righetti, del Presidente della Commissione per le attività e i beni culturali Marco Cammelli, dei responsabili delle fondazioni bancarie e dei rappresentanti  delle associazioni partner. Il progetto ACRI è firmato da numerose Fondazioni bancarie  che sostengono i mestieri del Teatro come formazione di figure professionali che operano dentro le carceri italiane. Il progetto pilota è incentrato sull'esempio della Fortezza. Prevede scambi  di operatori fra diverse realtà carcerarie da Palermo a Milano e rappresenta un esempio di buone pratiche. In  video conferenza Marco Cammelli ha confermato la volontà delle Fondazioni per una  ripartenza importante ed emozionante allo stesso tempo, che racconta la volontà a livello nazionale di sostenere ancora di più, nel contesto attuale, un progetto di cultura, civiltà e bellezza.
 Il progetto è sostenuto e promosso da ACRI-Associazione di Fondazioni e Casse di Risparmio Spa con Fondazione Cassa di Risparmio di Volterra, Fondazione Cariplo, Compagnia di San Paolo, Fondazione Con il Sud, Fondazione CariSpezia, Fondazione del Monte di Bologna e Ravenna, Fondazione Cassa di Risparmio di Perugia, Fondazione di Sardegna, Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, Fondazione Cassa di Risparmio di Cuneo e vede in partenariato Associazione Baccanica - Palermo, Associazione Gli Scarti - La Spezia, Opera Liquida - Milano, Teatro e Società - Torino, Teatro dell’Argine - Bologna, Teatro Stabile dell’Umbria - Perugia, Cada Die Teatro - Cagliari, Voci Erranti Onlus - Saluzzo (CN), Teatro Necessario – Genova.


martedì 12 maggio 2020


INTERVISTA a Franco D'Ippolito- direttore artistico del MET

PRATO

RUMORSCENA: qual è la situazione attuale al MET e cosa state facendo per far riemergere l'Ente da questa gravissima crisi di settore a causa del COVID-19? Quando pensa potrete ricominciare a lavorare e quali saranno secondo lei i problemi da affrontare per ripartire?

D'IPPOLITO: Stiamo facendo quello che ci è consentito provando a immaginare possibili scenari. Il Teatro è stato chiuso l'otto Marzo. Io stesso da direttore sto lavorando in Remoto. E' necessario azzerare alcune questioni a livello di Amministrazione rispetto al lavoro che già avevamo programmato avendo chiuso in anticipo le attività annullate per forza maggiore dall'emergenza sanitaria. Il nostro obiettivo attuale è quello di cercare di recuperare il pregresso riproponendo a Produzione programmata sia per gli artisti che per i tecnici. Un obiettivo che speriamo di poter realizzare dentro lo scenario possibile di una riapertura. L'ipotesi a cui lavoriamo è quella di riprendere da dopo Ferragosto ossia ricominciare a lavorare con una proroga della Stagione 2020/2021 con la realizzazione del Festival Contemporanea previsto dal prossimo 20 Settembre. La Stagione calendarizzata non è stata contrattualizzata, quindi l'unico scenario possibile a cui agganciarci è quello preesistente dal momento brutalmente interrotto dell' otto Marzo. Se riusciremo a riprendere la nostra attività sia di palcoscenico con gli spettacoli che di platea con la presenza del pubblico (settembre o dicembre o Gennaio 2021), sarà necessario rivedere tutta l'organizzazione delle attività dal punto interrotto. E se ripartiremo, come tutti ci auguriamo, non sarà in modo normale. Dovremo convivere col contagio. Stiamo lavorando con l'AGIS per proporre un protocollo con scienziati per capire insieme le modalità. Si riaprirà nell'interesse della salute di tutti i lavoratori, degli artisti e del pubblico, ma è necessario riaprire perchè abbiamo bisogno del Teatro! Oggi la stragrande maggioranza dei lavoratori del Teatro sono a reddito zero. Dobbiamo riportarli al loro posto di lavoro. Per quanto riguarda il pubblico: la nostra idea è quella di ridurre di 1/3 la capienza dei nostri Teatri. Per cui il Metastasio da 600 posti ne conterrà 200, il Fabbricone da 360 ne conterà 120 e cosi' il Magnolfi. Al Metastasio avremo uno spettatore ogni due sedie vuote. Le file saranno occupate in alternanza: una sì e l'altra no. Stiamo ragionando con degli architetti per capire come fare per restituire al futuro pubblico il piacere di tornare a teatro dentro un luogo di bellezza, evitando la sensazione di disagio, come quello di fruire uno spettacolo dentro uno spazio di guerra.
Il primo comandamento che ci siamo dati è quello di riuscire a mantenere il binomio Arte e Bellezza: la situazione del settore è difficile ma siamo in grado di farcela.

