martedì 23 agosto 2016


La Città del Teatro da Teatro Stabile di Innovazione a Teatro di Produzione - intervista a Donatella Diamanti
C<b>Cascina ( Pisa) Intervista a Donatella Diamanti luglio 2015 di Renzia D'Incà Quanta acqua è passata sotto i ponti in questi pochi mesi da quando la Riforma ministeriale firmata Franceschini ha mutato l’assetto della situazione pregressa di decenni di storie di spazi teatrali pubblici e privati della nostra Penisola. Appena sorto Il Teatro della Toscana quale prima realtà regionale con le sole altre sei a livello nazionale, ecco che in Regione si prefigurano realtà riconosciute dalla Commissione FUS come Teatro di produzione. Una fra queste è La Città del Teatro di Cascina. Abbiamo incontrato Donatella Diamanti, drammaturga e sceneggiatrice televisiva di rango che ne è la direttrice ( riconfermata) da tre anni, per fare un bilancio del suo mandato e commentare l’evoluzione dello spazio che da trent’anni opera sul territorio fra Pisa e Firenze a soli dieci chilometri dal Teatro Era di Pontedera, attuale partnership con La Pergola del Teatro della Toscana. Lei è da tre anni direttrice della Città del Teatro. Vuole raccontare quale è stato il progetto artistico- suo e del suo staff-che ha trasformato di fatto un Teatro Stabile di innovazione nel nuovo Teatro di produzione? Diamanti: Il nostro Teatro è un teatro aperto. Abbiamo scelto, all’inizio del mio incarico (N.d.R che nasce da una investitura per pubblico concorso) di dare massimo ascolto a tutte le forze in campo sul territorio nazionale e anche locale sia nuove sia che già gravitavano sul nostro progetto culturale e artistico. Il risultato, a distanza di tre anni dalla mia nomina a direttrice artistica, è stato quello di un piccolo miracolo di pubblico. Sulle prime del serale, una rassegna difficile, nella passata stagione abbiamo avuto ben dieci aperture col tutto esaurito. Può indicarci quali sono secondo lei i fattori che hanno reso possibile questo bel risultato? Diamanti: Credo sia stato l’aver pensato che fosse necessario adattare l’evento al luogo. Mi spiego meglio: abbiamo molto lavorato in programmazione con le scuole. Insomma un epilogo in linea col nostro progetto. Ci parli del rapporto con le residenze, gli artisti dato che siete divenuti Teatro di produzione. DIamanti Il rapporto stretto con gli artisti è sempre stato un fattore determinante essenziale del nostro progetto artistico. Lo spazio teatrale di cui disponiamo, lo consente. Abbiamo una foresteria e l’artista è per noi un abitante del luogo. La Formazione è un altro dei vostri punti di forza. Come vi muovete? Diamanti: Chiediamo a coloro che si iscrivono ai nostri corsi anche di assistere ai nostri spettacoli. Abbiamo creato questa formula, che funziona. I corsi di drammaturgia , per esempio , che io stessa curo in prima persona, sono gratuiti. L’unica richiesta ai partecipanti è la presenza come pubblico ai nostri spettacoli in cartellone ed un feed back nel nostro dopo-spettacolo. Inoltre chiediamo trasversalità di pubblico rispetto agli spettacoli dell’infanzia con le proprie famiglie. Abbiamo il domenicale con due repliche, sempre con tutto esaurito pomeridiano e dispensiamo le merende gratuite. Inoltre siamo noi come staff che andiamo nelle scuole del territorio- elementari e medie, ad incontrare bambini ragazzi ed insegnanti. Per quanto riguarda l’educazione degli spettatori, abbiamo istituito il corso Veder Vedere curato da Ivana Monti. Non solo: coinvolgiamo gli spettatori nelle prove aperte degli spettacoli. Teniamo alla varietà del nostro pubblico. Il nostro obiettivo è sempre stata la qualità. Anche le nostre residente artistiche per i giovani sono gratuite. Ho puntato molto sul ricambio generazionale. I debutti ( con scambi) avvengono proprio qui nel nostro spazio, dove i giovani hanno avuto ospitalità. E’ questa una delle ragioni per cui siamo stati individuati come Centro di produzione. Da noi gli under 35 partecipano al processo produttivo e formativo e sono retribuiti per il loro lavoro.

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