martedì 15 ottobre 2019


FESTIVAL CONTEMPORANEA PRATO

Bacchae- prelude to a purge di e con Marlene Monteiro Freitas

renzia.dinca

    PRATO

    Spiazzante ma niente affatto deludente anzi proprio per questo entusiasmante, questo Bacchae, lavoro in ensemble che ha vinto il Leone d'argento alla Biennale di Venezia lo scorso anno. Fra le tante-troppe forse, performance del corpo e col corpo, in un frastuono di miscellanee performative specie dentro festival e/o contenitori pubblici (e privati), dove la contaminazione video-voce-corpo e chi più ne ha piu ne metta, è a volte aria fritta e spesso frutto di improvvisazione etero guidata, ecco che il lavoro della capoverdiana Marlene Monteiro Freitas si presta ad una sana e inventiva aria di freschezza scientifica, come quando si apre una finestra di casa dopo un periodo di quarantena. Lo spettacolo era dentro l'ultima proposta di Contemporanea, l'arte in mezzo ai crolli, diretta da Edoardo Donatini in una edizione intitolata Vivere il tempo del crollo. Freschezza per l'originalità del plot e scientificità per l'esattezza nel senso di Italo Calvino delle partiture dei soggetti in scena e nella loro relazionalità complessa. Una sorta di lucida follia dove ogni gesto suono costruzione coreografica sul palco e fuori fra gli spettatori in poltroncina di Teatro Metastasio, per ben due ore e piu, mai cessa di stupire. Cinque trombettieri piu sette danzatori, quattro uomini e tre donne imbastiscono una partitura musicale performatica per quadri dove ogni singolo brano sonoro registrato (pezzi da repertorio dal samba a musica classica) e commentato dal vivo dai fiati e di rumoristi, fa da sottofondo ad azioni sceniche dove gli indiavolati satiri e le menadi (il lavoro prende spunto da Euripide de Le Baccanti), si cimentano in prestazioni fra il ginnico ed il mimo. Davvero insolito l'uso funzionale degli oggetti: leggii e aste di microfoni sparsi sulla scena diventano strumenti per creare immaginari di vite comuni: da scudi a spade a ombrelli, da fucili a macchine da scrivere in un crescendo di mirabolanti azioni perfettamente integrate e pensate al millimetro degli spazi a disposizione. I diversi quadri sembrano rimandare a scene delle vite di ognuno di noi nel nostro mondo occidentale. Si va dal carnevale (forse carioca-simil o Viareggio-Venezia o disco dance da Thanks god its Friday), alla vita dell'ufficio, alla guerra nelle prime tre scene. e poi arriva suono di sirena sarà ambulanza o fine turno in fabbrica, magari quella informatica-una nuova selvaggia e mondiale servitu. E guarda caso un quadro è procreazione di cinesi o cineserie (proiettata in realismo in bianco e nero sullo sfondo), come passaggi naturali delle nostre esistenze nelle diverse età della vita. Ma di chi? di quali etnie?il tutto condito con una energia non da vecchio continente che poco ha di occidentale, ora, e di tragico malgrado lo spunto euripideo. Il tutto è energia dionisiaca allo stato puro come (forse), da interpretazione del nostro Autore mediterraneo, lui Euripide, caso letterario teatrale di ispirazione della capoverdiana Monteiro. Insomma: la fiesta continua.nella zona dove il grottesco si mescola alla vita



con Andreas Merk, Betty Tchomanga, Cookie, Claudio Silva, Flora Detraz, Goncalo Marques, Guillaume Gardey de Soos, Johannes Krieger, Lander Patrick, Marlene Monteiro Freitas, Miguel Filipe, Tomas Moital e Yaw Tembe

luci e spazio Yannick Fouassier

suono Tiago Cerqueira

attrezzeria Joao Francisco Figueira e Luis Miguel Figueira

Produzione P.OR.K Lisbona

Premio Leone d'Argento alla Biennale Danza 2018 a Marlene Monteiro Freitas

Visto a Prato- Teatro Metastasio a Contemporanea Festival, il 29 settembre 2019

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