giovedì 27 ottobre 2016


RUMORSCENA renzia.dinca CASCINA (Pisa) – Le ultime elezioni amministrative dello scorso mese di Giugno 2016, sono state protagoniste di un evento nazionale, che ha visto nel Comune di Cascina (45mila abitantinell’immediato entroterra sulla via Tosco Romagnola, direzione Pontedera e Firenze, sulla linea del corso dell’Arno e quella parallela dei Monti Pisani… “monti che i Pisani veder Lucca non ponno-Dante della Divina”), una vittoria della Lega Nord del lombardo Matteo Salvini. Una vittoria elettorale in grado di espugnare una roccaforte storica dell’ex Partito comunista. I toscani ricordano quel circolo ARCI di San Frediano a Settimo, fino a pochi anni fa zoccolo duro di un partito con storiche radici (ora Partito Democratico), e ora in forte trasformazione. Cittadina nota come del resto in Brianza, per la lavorazione artigianale di pregio del legno-attività (oggi in grave crisi), Cascina è una cittadina satellite di Pisa, da cui molti residenti ogni giorno partono per lavorare nella città della Torre, da tempo citata sulle cronache nazionali per aver eletto un sindaco donna: Susanna Ceccardi, 29enne nelle liste della Lega con la compartecipazione di Forza Italia, Fratelli d’Italia e Lista Progetto Cascina. La neo sindaca ha assunto dall’agosto scorso le redini del Comune, in virtù della vittoria elettorale (il Sindaco del PD uscente era Alessio Antonelli, forte di un primo mandato), designando come assessore alla cultura Luca Nanniperi, saggista, storico e critico d’arte. Andrea Buscemi, Conferenza stampa presentazione stagione 2016/17 Teatro di Cascina La ricaduta del passaggio di colore politico della nuova Amministrazione sta stravolgendo equilibri storici sulle attività teatrali e culturali del territorio di Cecina. La Città del teatro e dell’immaginario contemporaneo – già ribattezzata “Città della cultura” dall’assessore Nannipieri, è una delle aree di criticità su cui si sta innescando un dibattito locale ma che non poteva e non potrà non avere strascichi nazionali, di natura ideologica programmatica, e forse conseguenze giudiziali. Ma andiamo per ordine perché la materia è complessa: la struttura della Città del Teatro – un opificio ristrutturato che copre un’area di 6500 metri quadrati, dedicati a musica, teatro, danza, cinema audiovideo ed installazioni (vedi Lucio Argano Riflessioni su un modello in La città del teatro e dell’immaginario contemporaneo Titivillus 2009), dopo vari passaggi oggi è divenuta Fondazione, riconosciuta dall’ultimo FUS 2015 come Teatro Stabile di Produzione. Un Consiglio di amministrazione con Michelangelo Betti ex presidente e Fabiano Martinelli vice – dimissionari dal mese di agosto, in scadenza di mandato il prossimo 18 novembre. Nel frattempo il Comune di Cascina (la Provincia pare sia ancora proprietaria dell’immobile al cinquanta per cento), essendo rimasto in carica uno dei tre membri del cda, ha rinominato i due membri del nuovo Consiglio di amministrazione: Andrea Buscemi, (pisano e attore teatrale), e Matteo Arcenni, manager, esponente locale di Forza Italia. Per legge l’intero cda scadrà il 18 novembre. Le nomine dei due dimissionari sono state eseguite ad agosto attraverso un bando di selezione con 16 domande pervenute a Fondazione Sipario Toscana onlus. Susanna Ceccardi, sindaca di Cascina (fonte: facebook) In quell’occasione la Sindaca Ceccardi, dopo la scelta di Buscemi ed Arcenni, dichiarò: “ Ben sedici sono state le domande presentate per il bando di selezione di due membri del Cda della Fondazione Sipario Toscana Onlus. La scelta è ricaduta su Andrea Buscemi e Matteo Arcenni. Il primo, attore di successo e in passato direttore artistico di numerosi teatri toscani, il secondo selezionato per le sue competenze manageriali nella gestione di aziende e personale. Auguro ad entrambi buon lavoro e di riuscire nella sfida di trasformare il Teatro Politeama in un Teatro che interagisca maggiormente col territorio e con