le ultime rose del mio giardino

ieri sera ho apparecchiato per voi
la mia tovaglia migliore, quella andalusa
c'era del vino e tu portasti il più famoso
e poi fiori in regalo e sulla tavola mentre io
vi offrivo le ultime rose sarmentose di questa estate
anomala con gli uccelli  sul cielo di Pisa latrano
guerra! guerra!

i gufi sono avvertiti. è come la malattia, se la prendi in tempo. però prima passare dalla Questura

quel genio di Stendhal

è cascata una finestra sulla BMW
dove sei?
in un cantiere

io sono a Brest. posto fantastico. giornata grigia. vento.come piace a me

affabula affabula

hai visto Querelle?

venivo da te. ti colpì la mia frase
cosa inseguo? inseguo il mio desiderio
poi ti raccontai a commento che nel tragitto
per poco non investivo un cane
un cane evidentemente innamorato
e che nell'evitarlo per poco
dietro alla mia auto un ragazzo aveva frenato. in tempo


pochi giorni prima Renato mi aveva
raccontato della sua malattia. del suo dolore
con le stesse mie parole. di adesso

pochi giorni fa un cane ha ammazzato un cane
colpendolo alla giugulare
era un vecchio cane ma allegro un trovatello
il padrone si  è sentito male. vivo è all'ospedale

del giovane Holden. mi chiedesti se era adatto
al tuo nipote adolescente, sì dissi specie per le papere e il gelo
mi chiedesti se potevo la sera tardi ma tu eri disponibile
anche al Duomo. venivi via durante il concerto - che noia!
tutte quelle coppie di vecchietti, di criptofasci dei lungarni

SIMMETRIE

mi scrisse: non ti muovere.
come un bene- risposi- immobile. all'architetto
hai belle labbra -disse - e sai scrivere bene
tu hai gran gusto. ma sei anche pratico e sei pensoso
tuo padre ha fatto la Resistenza. anche il mio

mi inviasti una tua foto sotto le scale della Normale
serio e compito. scrivesti: chiesi ai miei genitori se ero trovatello
io una alla stessa età- tre anni. avevo il grembiulino a quadri e dietro neve
sorridevo-per non sporcarmi e sotto calzette di lana e scarponcini
complimenti per le calze! commentasti

era via San Martino o il Duomo?
o via San Francesco? o Piazza Vettovaglie
coi suoi localini. la BMW. e Firenze col Vasari. poco importa. era. è
ed in comune  letture letture quadri filosofie quel genio di

sta per tornare l'autunno. e con lui, tu
la stagione del pensoso lago grigio
dove la protesta è verità  e l'amore Parola

i maestri i maestri la piazza Libertà. francese
 lui che già stava male male- quegli alberi
è tutto preparato- non passa, da maresciallo caporale

quel vialetto di tigli camelie e magnolie, il Serchio, quel corto mio respiro di nebbie mentre tu inseguivi in bici il mio assorto amore fatto di parole, Dylan

spazio non cè e mai sarà per i miserabili
accidiosi violenti invidiosi avidi e pavidi
per i vendicativi biliosi povere carogne senza amori

non voglio e non so usare la tua lingua
ma solo e sola la mia conosco e so   ben usare- pare
però è a te che mi rivolgo mio scoglioso porto

ti scrissi, ricordi, di foglie e venature
quando le stelle scivolavano  dalla via lattea
e tu risuonasti come solo uomo e dio, allora poté

adesso che possiamo la vista è acuminata
i sensi accesi e quell'io barrato s'è schiuso
a te  a te solo che l'hai curato

del decrittare il tuo esserci nel mondo
del cullare colla voce col maleficio dell occhio
ferita sgranata che ci colse eden e redenzione

il senso della boscaglia oscura
sta nel fitto non senso delle foglie
che io foglia sono a te venature che tu solo conosci

ecco, risuoni nel mio viaggio in Sicilia eco fra aghi
siringhe di luce attraversano le radure dove
ogni estate vengo a ritrovarci e ti fulmino di suoni