lunedì 16 settembre 2019


Serata su  ULISSE  Odissea- Circolo Makedonia, Via San Martino 39 Pisa- Domenica 19 Maggio 2019

ideazione Gioia Maestro

argomento: Le Donne di Ulisse

Con Marco Signori (Scuola Normale), Franco Donatini(scrittore), Rossella Bianucci, Francesco Morosi( Scuola Normale). Letture  a cura di Angelo Tonelli(grecista, traduttore per Einaudi, Mondadori)

Lettura Angelo Tonelli di mia poesia su Penelope (Camera ottica, Baroni 2001, collana di Dino Carlesi, prefazione Mariella Bettarini)-- fu donata per l' 8Marzo a tutte le dipendenti del Comune di Cascina in una cerimonia alla presenza di Sindaco e assessore alla Cultura (con un acquerello di Paolo Lapi)

MOTIVAZIONI DELLA SCELTA Tante sono le donne di Ulisse: Penelope, Circe, Calipso, Nausicaa, Ermione (figlia di Menelao e Elena- D'Annunzio Pioggia nel pineto), cit. alcuni versi presi da  Giacomo Leopardi per A Silvia  dall'Odissea.

LE DONNE DI ULISSE: chi è Ulisse? ULISSE oggi una sorta di Maschio ALFA, capobranco, guida gli altri, seduttore e sedotto.  Molto maschio bianco americano WASP

ARCHETIPI DEL FEMMINILE: PENELOPE E LE SIRENE (che in realtà sono per metà  donne e per metà uccelli-pesci)

PENELOPE/SIRENA: sono oggi figure antinomiche?domanda aperta

Penelope la SPOSA, la Madre, la principessa fedele al marito e alla casa (reggia), al patrimonio (eredità e dote). Se a Telemaco la Madre si risposa succede che perde Regno ed eredità

dall'altro la SIRENA, la seduttrice, la donna vampiro che trascina gli uomini dentro la passione carnale, li fa allontanare dalla legittima sposa, dai figli, dalla dimora. Per poi ucciderli




ULISSE E LE SIRENE  ODISSEA CANTO XII


cit da LE DEE DENTRO LA DONNA DI JEAN SHIMODA BOLEN

PSICHIATRA E ANALISTA JUNGHIANA USA

LE VERGINI :ARTEMIDE ATENA ESTIA
LA CACCIA:  ARTEMIDE
LA FIGLIA DEL PADRE: MINERVA
DEA DEL FOCOLARE:  ESTIA
DEA DEL MATRIMONIO :ERA
PERSEFONE: BAMBINA DELLA MADRE
AMANTE: Afrodite


Condominio nelle donne  attuali, di questi archetipi

 PROTOTIPO 1

PENELOPE


Margaret Atwood: Il canto di Penelope. Un romanzo insieme delicato e divertente.
Una autonarrazione dal punto di vista di Penelope della propria vita dall'orizzonte distaccato del dopo morte, dove incontra le anime (senza corpo) fra campi di asfodeli. Ne esce una figura femminile inquieta e pensosa. L'autrice ci restituisce con profondità di scrittura una Penelope forte e generosa, ma in preda a dubbi di ogni genere: al suo amore inestinguibile non rinuncerà mai: Ulisse è il suo sposo di cui è veramente innamorata e lo è per tutti i vent'anni che rimane ad Itaca ad attenderlo. Ma è anche una madre preoccupata per il figlio Telemaco, adolescente. Preoccupata per il rischio di perdere i propri beni materiali una volta avesse accettato di andare in sposa ad uno dei Proci (che dichiara, non sono interessati a lei ma al suo patrimonio, patrimonio a cui è attaccato anche il giovane Telemaco). A fianco di questa donna saggia molto intelligente (e non bella, figura speculare opposta a quella della cugina Elena che è la causa della guerra di Troia ( forse) che le ha portato Ulisse ad andar per guerra e poi sperso nei mari, forse morto); nel romanzo di Atwood, si alternano i cori ( proprio come nelle tragedie greche) delle dodici ancelle uccise  da Ulisse al suo rientro. Penelope è sconvolta da queste morti di giovani perchè sa che non hanno tradito ma hanno collaborato alla sua causa di donna in ostaggio  ai Proci.  Sono giovani nate da povere famiglie, andate schiave ( anche sessuali). Mentre lei nasce regina per andare in sposa (matrimonio combinato). Sa che su di lei ci sono maldicenze sulla sua non comprovata castità. E ne soffre. Il suo è un canto  triste, pacato, di vittima-regina in balia delle circostanze ma consapevole di aver resistito con la complicità materna della vecchia nutrice  di Odisseo, Euriclea, altra figura femminile tratteggiata con ironia affettuosa. Lei riconoscerà Ulisse per via della cicatrice quando torna nelle vesti di mendicante.
Questa versione moderna dell'ARCHETIPO di Penelope sposa fedele, madre protettiva, ci restituisce uno spessore accettabile anche per noi donne occidentali odierne,  dalle suffraggette  ( modello Mary Poppins) alla Penelope alla guerra di Oriana Fallaci di un mito femminile, che sfugge ad una proiezione-identificazione del ruolo e del vissuto delle donne contemporanee. Un Mito, quello di Penelope, sicuramente non sbiadito ma sottoposto all'usura dei secoli. Ancora topos letterario?

