mercoledì 10 agosto 2016


La Città del Teatro-Quale futuro Renzia D’Incà Cascina (Pisa) Nel corso della conferenza stampa in cui il nuovo cda della Città del Teatro di Cascina a seguito degli esiti delle elezioni amministrative che hanno visto la vittoria della Lega e l’insediamento della nuova Giunta con a capo la Sindaca Ceccardi con Luca Nannipieri assessore alla Cultura, sono emerse alcune questioni con l’attuale direzione artistica riguardo sia fattori gestionali che di contenuti di programmazione dei futuri cartelloni. Ne abbiamo parlato con la direttrice Donatella Diamanti che da cinque anni guida una realtà territoriale che è presidio culturale di livello nazionale riconosciuta a livello ministeriale in quanto Teatro di Produzione Nazionale Qui riporto la nostra conversazione: Dottoressa Donatella Diamanti: il neo assessore Nannipieri dice che la giunta non è per niente soddisfatta della produzione artistica e delle scelte culturali fatte in tutti questi anni, sostenendo che la proposta culturale è magra e che sono state fatte finora proposte monodirezionali. A lui fa eco il neo Presidente Buscemi, che dichiara che i cartelloni passati erano poco inclini a far incassi, con un teatro che al di là dei confini locali nessuno conosce. Che cosa può dirci?” "Nel corso della stessa conferenza è stato anche dichiarato che il problema è quello di un teatro avulso dal territorio, con la cittadinanza cascinese che non lo vive: siamo troppo localistici o troppo poco, allora? Non è mia abitudine cercar polemiche e mi limito ai fatti, evitando dunque ogni possibile strumentalizzazione. Durante le passate stagioni – io posso ovviamente parlare solo per ciò che attiene alla mia direzione, vale a dire dalla metà del 2012 a oggi – la Città del teatro ha visto tornare a riempirsi i suoi spazi. Nell’ultimo anno, ad esempio, abbiamo avuto il tutto esaurito innumerevoli volte, in ogni tipo di offerta: quella rivolta ai bambini e agli adolescenti (attività per la quale siamo riconosciuti come Centro di produzione dal Ministero e abbiamo ottenuto l’accreditamento regionale, ricevendo un cospicuo finanziamento), così come in quella serale disegnata nel progetto triennale in base al quale riceviamo i finanziamenti di cui sopra. Se davvero questo accade con spettacoli di per sé poco inclini a fare incassi beh, allora mi rallegra constatare di essere riusciti col tempo a creare un’attesa tanto alta intorno alle nostre offerte da avere – numeri alla mano – scongiurato il pericolo". Dottoressa, potrebbe fare dei nomi? si parla di scelte monodirezionali "Ho visto che, in genere, specie sui social network, a questa accusa seguono quasi sempre i nomi Travaglio e Guzzanti, come se fossero stati l’unica nostra proposta. Negli ultimi anni Marco Travaglio è venuto due volte è vero ed una Sabina Guzzanti, ma sul nostro palcoscenico si sono succeduti anche attori come Luca Zingaretti, Antonio Albanese, Lillo & Greg, Alessandro Benvenuti o Lucia Vasini, Antonio Cornacchione, Paolo Calabresi, Lella Costa, Katia Beni, Anna Meacci. Prodotti popolari e al tempo stesso di qualità, accanto a spettacoli come l’ultimo di Emma Dante o di Marco Paolini o a importanti esempi di drammaturgia contemporanea, dallo splendido testo di Christian Ceresoli, La merda, a cui abbiamo portato fortuna, perché dopo che lo abbiamo messo in cartellone ha vinto il prestigiosissimo Festival di Edimburgo, a L’origine del mondo di Lucia Calamaro… fatico adesso a ricordarli tutti". Si dice che manca il teatro classico, però: Shakespeare, Moliere, Goldoni, Pirandello… "La Città del Teatro vive in una realtà geograficamente ben segnata. Da un lato, infatti, c’è il Teatro Verdi di Pisa, che ha in quel tipo di offerta la propria cifra principale. Dall’altro c’è Pontedera, che alla storica vocazione di sperimentazione ha affiancato adesso, con la fusione con La Pergola, una proposta più indirizzata alla tradizione. Nel prossimo anno ospiteranno un Lear, Edipo, L’uomo dal fiore in bocca o Una bisbetica domata, tanto per fare un esempio. A mio avviso diventa dunque necessario individuare altri spazi, proprio per ribadire un’identità che possa essere davvero inclusiva su larga scala (e andare ad attirare, come i biglietti venduti ci dimostrano, un ampio pubblico), anziché rimanere schiacciata tra due colossi, come loro piccola controfigura". E per quanto riguarda il resto? In conferenza stampa si è parlato di terrorismo e Islam come temi da trattare "Viviamo ben calati nella realtà e credo che questo sia stato il punto di forza degli ultimi anni. Abbiamo trattato a fondo temi come quello alla criminalità organizzata o quello del femminicidio quando gli eventi e la sensibilità comune erano pronti a farlo. L’assalto al Bataclan - e, da lì in poi, l’escalation di attentati e di timore – è del 13 novembre scorso, non di tanti anni fa, non dimentichiamolo. E dunque non credo che si possa intendere che non ne abbiamo parlato, quanto piuttosto che non ne abbiamo “ancora” parlato. Personalmente ritengo giusto e doveroso farlo e cercare, da buoni narratori di storie, di sviscerare al meglio ciò che sta accadendo attraverso ogni punto di vista. Non credo affatto che la paura per gli attentati o le difficoltà di fronte a scenari mondiali inimmaginabili fino a poco tempo addietro appartengano alla destra o alla sinistra. Poi, certo, io ho le mie idee, ma è proprio dal confronto che nascono i migliori passi avanti. In ogni campo e, a maggior ragione, in luoghi come il nostro dove si mettono in scena i pensieri".

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