lunedì 1 agosto 2016


In viaggio con Gli Omini da Pistoia a Castagno renzia.dinca FacebookTumblrPinterestCondividi STAZIONE DI CASTAGNO (Pistoia) – Quelle Ferrovie dello Stato quando i treni erano sempre puntuali, quando c’era lui, e che adesso dismettono le tratte. Quella fra Pistoia e Porretta Terme, aveva rischiato di chiudere solo due anni fa, ma così non è stato. La Compagnia Gli Omini ( Premio Enriquez e premio Rete Critica 2015) con il vento in poppa dopo il successo- meritato, di Ci scusiamo per il disagio con debutto estivo a fianco della stazione pistoiese al deposito dei Rotabili Storici nazionale, in presenza di due treni da collezionismo che ricordavano dei modelli Rivarossi, tuttavia autentici se fossero stati in scala per bambini-adulti, mentre un tecnico nel caldo assordante della scorsa estate ci diceva che sì forse potrebbero ancora viaggiare ( sic!). Eccolo il mito Otto- Novecentesco della Ferrovia! Stavolta finalmente si viaggia per davvero dopo l’esperienza dell’anno scorso, “La corsa speciale” è il nuovo titolo. Il treno ha una livrea colorata, di ultima generazione porta il nome di Jazz, è moderno e pulito. Sembra di viaggiare in aereo, magari in classe turistica ma con video che indica destinazione stazione di Castagno. Siamo circa un centinaio a partire dalla stazione di Pistoia ( città che si è aggiudicata per il 2017 il primato italiano di Città Europea della Cultura), saliamo a bordo ma prima vidimiamo il biglietto (che termine assurdo e comunque sempre meglio che obliterare). treno Ci avvisano con un volantino che a causa della tragedia ferroviaria di Andria in quel budello infernale che risponde al nome di binario unico, diventato da pochi giorni, e qualche manciata di ore, luogo sinistro di vittime pendolari, Trenitalia ha deciso di cancellare il prologo dello spettacolo, dove una registrazione sonora e non solo, doveva essere diffusa a bordo avanti e indietro da Pistoia. ATT00007 Giunti a Castagno dopo circa venti minuti di viaggio a velocità media da crociera di 50 kilometri orari, come da schermo visibile in ogni carrozza, ci troviamo in uno spazio inedito teatrale, tra un praticello con alber e luci in notturna – ipotetica stazioncina pedemontana – di fatto chiusa come altrove sui territori liminari omologhi delle tratte secondarie, dove si svolge l’azione scenica; e un buco-galleria tipica appenninica, dove il nostro trenino jazz sparisce per poi ricomparire un’ora dopo a fine spettacolo fra semafori verdi e rossi di via libera e stop. Anche le storie che vengono narrate da Gli Omini, perseguono nel loro spazio-tempo la dinamica corrente già percorsa nell’immaginario visto lo scorso anno a Pistoia e stazione- di passaggio; sì di provincia ma per città come anche Prato e Firenze. Solo che le storie stavolta sono meno borghesi e anche meno pulp ma molto più terragne, più pop insomma. Del resto questo è il concept della poetica del gruppo che proprio da interviste in chiave prettamente sociologica, attinge e con fortuna sia di critica che di pubblico, il proprio materiale drammaturgico-narrativo. ATT00010 Si parte da una presenza inquietante che si rivela trasformazione grottesca del povero piccione – testimone scomodo ma silente, perché sporco abitante delle vicende di sbandati ma anche di belle signore annoiate in viaggio per la stazione pistoiese. L’essere si presenta con becco da uccello e gran parlantina da filosofo fra il berciante e il sermoneggiante e si appalesa da dietro due alberi fronzuti a cui sono appese due altalene. In questo ricreato spazio – stazioncina si riverberano le voci-dialoghi registrati in primo abbozzo in intervista di persone reali, poi in riscrittura drammaturgica in forma di personaggi impersonati a ruota, a mosaico, da Luca Zacchini, Francesco Rotelli e Francesca Sarteani. Chi sono questi anonimi viaggiatori a cui danno vita voce e corpo i tre Omini? Una colf dell’est con relativo anziano rinco, un poeta napoletano forse incompreso, un navigatore solitario degli spazi second life, una volontaria emiliana del terremoto che va a trovare un amore a Lucca, un fissato dell’oroscopo da balera e altri. Al di là dei contenuti è il trattamento che ne è stato fatto a rendere questo lavoro gustoso e leggero, nella sua pesante restituzione d’umanità coi suoi tic, fissazioni, stati d’animo, un affresco sociale in punta di penna asciutto e scattoso. Storie tenere e insieme miserabili spesso vere spesso fasulle che tutti da viaggiatori della vita abbiamo ascoltato e magari raccontato sui treni delle nostre esistenze. Perché tutti in fondo siamo un po’ viaggiatori spersi nel tranello delle ragnatele delle nostre vite e un po’ uccellacci biechi, bravi a raccontarcela. Il progetto T ( T come treno T come Teatro T come transappenninica), ideato da Gli Omini, Compagnia in residenza dell’Associazione Teatrale Pistoiese presieduta da Rodolfo Sacchettini è di durata triennale e ci proporrà una nuova avventura, un nuovo viaggio per nuove storie per il 2017. Anno di Pistoia capitale della Cultura. ATT00013 Progetto T anno II-2016 Produzione Associazione Teatrale Pistoiese in collaborazione con Trenitalia e Rete Ferroviaria Italiana Compagnia Gli Omini Con Francesco Rotelli, Francesca Sarteani e Luca Zacchini Dramaturg Giulia Zacchini Visto a Castagno (Pistoia) il 22 luglio 2016 Ti potrebbe interessare anche: “Corsa speciale”: in treno con gli Omini sulla Porrettana 14/06/2016 Dal Binario 10 parte la XXX edizione del Festival Volterra Teatro 18/07/2016 Trattato di economia al Funaro 13/06/2016 Amleto + Die Fortinbrasmaschine. 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Ha pubblicato in poesia Anabasi (Shakespeare & Company, Bologna 1995), L'altro sguardo (Baroni, Viareggio 1998), Camera ottica (ivi, 2002), Il Basilisco (Edizioni del Leone, Venezia 2006) con postfazione di Luigi Blasucci, L'Assenza (Manni-Lecce 2010) con prefazione di Concetta D'Angeli, Bambina con draghi ( Edizioni del leone, Venezia 2013) con prefazione di Paolo Ruffilli. È inserita nella rivista Italian Poetry della Columbia University.Come saggista teatrale il volume Il teatro del cielo (Premio Fabbri 1997), Il gioco del sintomo (Pacini-Fazzi, Lucca 2002) su un’esperienza di teatro e disagio mentale, La città del teatro e dell'immaginario contemporaneo (Titivillus, Corrazzano 2009), Il Teatro del dolore (Titivillus 2012), su una esperienza ventennale di teatro e disagio mentale presso La Città del teatro. Per Garzanti uscirà un saggio sul Metodo mimico di Orazio Costa. Come autrice di teatro sono stati rappresentati Ars amandi-ingannate chi vi inganna ed uno studio per Passio Mariae con video di Giacomo Verde. Collabora come performer con musicisti, tra i quali il maestro Claudio Valenti, che hanno composto brani inediti sui suoi testi ispirati al Il Basilisco e L'Assenza.

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