lunedì 29 aprile 2019


L'Eccidio un oratorio a tre voci

renzia.dinca

Fucecchio (Firenze)

L'Eccidio è tratto da un' inchiesta del giornalista  de Il Tirreno Riccardo Cardellicchio L'estate del '44 sull'eccidio dei tedeschi in ritirata nel Padule di Fucecchio (23 agosto, 174 vittime civili: donne, anziani e molti bambini), adattato per la scena da Andrea Mancini, professore universitario, studioso di Teatro, oggi direttore artistico del Festival del Teatro Romano di Volterra. Il lavoro è tornato sulle assi del Nuovo Teatro Pacini di Fucecchio in Prima nazionale per la regia di Enrico Falaschi (che ne è recente direttore artistico) dopo due diverse edizioni, la prima nel 1993 e poi nel 2002.  Nella prima edizione, dopo il successo  di repliche dello spettacolo, nacque il Teatrino dei Fondi. Il lavoro era stato pubblicato nel 1994 da Titivillus (Teatrino dei Fondi/Titivillus Mostre Editoria), e ripubblicato quest'anno per lo stesso Editore (Premio ANCT 2012 e UBU 2016 per l'Editoria teatrale). La strage di civili del Padule di Fucecchio, una zona di boschi e aree paludose al confine fra le province di Pistoia e Firenze, ha colpito le popolazioni dei Comuni di Fucecchio, Monsummano Terme, Larciano, Ponte Buggianese, Cerreto Guidi. Là si erano insediati molti sfollati, sfuggiti per riparare lontano dai centri abitati, a causa dei bombardamenti e rastrellamenti da parte delle SS. Sui territori toscani (come in quelli del Nord Italia dove la Resistenza ai confini con l'Austria è durata 22 mesi e fin dopo il 25 aprile '45), si stavano coalizzando cellule di organizzazione armata confluite nelle diverse realtà dei Gruppi partigiani in sostegno degli Anglo-Americani. Insomma lo scenario in cui si affaccia la narrazione de L'Eccidio,  è quello di un'Italia in piena guerra civile come ci riportano le fonti storiografiche più accreditate del post dopoguerra (cit. Claudio Pavone). Nella zona del Padule: con le 174 vittime per la ferocia delle truppe tedesche in ritirata mentre si stava organizzando la Linea Gotica che percorreva l'Appennino centrale e riorganizzando la controffensiva dopo la tragedia dell'Otto settembre '43. rievoca-di pochi giorni dell'agosto'44, quella di Sant'Anna di Stazzema, piccolo borgo ai piedi delle Apuane che guardano alla Versilia.

Il nuovo lavoro di Enrico Falaschi mette in scena tre giovani attori Alberto Ierardi (il narratore), Marta Paganelli (la donna) e Giorgio Vierda (il poeta).  Nelle  rispettive vesti i tre protagonisti, provano a scolpire in scena in un narrazione  realistica, un testo forse datato ma di assoluta contemporaneità che avrebbe davvero bisogno di essere diffuso fra gli studenti dai banchi dei più piccoli ai più grandi. “(...) oggi, tre quarti di secolo dopo l'Eccidio, crediamo sia ancora più importante rinnovare l'impegno nel conservare e diffondere la memoria di quei tragici fatti del passato (...)- dalle Note di regia Enrico Falaschi”. Disposti su una scenografia minimalista  creata da moltissimi cubi, rigorosamente bianchi, i tre protagonisti si lanciano in una narrazione che fa del Not in my name il suo sapore. Poi sulla scena si costruisce , proprio sulla testualità (dormi sepolto in un campo di grano- i tulipani-il rosso fiore sboccioso). Molto interessante il lavoro di Alessio Trillini.

L'Eccidio di Riccardo Cardellicchio

adattamento teatrale di Andrea Mancini

con Alberto Ierardi, Marta Paganelli e Giorgio Vierda

regia  Enrico Falaschi


disegno dal vivo Alessio Trillini

scenografie Angelo Italiano e Marco Sacchetti

luce Nicolas Baggi

costumi Chiara Fontanella

Produzione Teatrino dei Fondi con il sostegno di Regione Toscana Mibac, Città Metropolitana di Firenze, Comune di Fucecchio, Fondazione CR Firenze, UniCoopFirenze

PRIMA NAZIONALE


Visto a Fucecchio-Nuovo Teatro Pacini, il 13 aprile 2019



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