i suoi cittadini, risanandone il bilancio e la gestione. Coraggio, Cascina! L’assessore alla cultura Luca Nannipieri, in occasione delle nomine, dichiarò al quotidiano La Nazione: “La direzione artistica continuerà ad essere autonoma, a scegliere spettacoli e manifestazioni in calendario ma dovrà essere sensibile al mandato culturale che i cittadini di Cascina hanno affidato ai loro rappresentanti. Non ci limiteremo dunque a supervisionare i conti, a ripianare gli ingenti debiti, a scrivere le introduzioni di rito nelle brochure di presentazione degli spettacoli. Saremo come amministrazione, e sarò io come studioso d’arte e assessore, protagonisti in prima persona dello sviluppo quotidiano, della programmazione, delle scelte editoriali e contrattuali della Città del Teatro, accanto al Cda della Fondazione Sipario Toscana”. www.gonews.it/nomine-ufficiali-del-cda-della-fondazione-sipario-toscana Venerdì 21 ottobre scorso, il nuovo cda del Teatro ha indetto una conferenza stampa, la prima del suo mandato. Sull’invito ufficiale dell’ufficio stampa della Fondazione Sipario, erano previste le presenze del neo Presidente Andrea Buscemi, dell’assessore alla cultura Luca Nannipieri e della direttrice artistica Donatella Diamanti. Dopo aver fatto salire i presenti sul palcoscenico in Sala grande (uno spazio di settecento posti, peraltro vuoto) e invitati a sedersi in cerchio: una cinquantina di persone fra lavoratori di televisioni e stampa locale, maestranze e lavoratori del Teatro, oltre a rappresentanti della nuova Giunta Comunale. Un certo stupore si è venuto a creare per la l’ assenza (tra l’altro percepita come non giustificata), in assenza di un comunicato ufficiale tanto meno ufficioso, almeno data l’importanza e la delicatezza della convocazione, della Sindaca Susanna Ceccardi nonché della direttrice artistica Donatella Diamanti. Il presidente Andrea Buscemi ha esordito dicendo: “Il Teatro in cui il nuovo cda si è insediato, in una fase di imbarbarimento e crisi di valori morali e intellettuali, è luogo di tutti, destinato alle voci di tutti, pluralista. Le polemiche che ci sono state le ho apprezzate, paradossalmente perché ciò vuol dire che il teatro è vivo. Ho selezionato sia spettacoli che ho scelto personalmente, sia proposti precedentemente da Donatella Diamanti, in programma per l’intera stagione ad una cifra di poco più di 26 mila euro a fronte di un budget precedente di 65/70mila euro. Alcune Compagnie hanno accettato di lavorare per noi a costi più bassi. Questo ha significato un risparmio di ben 40mila euro”. L’assessore alla cultura Nanniperi:“ Ci avevano detto che non eravamo in grado di presentare una programmazione, che questo luogo sarebbe stato destinato a costruzione di villette o addirittura ad una carrozzeria, invece lavoriamo a come dare futuro a questo luogo, cambiare l’estetica,destinarlo al decoro, alla bellezza, un luogo d’arte. Ho deciso di dedicare un ritratto del poeta Piero Bigongiari che in questi luoghi è nato, all’ingresso del Teatro. Il 28 ottobre Magdi Cristiano Allam sarà qui a parlare, avrà la cittadinanza onoraria di Cascina. Apriremo questo spazio di cultura, alle associazioni, ai pittori, ai gruppi, alla letteratura”. Il Programma artistico 2016/2017 La sala grande del Teatro di Cascina Il programma 2016-2017 prevede ben 38 titoli. In realtà un numero superiore a quello previsto dalla direttrice artistica Diamanti che già aveva consegnato il cartellone in Regione Toscana lo scorso luglio. La programmazione Teatro On/ Teatro Off, che nella stagione passata aveva ottenuto molto sold out, è stata modificata dopo l’insediamento del nuovo cda. Ricordiamo alcuni fra i titoli che si presume visibili a breve sul sito della Città del teatro: Il Balletto del Teatro Bolscioi, Enigma di Stefano Massini, Lillo e Greg, quest’ultimo uno spettacolo presentato in prima nazionale. Un lavoro di Andrea Buscemi (come attore sempre stato attento ai classici, da Dante a Moliere