RUMORSCENA: A livello dei vostri rapporti col Ministro del Turismo e Spettacolo Franceschini, cosa sta accadendo rispetto alla ripresa del lavoro?

D'IPPOLITO: Per quanto riguarda la ripresa economica dei lavoratori nel Decreto Cura Italia: dovrebbero esserci inclusi degli ammortizzatori sociali. Stiamo collaborando col ministro Franceschini e i suoi uffici per definire un biennio speciale in stato di emergenza. L'anno 2020 è andato perduto. Il 2021 rischierà pesantemente le attività sospese dal 2019/20. Tutti lavoreremo per un rientro graduale: la prospettiva è quella di una nuova normalità però diversa da prima che ricominci dal 2022 nel senso che torneremo ad una proposta calendarizzata delle attività e della Stagione triennale solo dal 2022. Quindi non ci sarà una Stagione triennale regolare 2021/2023 ma una programmazione speciale per due anni fino al 2022. L'ambizione è quella di definire proprio dal 2022 una nuova normalità sia organizzativa sia per gli artisti che per i lavoratori del MET in una prospettiva a cui stiamo pensando in cui ci sarà un modo diverso di fare Teatro in totale libertà creativa per gli artisti dentro un tempo per ora sospeso.

RUMORSCENA: Cosa pensa del dibattito attuale sul ruolo dell'artista di teatro in tempi di Covid 19 e Social? È favorevole a questo spostamento di campo dal teatro dal vivo ai Social?

D'IPPOLITO: Sono favorevole. L'Artista vive in questo momento l'occasione per ampliare in maniera decisiva il dialogo e il confronto con altri artisti e con se stesso. E' questo un fattore importantissimo nell' adesso e nel dopo emergenza. Ben vengano quindi piattaforme sui social utili quando si possa veicolare l'arte teatrale per i propri lavori artistici o come esempio di archivio in Rete come sta accadendo su FB o su canali privati come Whatt's up. Tutto questo aiuta a mantenere un dibattito vivo fra artisti, operatori e un collegamento virtuale col pubblico. In attesa di un ritorno allo spettacolo dal vivo. Sono gli artisti il nostro propulsore di idee. Il loro “narcisismo” è in funzione dell'arte e della creazione quindi ben vengano proposte e idee da parte loro.
Per quanto riguarda invece la mia responsabilità di Direttore di un Teatro Pubblico sugli artisti, tecnici e organizzatori, sta a me garantire una maggiore incisività di prospettive lavorative. Coloro che oggi sarebbero sotto scrittura e non hanno contratti, posso provare a garantire loro lo stesso reddito, le stesse giornate lavorative nel momento in cui ci sarà la ripresa di Settembre. Il mio primo criterio da funzionario per gli Artisti e lavoratori del MET è il recupero della Produzione con la riprogrammazione delle attività interrotte l'8 Marzo. Per il momento: arrivederci a Prato al Festival Contemporanea dal 20 Settembre.





Intervista a ANGELA FUMAROLA direttrice artistica (con Fabio Masi) di ARMUNIA e Festival Inequilibrio

ROSIGNANO MARITTIMO ( Livorno)


RUMORSCENA : qual è la situazione attuale ad Armunia e cosa state facendo per far riemergere le attività produttive, le Residenze e il Festival In/Equilibrio da questa gravissima crisi del settore dovuta al COVID 19?
Quando pensa si possa ricominciare a lavorare e quali saranno i problemi da affrontare per ripartire?

