di Anna Meacci
Ripercorrere tutte le fasi del lavoro
su Romanina non è facile perché è una storia lunga
18 anni, più o meno.
Tutto ebbe inizio a Roma.
Nel giugno/luglio del 1996 venni
invitata da Vladimir Luxuria a partecipare a dieci serate Mucca Assassina alla
stazione ostiense.
Le serate vedevano alternarsi sul
palco un paio di comici, numeri di en travesti, Vladimir e poi discoteca.
Situazione non facilissima per chi
come me è si una comica ma non una cabarettista.
Lo spettacolo vero, per me, era nei
camerini, prima di andare in scena.
Io non avevo bisogno di molto tempo
per prepararmi, ma arrivavo sempre molto presto, per godermi la preparazione delle
drag Queen, la cui "metamorfosi" metteva in crisi ogni giorno di più la mia femminilità!
Durante le dieci serate passai da
semplice osservatrice a divertita
protagonista di quello strano gioco di ruoli tanto da sentirmi una di
loro. (Vladimir da allora mi chiama "la vera trans".)
Uno degli ultimi giorni,
Vladimir mi fece conoscere Mery, di Mery
per sempre, e con lei conobbi per la prima volta la storia di una transessuale.
La vita vera prese il posto del
gioco.
Ne rimasi profondamente colpita.
Tornata a Firenze raccontai i miei
dieci giorni romani a Luca Scarlini con il quale stavamo facendo uno studio
(poi mai realizzato) sul Bon Ton. Gli parlai di Mary, e del mio desiderio di
raccontare la sua storia. Senza batter ciglio mi consegnò un libro "Io la Romanina perché sono diventata donna" dicendomi : "Se vuoi
raccontare la storia di una transessuale, non puoi non leggere questo
libro" Lo lessi in due giorni, poi telefonai a Luca e gli dissi "
Voglio fare la Romanina!".
E da quel giorno non ho fatto altro
che raccontare a tutti questo mio desiderio. Gli amici piano piano hanno
sposato questo progetto e si sono incuriositi ed appassionati con me. Chi
invece non riuscivo ad appassionare e convincere, era la mia agenzia di allora.
Non ci credevano. Non credevano nella storia, nell'importanza di doverla
raccontare e nella mia capacità di interpretare un
personaggio così "complesso"!
Fatemi recitare Ofelia e vedete che
bel risultato ottengo!
In quel tempo due persone sono
entrate a far parte della mia vita: Luigi e Pier Paolo. Loro hanno avuto un
ruolo importante nella nascita del personaggio teatrale della Romanina.
Luigi oggi vive a N.Y. e si chiama
Virna e purtroppo ci sentiamo raramente.
Pier Paolo vive ancora a Firenze e ci
sentiamo tutti i giorni.
Grazie a loro ho conosciuto e
frequentato per un po' di tempo Tina. Transessuale operata e sposata.
Quanto più conoscevo a fondo il mondo della transessualità, tanto più aumentava il mio desiderio di scrivere lo spettacolo su
Romina.
Nel frattempo il mio rapporto
lavorativo con l' agenzia di cui sopra si era chiuso. Avevo scritto altri
spettacoli. Fatto i Monologhi della vagina con Katia Beni e Dodi Conti e Uno
Due Tre Chiacchiere sempre con Katia e Dodi, senza mai perdere la speranza che
prima o poi qualcuno avrebbe rischiato sul mio progetto.
Rischiato.
Mi sentivo rispondere sempre così.
"E' un progetto troppo
rischioso!"
Sono anche arrivata a dubitare delle
mie capacità di autrice e di attrice.
Ho insistito per nove lunghi anni
fino a quando non ne ho parlato con Massimo Paganelli e Fabio Masi di Armunia
Festival costa degli Etruschi di Castiglioncello.
Conoscevo Massimo e Fabio da qualche
anno grazie a Francesco Niccolini, (con il quale ho scritto tre dei miei
monologhi), e una sera d'estate, dopo uno dei tanti spettacoli del Festival,
davanti ad un bicchiere di vino, raccontando la storia di Romina e il mio
desiderio di mettere in scena la sua vita, raccontandola in prima persona
Massimo mi ha sorriso e mi ha detto:" Per me è un progetto impossibile ma proprio perché impossibile lo produco!"
Pausa teatrale.
Poi ho guardato Fabio e gli ho
chiesto:
" Ma dice sul serio? "
" Se l'ha detto! "
L'aveva detto.
Da quel momento tutto si è svolto velocemente.
Massimo ha proposto la regia dello
spettacolo a giovanni Guerrieri dei Sacchi di Sabbia, il teatro della Limonaia
di Sesto, nelle persone di Barbara Nativi ( mia insegnante di teatro) e Dimitri
Milopulos suo compagno nella vita e nel lavoro, misero a disposizione il loro teatro per le prove e per il debutto,
Luca Scarlini accettò la collaborazione nella stesura del testo e Romina Cecconi
mi concesse i diritti della sua storia.
L'unico problema era che dopo sette
anni di attesa, adesso scrittura, prove e debutto dovevano avvenire nel giro di
pochissimi mesi incastrando altri lavori e tournée massacranti.
E poi chi lo avrebbe distribuito?
Con un "pacchetto completo"
la mia vecchia agenzia accettò di distribuire lo
spettacolo.
I tempi erano stretti quindi
decidemmo di dividere il lavoro in due fasi: un primo studio prima dell'estate,
e il debutto all'apertura della stagione teatrale della Limonaia.
Durante la prima fase del lavoro Luca
Scarlini, Giovanni Guerrieri ed io ci ritiravamo in "eremitaggio" al
Castello Pasquini di Castiglioncello e parlavamo parlavamo parlavamo. Ogni
giorno Giovanni proponeva di far slittare il debutto ed io rispondevo che forse
avremmo dovuto teorizzare meno e iniziare a mettere sul palco le rispettive
idee. Dopo sette anni non avevo nessuna intenzione di far slittare il debutto.