e pare anche presente anche con alcune sue regie), preannunciando anche scelte di opere liriche come il Barbiere di Siviglia, e forse, oltre a Fiorella Mannoia, sono stati contattati Mario Biondi e Vinicio Capossela. Personaggi del varietà e televisivi come Marisa Laurito, Gianfranco D’Angelo, Anna Mazzamauro ma anche dive del cinema anni Settanta, quali “Corinne Clery sex symbol di Hystoire d’O – ha voluto ricordare Buscemi – e Barbara Bouchet”. Alessandro Haber, Tiezzi/Lombardi e lo spettacolo “Un cappello di paglia di Firenze” con le musiche di Riz Ortolani e ancora, Massimo Carlotto. Sono previsti anche tre spettacoli di Teatro per i ragazzi, fra cui “La peggiore” cofirmata da Donatella Diamanti, (premio 2015 Eolo). A questo proposito sono state altresì conservate rispetto al preesistente, le Domeniche a teatro, uno dei capisaldi della programmazione e della identità storica trentennale del Politeama, dedicate al Teatro Ragazzi, e sul lavoro nel territorio con le scuole e le famiglie, ha fondato oltre che sul locale, una solidissimo e riconosciuto (anche dal FUS 2015) brand. Inequivocabile, ben tracciabile, difficilmente sconfessabile (vedi Giorgio Testa in La città del Teatro e dell’immaginario contemporaneo- Titivillus 2009). Ad una domanda specifica, non è stato risposto del perché il termine educazione al “Gender”, precedentemente insirito nel programma ufficiale, ora sia stato cancellato. È stato dichiarato anche che la ricca stagione del nuovo corso è garantita con poco oltre 26mila euro a fronte di un budget previsto dalla direttrice artistica di 65/70mila euro e che la diminuzione dei costi sia dovuta anche alla concertazione con alcune Compagnie che hanno accettato di ricevere il meno venti per cento del compenso proposto da Donatella Diamanti. La rendicontazione delle spese sostenute dal nuovo cda per la programmazione del cartellone 2016/17 – è stato spiegato dal Presidente Buscemi – sarà presentata in una successiva conferenza stampa, mentre la decisione di aver nominata la società milanese Bompani, come responsabile supervisore, al fine di verificare i bilanci del nuovo cda. Preannunciata, inoltre, per il nuovo corso, una Compagnia teatrale per il serale. Immaginiamo si tratti di una Compagnia diretta da Buscemi con propri attori, forse in residenza al Teatro di Cascina ed in tournée? L’assessore Nannipieri ad alcune domande di operatori presenti sulla futura modalità di assegnazione di proposte artistiche e culturali e residenze ha affermato: “ La cultura muore se si fa passare dai bandi. Non ne farò sulla Bellezza. Potrei chiamare Massimo Cacciari, per esempio, per un confronto. Non faremo residenze a vita”. A conferma di una affermazione fatta in precedenza da Buscemi: ”Il teatro, quando è sano, è fatto di solidarietà”. Nel frattempo, Donatella Diamanti che non è affatto uscita di scena, pur assente in conferenza stampa, ha dichiarato: “Nello Statuto della Fondazione c’è un punto in cui si dice che la direzione artistica e quella amministrativa decadono al decadere del cda. Il punto dello Statuto è però superato nel fatti – e nel diritto – poiché il mio contratto che, in nome del progetto triennale per il Ministero, dopo la prima scadenza è stato rinnovato appunto per un triennio, scade nel 2018 . Per quanto riguarda poi il FUS, il nuovo sistema ministeriale, ci ha riconosciuti come Centro di Produzione e in nome dei parametri (quantità di recite, spettatori, giornate lavorative), e ci ha concesso una maggiorazione del contributo di quasi il 71 per cento in più. Resta però la stessa specificità che avevamo quando ci chiamavamo Stabile, ovvero la nostra mission si fonda sulla sperimentazione e la ricerca per i ragazzi e i giovani.” Si attendono con preoccupazione gli sviluppi dell’intricata vicenda. Potrebbero esserci complicazioni in vista, dato che la direttrice artistica ha affermato la sua volontà di continuare a ricoprire il suo ruolo. Ti potrebbe interessare anche...