FUMAROLA: Ad Armunia continuiamo ad utilizzare dalla chiusura di Marzo degli spazi e delle attività, lo strumento digitale: un tavolo di riunioni in team. Le teniamo in collettivo anche con i tecnici e il personale di accoglienza una volta alla settimana in video chat, mentre con l'ufficio stampa e social team ne facciamo una al giorno. Abbiamo anche aperti dei tavoli internazionali. L'eccezionalità della fase ci porta ogni giorno anche sui tavoli regionali delle residenze artistiche toscane. Per quanto riguarda il Festival In /Equilibrio (spostato a Settembre), il compito degli operatori è quello di creare le condizioni per la cura degli artisti come da protocolli Regione Toscana e come priorità insieme alla Compagnia Kilowatt Capotrave (Sansepolcro-Arezzo). Ma non voglio adesso parlare del problema attuale perchè preferisco pensare al futuro che voglio immaginare in termini di desideri. In questo momento di totale incertezza con tutte le attività sospe In /Equilibrio a Settembre. Abbiamo ancora l'obbligo di impedimento di trasferimenti fra Regioni, cosa che per le nostre collaborazioni artistiche sono necessarie. Sono saltate le ospitalità internazionali previste a Giugno-Luglio con la Cina e col Canada spostate al 2021. Il nostro Festival si terrà tutto all'aperto nella cornice degli spazi fra le mura medievali del Paese di Rosignano Marittimo. Non prevediamo la partecipazione di pubblico se non dei cittadini dai propri balconi. Non vogliamo parlare di recupero del calendarizzato nella stagione bloccata, quanto piuttosto guardare avanti. Oggi il tempo per noi di Armunia ha acquisito una dimensione non più lineare ma diagonale. La sfida che lanciamo insieme a Kilowatt è quella delle Residenze toscane di cui siamo capofila. Per questo abbiamo pensato a stilare e pubblicare il Bando per Residenza digitale già operativo (si trova su FB pagina:ARMUNIA). Servirà a trasformare la mancata prossimità fra gli artisti e degli artisti col pubblico, in un'altra dimensione: quella di un' agorà virtuale. Gli artisti sono invitati a presentare il loro progetto da dentro le proprie mura domestiche e avrà come canale il WEB. Come ne usufruiscono? Con un contributo individuale da interagire col pubblico della Rete. La nostra proposta certo non potrà sostituire le Residenze ma stimola nuove forme di ricerca autorale. Interrogarsi sul presente via piattaforme del Web, non potrà sostituire certo il Teatro dal vivo, tuttavia sono convinta che lo strumento del Web sia molto interessante in questo momento. Penso, per esempio, che gli adolescenti abbiano vissuto meglio di noi adulti questa fase dei due mesi in quarantena del COVID 19, in quanto loro a differenza di noi sono nativi digitali. I problemi che stiamo affrontando e le paure, riguardano oggettivamente la normativa relativa all'ordinanza sulla sanificazione degli ambienti di lavoro. Per quanto concerne alcune categorie di nostri lavoratori, immaginiamo si possano creare dei pannelli di divisio

