è come andare in bicicletta senza mani
alla ricerca di buche più fonde
( da L'altro sguardo - Renzia D'Incà, Baroni, 1998)
esperienza dei bambini che siamo stati, l'ebbrezza della corsa, dell'esplorazione del paesaggio, dell'avventura, delle sudate, delle ginocchia indolenzite, dopo.
il lasciare le mani dal manubrio, che vuol dire provare il rischio di sbandare, per ritrovare poi sempre la strada. ma il brivido del cadere, dello stupore che ci coglie, da adulti- bambini ritrovati è della stessa natura del primo innamoramento, quello per cui siamo venuti al mondo. e che si ripete negli occhi- stupiti, del riconoscimento di chi si stava cercando, e si è trovato
tutto questo servirà dopo-dicesti
dopo. che tutto
questo sarà finito
ma forse tutto era già cominciato. ed è:
ho incontrato il tuo occhio sulla soglia
e sono morta
morta di paura morta di voglia
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