Dopo un paio di mesi di chiacchiere,
scontri e prime stesure del copione, partii per la tournée del Borghese e gentiluomo, con
Panariello e la regia di ......
Scrivevo giorno e notte. Unica pausa
lo spettacolo la sera con Giorgio.
In quel periodo accettai anche un
paio di lavori "discutibili" ma che mi permisero di pagare costumi e
tecnici.
L'ultima replica del Borghese era a
Genova. Domenica pomeriggio. Finita la replica partii subito per Firenze
durante una terribile bufera di neve. Arrivai a casa a notte fonda distrutta ma
con il copione dello spettacolo terminato.
La mattina dopo subito in teatro per
gli ultimi tre giorni di prove e poi debutto dello studio.
Arrivai alla presentazione dello
studio con il fiato corto e ancora troppo Anna e poco Romina, ma con un testo
forte e una messa in scena convincente.
Lo spettacolo si poteva fare!
Bisognava "solo" lavorare
sulla mia "transessualità"!
Virna e Pier Paolo da questo momento
fino al debutto diventarono i miei personal training.
Nel giugno del 2005 Barbara Nativi
mia maestra di teatro prima e amica carissima poi, ci lasciò dopo una lunga malattia.
Barbara aveva scommesso molto su
questo spettacolo. Già malata aveva visto lo studio e si era innamorata anche lei
della storia di Romina. Senza dubbio alcuno aveva confermato il debutto a
novembre nel suo piccolo grande teatro a Sesto: novembre 2005.
Per la prima volta dopo tanti anni
avrei debuttato senza di lei.
A Pier Paolo venne l'idea di
allestire una mostra sulla vita di Romina Cecconi.
Non avevamo economie per affrontare
l'allestimento. L'idea piacque a Dimitri Milopulos e decise di accollarsi come
Teatro della Limonaia, tutte le spese per la realizzazione della mostra. E'
stato un grande regalo.
Pier Paolo ha raccolto tutto il
materiale fotografiuco, i documenti e gli articoli di giornale che parlavano
del più " famoso travestito di Firenze".
Tra una foto e l'altra a confezionato
abito e pelliccia e assieme a Virna ha studiato il giusto look per il mio
personaggio.
Abito attillato luccicante che
metteva in mostra il mio corpo. Corpo che fin da adolescente ho sempre nascosto
sotto ampi maglioni. Ora il mio corpo avrebbe dovuto "raccontare"
assieme al testo. Credevo sarebbe stata la sfida più grande, ed invece si è dimostrato il
gioco più divertente.
La conferenza stampa venne fatta al
teatro del Sale di Fabio Picchi e Maria Cassi.
Non ricordo quasi nulla della sera
del debutto, ma non dimenticherò mai quella
mattinata. L'arrivo di Romina
elegantissima e con un fascio di rose rosse in braccio, regalategli dal
mio ufficio stampa Tommaso Rosa, tutte le testate giornalistiche toscane e non
solo. Quelle testante che tanto l'avevano perseguitata e giudicata.
Non ricordo più quanti fotografi.
Romina era tornata a Firenze da
diva.
Tornata perché ormai cittadina Bolognese dal 1984 (?) dopo la bruttissima
esperienza di una aggressione avvenuta nella sua casa.
Durante le tre settimane di repliche,
ho visto di fronte a me persone di ogni età e stato sociale.
Gay, lesbiche, transessuali, eterosessuali, un'umanità eterogenea che rideva e si commuoveva assieme a Romina e a
me.
Dopo quelle tre settimane è iniziata la tournée che mi ha vista in giro per l'Italia. Non c'è stato paese o città che non abbia
accolto favorevolmente questo spettacolo. Il pubblico lo ha amato e ha amato la
Romanina.
Il pubblico ma molto spesso non le
istituzioni o addirittura i teatri che il giorno prima che arrivassi in teatro
mi chiedevano di cambiare spettacolo perché c'erano troppe
pressioni politiche. Ci sono state anche una serie di interpellanze comunali
dopo il mio spettacolo perché " non si può pagare uno spettacolo che tratta argomenti discutibili con
i soldi pubblici".
Quello che più mi è dispiaciuto è stata la quasi
totale mancanza di sostegno da parte di associazioni di genere. Non tutte
certo, ma molte si.
( A parte azione Gay e Lesbica di
Firenze )
Addirittura il MIT di Bologna, prima
del debutto, non vedeva di buon occhio questo mio progetto. Non trovavano
giusto che una donna raccontasse la storia di una transessuale. Avevano paura
che potessi mancare di rispetto al vissuto di Romina. Avevano paura che potessi
essere giudicante. Dopo il debutto i dubbi sono spariti ed anzi hanno amato
anche loro questo spettacolo.
Ci sono festival e teatri che fanno
programmazioni sulle tematiche di genere ma sono stata ospitata solo dal Gay
Pride di Torino.
Ad un certo punto ho deciso che era arrivato
il momento di scrivere altre storie e di mettere in un cassetto questo sogno
che ero riuscita a realizzare ma che troppi intoppi aveva incontrato. Ma ogni
volta che mi chiedono di tornare in teatro con la Romanina anche se per una
sola replica io accetto.
Questo spettacolo è stato amato da molte persone. Dagli organizzatori a tutto
il pubblico che lo ha potuto vedere, dagli amici ai tecnici, dagli addetti ai
lavori ai miei colleghi.
Tutti coloro che ho nominato lo hanno
amato e sostenuto ed è grazie ad ognuno di loro se sono riuscita a realizzarlo.