sabato 22 ottobre 2016


VOLTERRA – (Pisa) Una processione laica, visionaria, un mix testuale ed extratestuale fra installazione e acrobazia fisica per le strade e spazi simbolici della città etrusca. Performativa anche per il pubblico: due ore e trenta di impegno fisico e mentale in un pomeriggio afoso, una matrice sonora sensuale e mistica dal fortissimo tellurico imprinting letterario – cosa che già sulla carta spaventa un po’, per la gigantesca messa in cantiere di territori così promiscui ma anche distanti rispetto alcuni codici di rigida teatralità più perspicui forse ad un certo teatro di narrazione. Questa la scommessa portata da Archivio Zeta dentro il festival VolterraTeatro 2016. La compagnia formata da Gianluca Guidotti ed Enrica Sangiovanni (allievi e non a caso di Luca Ronconi e Marisa Fabbri), con all’attivo di lavori di forte impatto epico ed etico-visionario al passo della Futa (al Cimitero germanico sull’Appennino tra Bologna e Firenze), hanno portato al festival una ricchezza di contenuti e di forme sorprendente dopo le due precedenti creazioni collettive, quali La Ferita e Pilade alle Saline di Volterra. L’antefatto era già in nuce, nell’inverno passato, dove si era creata e rafforzata una sinergia di idee a fucina; di ideazioni programmatiche ed artistiche fra il gruppo bolognese e la Compagnia della Fortezza – che ha sostenuto l’evento, con la realizzazione del laboratorio permanente Logos. L’insolita partitura, che vede due spazi e due diversi, anche se contigui modi di sentire e pensare un Teatro contemporaneo (quello bolognese dove opera Archivio Zeta e quello toscano di Carte Blanche a Volterra), ha elaborato nella ideazione una messa in scena in cui confluiscono due capolavori quali il Macbeth shakespeariano (allestito in quasi contemporanea alla Futa) e quello dello statunitense Faulkner (Nobel per la letteratura nel 1949), per frammenti da Big Woods su ispirazione di testi dai due capolavori L’Urlo e Furore. Yoknapatawpha è il titolo della creazione scelto che deriva dalle parole degli indiani d’America Chickasaw: Yacona e Petopha, stante a significare terra divisa. Il nome con cui Faulkner individua una località immaginaria di molti dei suoi romanzi e racconti. Ma designa anche il nome del grande fiume americano Mississippi che attraversa gli stati del Sud, e quindi una dimensione legata all’acqua-tema, spesso ricorrente come rituale fantasmatico nella partitura drammaturgica, in una scena ad alto tasso di poeticità, dentro lo spazio del Museo. così come quello della foresta che si muove-il fiume umano che percorre le vie della cittadina, composto da due gruppi di due diverse provenienze, il bolognese ed il volterrano, confondendo corpi e volti della marea dei cittadini-attori con quelli dei turisti e passanti. La trama anche se di non facile iniziale comprensione, per i continui rinvii alla duplice letterarietà, e i continui cambi di registro stilistico – dal narrativo al performativo (il dittico costituito da Sound and Fury e Big Woods), ovvero il paese che non c’è. Un posto utopico, un testo drammaturgico intertestuale che parla di sofferenza, odio interrazziale, sradicamento, perdita di identità, storia dei vinti come gli indiani nativi (come i neri delle piantagioni del sud degli Stati Uniti d’America), ad un certo punto passa in secondo piano, la lettura logica viene spiazzata dall’agito, dalla visione, dal perdersi nella fantasmagoria delle emozioni e delle immagini ma soprattutto dal fascino dell’azione corale. Questa processione laica prende il via dalla rampa del cortile del Maschio della Fortezza di Volterra, fra possenti mura svettanti: da un lato – la chiusura, la reclusione e dall’altra un paesaggio mozzafiato, uno spazio aperto sull’infinito su colline senza tempo. Qui avviene una azione performativa breve che dà l’avvio alla lunga marcia a stazioni, quasi via crucis ma con finale di speranza condivisa che si concluderà dentro il Teatro Persio Flacco. Muniti di cuffie forse per non far disperdere il pubblico, si segue la carovana, un flusso migratorio che conduce per le vie della città mescolati ai tanti turisti. Il popolo viaggiante è costituito da attori non attori, giovani, bambini ed anziani delle due diverse provenienze: quella del laboratorio invernale Logos di Volterra e quella l’emiliana. Canti, danze, musiche suonate e soprattutto parole dense di significati si autoraccontano. Una piccola comunità simbolica che sulle spalle si carica la narrazione di un popolo combattente, fedele alle origini, che con riti arcaici antropologici si assiste alla cerimonia dell’acqua; e quella dell’uovo di luce che scende dall’alto del Persio Flacco (va ricordato in particolare) permette di riconciliarsi con le origini della Terra, della famiglia, del gruppo autoctono che non cede al prepotente di turno. Alle logiche del Potere del più forte che vorrebbe piegarli o spazzarli via per preservare valori e poterli trasmettere ai figli. L’opera corale è imponente come il progetto artistico. Regia e drammaturgia di Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni. Dittico da Shakespeare/Faulkner. Con Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni e i cittadini-attori del gruppo Logos di Volterra e del laboratorio di Bologna. Partitura sonora Patrizio Barontini Visto a Volterra il 29 luglio 2016 VolterraTeatro Festival Rampa della Fortezza Medicea-vie centro storico- Teatro Persio Flacco © Copyright 2016 — Rumor(s)cena – Teatro, spettacoli, cinema e film in Italia, backstage, foto, interviste e curiosità – istruzioni per una visione consapevole . 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