lunedì 4 maggio 2020


In ricordo di un grande artista Giacomo Verde

renzia.dinca

Giacomo Verde aveva negli occhi la curiosità mobile del bambino e nel lavorare coi colleghi la capacità di entusiasmare e interagire con sana leggerezza, complice una creatività a tutto raggio che spaziava dalle ideazioni alle performance alle installazioni che lo hanno reso una delle personalità di spicco della Video Arte.
Ho avuto occasione di assistere ad alcune sue prove d'artista come critico teatrale e anche la fortuna di collaborare per uno spettacolo in cui ero stata coinvolta come drammaturga.
La prima esperienza di contatto diretto e personale è stata alla Città del Teatro di Cascina dove collaboravo come consulente. Era il 2005. Alessandro Garzella allora direttore artistico, lo invitò per allestire Storie mandaliche 3.0, una riedizione di Storie mandaliche 2.0, lavoro rivolto al Teatro Ragazzi ma anche adatto ad un pubblico adulto. Lui stesso era in scena come performer diretto da Fabrizio Cassanelli. Trovai il lavoro interessante anche se in corso di aggiustamenti. Piacque molto ai ragazzi perchè coglieva in pieno l'esigenza di utilizzo anche in teatro e nella narrazione, delle nuove tecnologie che allora stavano entrando in modo massiccio nell'immaginario dell'infanzia e adolescenza. Nel 2006 sempre per La Città del Teatro produsse il video Sintomi-è più potente di me sul Laboratorio tra disagio mentale e scena tenuto da Garzella e Cassanelli (vedi anche Il Teatro del dolore -Titivillus, a mia cura). E' nel 2007 che collaborammo insieme chiamati da Paola Marcone regista e attrice per il lavoro Passio Mariae, che andò in scena per il Teatro di Buti di Dario Marconcini, di cui curò le video-scene ed ebbe molte repliche. L'ultimo incontro con lui fu nel 2015 a SPAM di Roberto Castello ( faceva parte del team artistico) presso Lucca. Lui stesso era in scena con Artist=Zombie. Nel lavoro erano esposte 12 foto accompagnate da una lettura dei punti di un Manifesto secondo cui gli attori sarebbero Zombie “se uccidi uno zombie non è omicidio. Se uccidi un artista è un omicidio?”. Ciao Giacomo





sabato 18 aprile 2020


Intervista a Elisabetta Salvatori. In morte e in vita di Luis Sepulveda

renzia.dinca

Forte dei Marmi-Pisa

La scomparsa di Luis Sepulveda, lo scrittore cileno esiliato in Europa dopo la dittatura di Pinochet per la sua militanza politica a fianco di Salvador Allende (ne era stato da giovanissimo, guardia del corpo) a causa del Coronavirus, lascia un senso di stupore e annichilimento sia in chi lo aveva amato in quanto lettore dei suoi romanzi sia in chi aveva visto in lui un simbolo di resistenza contro le dittature in America Latina. La sua fama in Italia inizia in una fase politica in cui il nostro Paese era sull'orlo di una crisi della democrazia senza precedenti dopo la seconda Guerra mondiale (sullo sfondo del rapimento di Aldo Moro il golpe di Pinochet nel 1973, la repressione di Videla in Argentina, la Grecia dei colonnelli). In quella fase complessa per il nostro Paese molti intellettuali perseguitati dalle dittature del Centro e Sud America trovarono in Italia un Paese d'accoglienza. L'Università di Pisa ospitò docenti e studenti sfuggiti ai regimi provenienti dall' Argentina, dalla Bolivia, dal Cile, da Atene, come più avanti molti palestinesi in fuga da Sabra e Chatila. A Pisa in un comune della provincia: Vecchiano (dove tra l'altro è nato Tabucchi), si formò un forte tessuto politico-sociale che faceva riferimento alla Scuola di don Milani e che ha visto e vede tuttora proseliti ispirati alle figure di Michele e Francesco Gesualdi, fra i primi allievi del prete ribelle di Barbiana.
Lo scrittore Sepulveda era molto amato in Europa e nel nostro Paese sia da lettori forti che da intellettuali che avevano visto in lui, vittima di carcerazione, torture e successivo esilio nel Cile del golpe, una figura di riferimento per la sua storia personale al servizio di cause civili mondiali e per la sua scrittura che incarna uno spirito critico di impegno, solidarietà, lealtà ed amicizia sui temi della giustizia sociale, dell'ambientalismo, della resistenza verso ogni forma di repressione individuale e collettiva. Molti intellettuali pisani uno fra tutti Antonio Tabucchi, ereditò e rese a sua volta unico nelle sue opere letterarie di ambientazione portoghese (una fra tutte: Sostiene Pereira) quel “realismo magico” che in America Latina aveva in Marquez la sua punta massima di fulgore. Sepulveda ha ricevuto il Premio Pegaso d'oro a Firenze nel 2013 nelle mani del Presidente della Regione Enrico Rossi e fu premiato a Prato al Centro Pecci nel 2015 nel corso della Rassegna Uomini di guerra, nel quarantennale della morte di Pier Paolo Pasolini con una motivazione che parla del ruolo della letteratura come denuncia contro i soprusi. Ma l'affiliazione dello scrittore cileno col nostro Paese ha radici più antiche: è nella Versilia dei cavatori del marmo di Carrara, nella storia dell'anarchia che in quelle province fra la costa della Versilia e le Apuane ha un peso importante, una delle sue più corrisposte e intense partecipazioni a riti collettivi di piazza e di condivisioni umane ed amicali. Ne abbiamo parlato con Elisabetta Salvatori, attrice e autrice che dalle mani di Sepulveda ha creato una riduzione ed adattamento per la scena di una delle sue più famose opere letterarie per l'infanzia: Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare (Guanda 1996) da cui sono stati tratti un film e un cartone animato

