martedì 17 aprile 2018


renzia.dinca



Pontedera (Pisa)

Debutta in Prima nazionale al Teatro Era di Pontedera: QUASI UNA VITA- Scene dal Chissàdove. Protagonisti due figure chiave del Teatro toscano e nazionale l'attrice Giovanna Daddi e Dario Marconcini (direttore artistico del Teatro di Buti, attore e regista), coppia sulla scena e nella vita. La regia è affidata a Roberto Bacci, direttore  del Teatro Era (Teatro Nazionale della Toscana con La Pergola di Firenze) che firma anche la drammaturgia insieme a Stefano Geraci. In scena con Daddi e Marconcini altri quattro attori: Elisa Cuppini, Silvia Pasello, Francesco Puleo e Tazio Torrini.
Una nuova produzione, questa del Teatro Era, che ben riassume Stefano Geraci, da tempo in sodalizio artistico con Bacci: Se fosse stato cinema, questo spettacolo si sarebbe potuto ascrivere al genere biopic, quella fiction che si fonda su biografie reali (…). La preparazione, almeno, è stata analoga. Abbiamo raccolto e registrato i racconti biografici di Dario Marconcini e Giovanna Daddi, attori e amici di lunga data con una intensa storia di teatro e vita in comune lunga quasi sessant'anni. (…) Il motivo di questa scelta non è stato però quello di raccontare le loro vite, ma di attraversarle insieme.

Alla conferenza stampa al Teatro Era di presentazione di Quasi una vita erano presenti gli attori, il regista, l'assessora alla cultura Liviana Canovai,  Marco Papiani assessore al Bilancio del Comune e Luca Dini  (già Presidente  di Fabbrica Europa)


Luca Dini :Questo spettacolo è per noi una produzione molto importante perchè il processo di scrittura è tutto incentrato  su due persone Giovanna Daddi e Dario Marconcini, fondamentali nella costruzione dell'attuale Teatro Nazionale in quanto fondatori negli anni Settanta  del Teatro di Pontedera

Roberto Bacci: E' stato un lavoro che parte dalle origini umane del nostro Teatro. D a un incontro  a Pisa (città dove allora vivevo), quello fra me e Dario Marconcini. Eravamo entrambi appassionati di Teatro ed in particolare dell'esperienza dell'Odin Teatret. Fu un incontro di vera e propria iniziazione da cui partìrono il Teatro di Pontedera, il CSRT Centro di sperimentazione e ricerca teatrale  con la presenza costante di Jerzi Grotowski invitato da me e Carla Pollastrelli fino agli esiti dell'attuale Teatro Nazionale. Il  nuovo lavoro parte da un'idea iniziale, quella del punto di vista della porta ( la conferenza stampa  si svolge nello spazio dove sarà  l'allestimento ed in scena si intravede una porta alla maniera di Duchamp). Abbiamo lavorato insieme al drammaturgo e scrittore Stefano Geraci coi due protagonisti,  che sono amici e colleghi, coinvolgendo anche alcuni attori della Compagnia del nostro Teatro di Pontedera. Abbiamo lavorato a casa di Giovanna e Dario e insieme abbiamo ricostruito la loro storia di viaggi, spettacoli, memorie ( l'esperienza del Teatro di Buti con Jean Marie Straub). Abbiamo messo le mani nel loro  privato spazio fatto di oggetti, costumi, foto. Ma non ne abbiamo tratto una sorta di biografia, non era questo il nostro obiettivo. Abbiamo isolato alcuni temi su cui lavorare nel progetto drammaturgico di scrittura a quattro mani: quello del Teatro (cos'è per Dario e Giovanna), quello dell' uscita dalla Porta nel senso del Teatro come vita parallela a quella del quotidiano ( Marconcini e Daddi si sono dedicati per tutta la vita ad un lavoro fuori dalle scene), il tema dei Sentimenti  in quanto coppia nella vita fin da giovanissimi), il tema della Malattia, quello della Vecchiaia fino all'ultimo tema. Quello della Porta come ultimo passaggio della vita verso il Chissàdove, che è il sottotitolo del lavoro. Abbiamo lavorato sull'elaborazione filosofica dell'approccio drammaturgico  che si appoggia sulle domande. Non è stato facile. Ma siamo certi che è stato un percorso efficace per noi che lo abbiamo ideato e praticato e crediamo lo possa essere anche per lo spettatore. Questo non è un lavoro rivolto al passato ma al futuro  secondo l'approccio di Fabrizio Cruciani: spettacolo che si rivolge all'origine, in questo caso la nostra.

E' stato difficile e insieme eccitante per me la costruzione di questo spettacolo- dichiara Giovanna Daddi mentre Dario Marconcini: Nel rapporto con Stefano Geraci abbiamo cercato di lavorare sulle linee d'ombra, quelle del passato i ricordi  gli oggetti le cartoline, li abbiamo chiusi tutti dentro una scatola. Il mio modo di pensare la regia  su cui sempre mi sono  mosso nelle vesti di regista è stato quello che passava da tre maestri Artaud, Brecht e Thomas Mann. Per me il teatro è indagine nel mistero. Quel mistero che ci porta a fare questo tipo di mestiere che per me è la dimensione del sacro.

Roberto Bacci: Dario e Giovanna sono il Padre e la Madre del Teatro Nazionale  a cui oggi siamo arrivati. E' straordinario pensare che due persone  possano cambiare la storia e la cultura di una città ( Pontedera). Questo mi pare un grande insegnamento da far conoscere alle nuove generazioni e che dovrebbe essere raccolto anche dalla politica di oggi. Quando siamo partiti, quarant'anni fa  eravamo  molto giovani e molto malvisti dalla gente. Abbiamo avuto l'opportunità di crescere perchè ce l'ha offerta una classe politica  aperta ad investire sul nuovo, su ciò che non è prevedibile

Quasi una vita – Scene dal Chissàdove, sarà in scena dal 18 al 22 aprile al Teatro Era di Pontedera.  Dall'11 al 13 maggio al teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci nell'ambito del Festival Fabbrica Europa









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