domenica 1 giugno 2014

Anna Meacci è Romanina. La nascita di un cigno
Nella giornata internazionale contro omofobia e transfobia

Firenze
Posted by Renzia D’Incà

Ripercorrere tutte le fasi del lavoro su Romanina non è facile perché è una storia lunga 18 anni- così  esordisce Anna Meacci in una sua mail molto intensa e ricca di particolari dove mi racconta come e perché si è innamorata della storia di questa straordinaria persona. Del resto come sarebbe potuto non succedere quando la sensibilità estrema  dell’attrice porta ad una empatia altrettanto estrema per una figura emblematica, quella del più “ famoso travestito di Firenze” che fa da valore aggiunto alla dote intrinseca di generosità  e di giusto coraggio  che deve essere naturale in chi sceglie  il mestiere del palcoscenico?
La  Anna,  quella Anna che aveva sposato  con grande passione questa idea che come chiodo fisso ripeteva agli amici teatranti (oltre che alla sua agenzia di allora), nel frattempo aveva realizzato  e messo in scena con Dodi Conti e  Katia Beni: I monologhi della vagina e  Un due tre chiacchiere.
Dunque il percorso è  stato lungo e anche accidentato perchè questa serata fiorentina, ospite il Teatro delle Spiagge, Compagnia Teatri d’Imbarco diretto da Nicola Zavagli e Beatrice Visibelli,  da sempre molto attento ai temi della solidarietà e del sociale, ripropone  e rilancia questo lavoro scritto a quattro mani dalla stessa Meacci con Luca Scarlini-che all’attrice dopo un’esperienza teatrale  invitata da Vladimir Luxuria per  le serate  romane di Mucca Assassina  nel lontano 1996, aveva suggerito di leggersi la storia di Romano Cecconi, nato in un paesino della Garfagnana poi fiorentino e adesso bolognese.
Si tratta del diario della complessa e delicata(nell’accezione di intima) storia di una transessuale,  di un uomo che si sentiva donna e viveva da donna e che ad un certo punto della propria esistenza ha avuto il coraggio di trasformare, anche chirurgicamente, il suo status anagrafico. Sembrerebbe una questione nota, almeno  a livello di rotocalco, per le genti italiche  televisivamente ‘edotte’ ed anche per una certa politica. E invece: e invece questo lavoro è andato in scena per la prima volta nove anni fa grazie all’intuizione  e al coraggio utopistico di Massimo Paganelli  che affidò la regia a Giovanni  Guerrieri col contributo fondamentale di Barbara Nativi (il debutto a  Sesto  fiorentino, Teatro della Limonaia nel novembre 2005 corredato da una mostra fotografica), una conferenza stampa al Teatro del Sale con l’arrivo di Romina  da star fra frotte di fotografi e con a seguire alcune repliche con gran successo specie di pubblico.
Mi scrive Anna: durante le tre settimane di repliche, ho visto di fronte a me persone di ogni età e stato sociale. Gay, lesbiche, transessuali, eterosessuali, un’umanità eterogenea che rideva e si commuoveva assieme a Romina e a me. Dopo questo primo step di percorso il lavoro è andato in tournée per la penisola. Amato dal pubblico  e dai teatranti ma non dalla politica  per pregiudizi espliciti sul tema, qualche volta anche da parte di associazioni di genere. Il lavoro è stato ospitato solo dal Gay pride di Torino.

Tornato alla grande sul palcoscenico da tutto esaurito delle due serate fiorentine “ Romanina” è un lavoro godibilissimo con una Anna  Meacci strepitosa.
In scena con abito attillatissimo e paillette, pelliccia bianca, una  scena  vuota con in terra solo  coppie di scarpe di varie fogge,  la storia di Romanina è  raccontata con glamour e delicatezza anche nelle sue crudezze più inenarrabili( prostituzione, carcere, confino, abusi,  e anche violenze che l’hanno costretta a fuggire da Firenze) con una leggerezza commovente. Una prova d’attrice di coraggio e un pubblico straboccante, curioso e molto divertito


Con Anna   Meacci
Regia Giovanni Guerrieri
Compagnia Teatri d’ Imbarco di Nicola Zavagli e Beatrice Visibelli

Teatro delle Spiagge, Firenze 17 maggio

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