Rumorscena: Come e quando ha conosciuto Sepulveda?

Salvatori: Era il 1998. Stavo per andare in Bosnia per tenere un laboratorio di burattini. Vado in libreria perchè volevo portare con me in viaggio un libro. Trovo uno scatolone di libri appena arrivati con in copertina il nome: Sepulveda. Me ne compro uno e lo leggo d'un fiato: era La Storia della Gabbianella. Ho subito capito che quel libro “era stato scritto per me”, per una serie di assonanze autobiografiche personali. Ho creato una riduzione di 15 minuti della storia per la scena. Pochi mesi dopo a Pietrasanta viene invitato Sepulveda per un pubblico incontro dove ho un primo contatto con l'autore. Nel 1999 il 14 Settembre Sepulveda viene invitato a Pietrasanta dal Sindaco perchè insignito di cittadinanza onoraria. Il Sindaco mi aveva chiesto di presentare il mio lavoro nel corso della cerimonia che avveniva nella piazza con un enorme concorso di pubblico. Io mi presentai con baffi da gatto (il gatto Zorba, che era gatto di famiglia di Luis, di sua moglie e dei numerosi figli in casa ad Amburgo) e tutina nera. Dopo oltre due ore a cerimonia quasi finita, Sepulveda mi fa cenno di salire sul palco. Conosceva bene l'italiano (la sua traduttrice lucchese anche di molti autori in lingua spagnola è Ilide Carmignani). Una volta eseguita la mia performance mi disse: Ascoltavo la storia come se non la conoscessi e fosse la prima volta” Io gli risposi: Questa storia lei l'ha scritta per me

Rumorscena: Come è poi arrivata a diventare l'autrice-attrice con centinaia di repliche tuttora in tourneè della Gabbianella?

Salvatori: Qualche mese dopo la cerimonia a Pietrasanta andai a Torino per un provino RAISAT, una registrazione di 33 puntate di GLU GLU RaiSat per i bambini con delle favole che avevo scritto di mio pugno. Eravamo sempre nel 1999. Caso volle che Sepulveda fosse a Torino per incontrare alcuni suoi traduttori. Fu in quella occasione che mi autorizzò con liberatoria a recitare in pubblico la Gabbianella. Mi disse: Mi sa che questa storia l'ho scritta per te

Lo rividi poi qualche anno dopo a Roma, a casa di Gianni Minà in occasione del compleanno del giornalista che tanto conosceva l'America Latina, sua la famosa intervista a Fidel Castro. Mi aveva invitata sua moglie perchè aveva apprezzato il mio lavoro sulle fiabe e sulla Gabbianella. Portai allora come dono di compleanno a Minà la mia fiaba per bambini: Lucio è un Poeta, dedicato a Luis.

Elisabetta Salvatori è attrice e autrice. Nella sua casa di Forte dei Marmi conduce uno spazio teatrale dove recita testi suoi e ospita rassegne di poeti e intellettuali. L'ultimo in ordine temporale una serie di incontri con la spiritualità con interventi di sacerdoti nell'epoca di Papa Francesco


