giovedì 8 marzo 2018




AMORE

renzia.dinca



Prato. Trattare il tema  dell' Amore e  della Morte (ci ha provato Giacomo Leopardi  con molte sue poesie in particolare  quella che  ha proprio questo titolo), è quanto di più complesso e quindi potenzialmente  a rischio del banale si possa concepire  rispetto ad un impulso di scrittura che si trasformi in poesia o narrazione e quindi anche in drammaturgia per la scena. In questo  lavoro della Compagnia  Scimone/Sframeli, Premio Ubu 2016 come migliore novità italiana, come progetto drammaturgico e come allestimento scenico, la risultante è un delicato affresco minimalista che ben rappresenta una operosa ventennale cooperazione artistica di teatro innovativo della compagnia messinese. Ciò che più colpisce durante la visione del lavoro, è la marcata connivenza con l'attualità e la  distopia di cui si fa voce nel copione, dove si delineano  quattro personaggi o meglio due coppie, donna e uomo anziani, insomma vecchi a fine vita, lui non in salute, lei che l'accudisce, nella sua ingessata specialità  femminile di   madre-moglie  fra infermiera e badante.  Dall'altra una coppia  per antifrasi,  uomo-uomo in stato professionale che irrompono in scena a sirene spiegate perchè uomini in divisa- il comandante e il vigile del fuoco,  dove l'uno è deposto su un  carrello di supermercato  spinto dall' altro – due uomini  in azione che salvano le vite degli altri, magari arrivando col carrello della spesa (sic!). A poco a poco si rivela nei diversi quadri il paradosso nel paradosso, segnato dalla scrittura per la scena, fissa, di Lino Fiorito: tutta l'azione si svolge in un  cimitero. Per epifania e velocemente, ma coi tempi giusti del Teatro, ci troviamo infatti a  osservare  ed auscultare, due storie  allo specchio, due storie di coppie che si auto-narrano su letti-tombe (un  tema crepuscolare se non  dannunziano ma che ricorda per associazione il Dylan Thomas di Sotto la foresta di latte), due intrecci descritti con penna niente affatto irriverente anzi quasi dolente, rispetto a tematiche così attuali. Pensiamo per esempio al testamento di coppie etero non sposate ufficialmente, ancora e ancora  con il non riconoscimento di coppie di lunghissimo corso omosessuali che si devono nascondere  alla cosiddetta buona società, e magari fino alla morte-specie se in divisa (questione adesso superata, forse, ma da pochi mesi con la legge Cirinnà). I dialoghi non dialoghi- quasi monologhi per un solo attore- l'altro della coppia,  avviene su letti a due piazze di due coppie così apparentemente diverse nella convenzione sociale, letti appaiati sul letto che poi si fa bara e sembrano giungere da conversazioni tra  veglia e il sonno prima di dormire. Tra echi di ricordi, memorie, traslazioni di senso, battute che ripetono l'ultima parola o il senso medianico che sempre riguarda e contestualizza il discorso interno fra le coppie di lungo corso. Peccato che questi lacerti di comunicazione umana intima trattino di ciò che si è dissolto o sta per dissolversi: la vita terrena.  Insomma un corto circuito di segni che porta e sposta il pubblico  dentro uno stato d'animo insieme di inclusione catartica e stordimento. Per vasi comunicanti di percezione scatta il meccanismo della riflessione su un altro tema politico di enorme impatto sociale. La pratica intesa come Cultura- ed in questo spettacolo: la poetica, della buona morte. Che ancora in questo Paese dilaniato da ben altre barbarie che si sta sempre più imbevendo di pratiche mortifere di odio sociale dove gli un contro gli altri armati sono i singoli individui, anche dentro le famiglie- vedi femminicidi, non c'è. Molto interessante  questa scrittura, oltre la scena.  Dove il letto coniugale – che sono due paralleli ma non opposti si, trasformano in  bare. Veramente straordinario il progetto.




 AMORE di Spiro Scimone


regia Francesco Sframeli

con Francesco Sframeli, Spiro Scimone, Gianluca Cesale e Giulia Weber


scene  Lino Fiorito

disegno luci Beatrice Ficalbi

produzione Compagnia Scimone Sframeli in collaborazione con Theatre garonne Toulouse

Visto a Prato, Teatro Fabbricone , il 12 Novembre 2017

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