ATTUALITA DEL MITO greco e latino rispetto la contemporaneità: quali le categorie di riferimento?   Cit. Maurizio Bettini, filologo, latinista e antropologo ha fondato all'Università di Siena il Centro Antropologia e Mondo antico





 SIRENE

ARCHETIPO 2

lettura Angelo Tonelli

Canto XII

è Circe, la Maga- Strega (altra rappresentazione del femminile ancora molto in auge oggi, è Dea quindi immortale con capacità magiche di pharmaka dunque STREGA), a raccomandare a Ulisse come difendersi dal canto delle sirene

Riflessioni letterarie:

In Andrea CAMILLERI Le sirene non sono pesci col rossetto: Maruzza Musumeci (Sellerio) Camilleri scrive in forma di cunto cioè derivato dalla tradizione orale siciliana nata nell'Ottocento (e qui voglio ricordare Mimmo Cuticchio, erede straordinario della tradizione dei pupi). Il racconto del nostro scrittore nazionale è ambientato a Vigata (vedi saga di  Montalbano), fra Otto e Novecento. Viene rovesciato il mito delle Sirene distruttrici. Qui le Sirene  sono bisnonna e nipote parlano in greco  e  sono  Vestali  protettrici , benefiche verso il sesso maschile. Sono donne feconde (le Sirene non lo erano), molto seducenti, vivono tra gli uomini abitano gli stessi luoghi ma non lo stesso tempo. Maruzza e la bisnonna si disfanno dell'animalità selvaggia. Sono portatrici di segreti millenari. Ricordano anch'esse miti e leggende: quelle della fase delle Grandi Madri.

Ma il mito delle Sirene è topos letterario: ha ispirato molta letteratura recente, oltre all'iconografia (vasellame di e da  tutto il Mediterraneo, bassorilievi, sculture, influenze molto importanti nella tradizione folclorica).

( cit. da Lorenzo Greco)
Le sirene sono giunte a noi come entità femminili del mare, seducevano il navigante col canto e lo distoglievano dalla giusta rotta (nel caso di Ulisse: Itaca). Nella tradizione marinaresca sono ibridi, forse veri animali marini ormai scomparsi (la foca monaca). Stefano D'Arrigo ne scrive in Horcynus Orca. Affascinanti ibridi, erano raffigurate metà donne metà uccelli.  Solo in età tarda saranno per metà pesci. In Virgilio nell'Eneide, ne evitava la rappresentazione lasciandoci solo intravedere i loro scogli disseminati di resti umani. A Enea fu risparmiato il confronto immondo con questi mostri. Del resto anche la sfinge ha caratteristiche ibride.

LA BONACCIA: le sirene compaiono per i Marinai con la bonaccia. Non c'è vento e sempre d'estate con la canicola. Si poteva solo remare. Una bonaccia paralizzante (Cit. Ballata del vecchio Marinaio di Coldridge- Sirene variante dei “demoni meridiani”, Mario Tobino L'angelo del Liponard, Tomasi di Lampedusa LIGHEA. Sirene dunque come rappresentazione di MORTE, la perdizione, lo smarrirsi. Michele Mari La stiva e l'abisso. Bonaccia in greco: galene, mare calmo ma si dice anche malakia: mollezza effeminatezza, ignavia. La parola Sirene etimologicamente: incerta. Sirena da seiros, ardente bruciante. In sanscrito surya, sole o siccità, ma anche stella SIRIO, costellazione della canicola. Rende le donne lascive gli uomini spossati. Effetto ipnotico e fatale del canto delle sirene come avviene nello smarrimento fra i ghiacci: stessi effetti sul corpo-psiche. ( assideramento- confusione mentale da insolazione ?) E' noto l'effetto ipnotico dei canti e dei ritmi specie delle percussioni che accompagnavano i riti orgiastici. Le Menadi. I Satiri. I riti   pregreci alla Dea Cibele. Vampirismo: attrazione sessuale

(cit. Lorenzo Greco). La solitudine del comandante: come la Sfinge, anche la Sirena donna uccello, mette in crisi il Sapere: e qui da Omero il canto è associato alla musica. Solo un uomo intelligente come Ulisse, l'astuto, si salva (l'enigma delle dotte Sirene, così le chiama Ovidio). L'enigma della Sfinge degli Indovinelli

Non sappiamo chi siano (e forse chi sono) queste creature misteriose. Non possiamo accendere un microfono e  intervistarle. Eppure sono creature di fascino da topos letterario ancor oggi. Saranno una reminescenza delle Grandi Madri insite in una Memoria collettiva  che forse le neuroscienze potranno indagare? Anche col  loro Canto e di Poesia? o forse è meglio che questo mistero permanga a suscitare pensiero creativo di ispirazione sempiterna? un eterno femminino?

La domanda è aperta. A ciascuno, qui presente, la sua proiezione-identificazione







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