giovedì 9 aprile 2020


Indomabile è la notte- da Prometeo renzia.dinca Prato E' stato l'ultimo lavoro visto al Fabbricone di Prato prima della chiusura per la pandemia di Covid19 questo Indomabile è la notte per l'adattamento e la scrittura scenica da Prometeo di Eschilo di Oscar De Summa, anche regista e interprete. Riletta con lo sguardo di questo presente drammatico sotto la tempesta e le conseguenti macerie che questa “peste” sta portando nel mondo, il monologo finale in forma poetica detto da Marina Occhionero (Premio UBU 2019 come miglior attrice under 35), ha il sapore di una sfida dentro la metafora della rinascita: (…) Che ho paura Ce l'ho Quello si ma me ne dimentico Cannibale di luce Me ne disinteresso (…) Che quando la vita si incastra Allora l'idea della vita Prende il sopravvento. Nella suggestiva lettura molto liberamente tratta dal mito del Titano Prometeo che osa sfidare gli dei rubando il fuoco e ne verrà punito per l'eternità, colpisce l' ideazione dei quattro personaggi in scena: Prometeo è Tea (una fresca ed efficace Marina Occhionero), una ragazza colma di entusiasmo e energia, capace di sfide ma anche di errori per ingenuità e cadute che incarna la giovinezza carica di amor vitae. Epimeteo detto Epi fratello di Tea, è un giovane nerd anche lui soggetto a fascinazioni informatiche (Luca Carbone) che si innamora di Pandora (Rebecca Rossetti) donna smaliziata e sexi conosciuta in chat. E infine L'Aquila in greco Aetos (Oscar De Summa in diversi ruoli) una figura più adulta che riconnette i giovani ad un principio, anche cinico, di realtà. De Summa imbastisce un plot narrativo in più quadri per la scena sviluppando la sua scrittura drammaturgica su personaggi della più consueta attualità, quella dei sempre connessi, quelli della chat, quelli del revenge porn e degli incontri che nascono in chat per poi diventare incontri reali al buio in una interconnessione continua fra realtà e virtualità con tutte le conseguenze pericolose per l'equilibrio psichico e fisico che il mondo della Rete sta portando a galla. Una visione che mette al centro la tecnologia del Web e delle sue infinite variabili e applicazioni che ha modificato e rivoluzionato completamente in pochi anni le vite di ciascuno di noi. Come nel saggio dello storico dell'economia David Landes al centro del suo saggio Il Prometeo liberato vi è la trasformazione del mondo del lavoro ( il saggio prende in esame la rivoluzione industriale dal 1750 agli anni Sessanta del secolo scorso), così De Summa mette in scena la rivoluzione tecnologica che ha caratterizzato il mondo globalizzato da Bill Gates a Zuckerberg attraverso una riduzione schematica di situazioni che restituisce nelle azioni e nei dialoghi fra i diversi personaggi. La scrittura di scena si apre e chiude ad anello con la stessa Tea in un drammatico tentativo di suicidio, salvata dalle parole di Aetòs che la convince a desistere, a tornare al principio di realtà E si chiude con il monologo della ragazza, un lungo monologo sussurrato al microfono, che è un inno alla vita. La notte è buia e non si vede niente. Ma il giorno ricomincia sempre e il fuoco rubato agli dei, il fuoco della luce, della ragione, della conoscenza trionfa mi piace mi piace la mattina quando so rendere poesia ogni mia cicatrice. Il nuovo lavoro di De Summa supportato dai tre attori convincenti lascia qualche perplessità non tanto sul piano della trattazione in scena quanto nella difficoltà per lo spettatore, almeno di coloro che conoscono il testo originario greco, di decifrare i diversi personaggi rispetto alla trama di Eschilo. Ma forse è meglio assistere allo spettacolo senza preconcetti che sicuramente deviano da una ricezione schietta. Del resto è dichiarato fin dal manifesto di sala: Indomabile è la notte. Da Prometeo. L'attualizzazione di temi e personaggi tratti da classici non è mai operazione indolore per un artista eclettico. E se lo spettacolo girerà, come ci auguriamo anche se non sappiamo quando avrà modo e maniera di essere visto, avrà maturato ben altri temi di approfondimento e riflessione: forse l'amore ai tempi del Coronavirus? PRIMA NAZIONALE Testo e regia Oscar De Summa con Oscar De Summa, Marina Occhionero, Rebecca Rossetti, Luca Carbone scene Francesco Fassone Produzione Teatro Metastasio di Prato, Arca Azzurra e La Corte Ospitale Visto al Teatro Fabbricone di Prato, il 1 Marzo 2020