giovedì 17 aprile 2014

Nel bosco di Luca Ricci

Posted Renzia D’Incà per Rumor(s)cena di Roberto Rinaldi


 Ispirato dalle straordinarie atmosfere oniriche  dell’opera  Il Galateo in bosco, poema di Andrea Zanzotto uno dei poeti maggiori del secondo Novecento, questo delicato lavoro di Luca Ricci coglie del capolavoro zanzottiano gli aspetti più magici: le atmosfere rarefatte del bosco, della foresta, richiamano alla fitta e simbolica complessa trama dell’inconscio con tutti i rimandi antropologici  e letterari che solo un poeta di quella straordinaria levatura ha saputo tradurre in versi, una summa filosofica di molteplici sapienze.
In un paradiso terrestre, un Eden più notturno che diurno o forse al confine fra la notte ed il giorno, o crepuscolo dove al limite del buio-luce le schiere sonore degli uccellini amplificano il canto: ecco la favola di Adamo ed Eva, ecco il lavoro di Luca Ricci con la sua compagnia Capotrave. Due giovani che si incontrano, per caso, al limite del dentro e del fuori che è la realtà interiore con tutto il carico di attese, sogni, desideri. E’ la ragazza a rappresentare il pensiero, non il sesso. Sta seduta con un libro mentre lui, per primo in scena è il più  fisico, selvatico. Corre, scalcia le foglie- è l’autunno, la stagione  della caccia. L’incontro avverrà, sarà dolce anche se la caduta corrisponde all’incursione dei cacciatori, colla muta dei cani invertendo l’ordine simbolico vita-morte, canto delle creature-spari. La fine dell’innocenza?  La cacciata dal paradiso terrestre, quella che comporta il passaggio necessario ma dolorosissimo, il varco della linea d’ombra.
Pochi  ma essenziali ed emblematici i versi tratti dal poema zanzottiano a  tentare di tracciare un percorso narrativo al susseguirsi del plot. Magistralmente letti come  voce fuori campo dall’attore più significativo della sua generazione, il poliedrico sensibile rabdomantico costiano Roberto Herlitzka.
Da elogiare il lavoro sulle luci e sul sonoro, in una difficile prova: scena fissa su una ricerca che si pervade della più  astratta e forse, antiteatrale, delle arti, la poesia ( in compagnia  anche della musica), una ricerca coraggiosa quella perpetrata da Luca Ricci insieme al suo gruppo di lavoro dove la strategia è quella di confrontarsi coll’abisso delle contaminazioni plurilinguistiche  che l’arte complessa del teatro può permettersi ma a proprio rischio e pericolo. Ma in questo la giovane compagnia Capotrave ha già ampiamente dimostrato possedere, per mantenere la metafora della caccia, parecchie frecce al proprio arco


CapoTrave è una compagnia residente a Sansepolcro (Ar), che opera tra la Toscana e Roma. CapoTrave ha ideato e organizza Kilowatt, l’energia della scena contemporanea (Premio Ubu 201)
Ideazione e drammaturgia Lucia Franchi e Luca Ricci. Collaborazione alla scrittura scenica e azione di Roberto Gudese e Alessia Pellegrino. Scena di Katia Titolo. Luci di Gianni Staropoli
Ambiente sonoro Fabrizio Spera. Voce fuori campo Roberto Herlitzka.
Effetti video Andrea Giansanti. Effetti sonori Antonello Lanteri.

Regia di  Luca Ricci
co-produzione Kilowatt Festival – con il sostegno di  Regione Toscana.

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