renzia.dinca
Pontedera (Pisa)
Debutta in Prima nazionale al Teatro Era di
Pontedera: QUASI UNA VITA- Scene dal Chissàdove. Protagonisti due
figure chiave del Teatro toscano e nazionale l'attrice Giovanna Daddi e Dario
Marconcini (direttore artistico del Teatro di Buti, attore e
regista), coppia sulla scena e nella vita. La regia è affidata a Roberto
Bacci, direttore del Teatro Era (Teatro
Nazionale della Toscana con La Pergola di Firenze) che firma anche
la drammaturgia insieme a Stefano Geraci. In scena con Daddi e
Marconcini altri quattro attori: Elisa Cuppini, Silvia Pasello, Francesco
Puleo e Tazio Torrini.
Una nuova produzione, questa del Teatro Era, che ben
riassume Stefano Geraci, da tempo in sodalizio artistico con Bacci: Se fosse
stato cinema, questo spettacolo si sarebbe potuto ascrivere al genere biopic,
quella fiction che si fonda su biografie reali (…). La preparazione, almeno, è
stata analoga. Abbiamo raccolto e registrato i racconti biografici di Dario
Marconcini e Giovanna Daddi, attori e amici di lunga data con una intensa
storia di teatro e vita in comune lunga quasi sessant'anni. (…) Il motivo di
questa scelta non è stato però quello di raccontare le loro vite, ma di
attraversarle insieme.
Alla conferenza stampa al Teatro Era di
presentazione di Quasi una vita erano presenti gli attori, il regista,
l'assessora alla cultura Liviana Canovai,
Marco Papiani assessore al Bilancio del Comune e Luca Dini (già Presidente di Fabbrica Europa)
Luca Dini :Questo spettacolo è per noi una produzione molto importante perchè il
processo di scrittura è tutto incentrato
su due persone Giovanna Daddi e Dario Marconcini, fondamentali nella
costruzione dell'attuale Teatro Nazionale in quanto fondatori negli anni
Settanta del Teatro di Pontedera
Roberto Bacci: E' stato un lavoro che parte dalle origini umane del
nostro Teatro. D a un incontro a Pisa
(città dove allora vivevo), quello fra me e Dario Marconcini. Eravamo entrambi
appassionati di Teatro ed in particolare dell'esperienza dell'Odin Teatret. Fu
un incontro di vera e propria iniziazione da cui partìrono il Teatro di
Pontedera, il CSRT Centro di sperimentazione e ricerca teatrale con la presenza costante di Jerzi Grotowski
invitato da me e Carla Pollastrelli fino agli esiti dell'attuale Teatro
Nazionale. Il nuovo lavoro parte da
un'idea iniziale, quella del punto di vista della porta ( la conferenza stampa
si svolge nello spazio dove sarà
l'allestimento ed in scena si intravede una porta alla maniera di
Duchamp). Abbiamo lavorato insieme al drammaturgo e scrittore Stefano Geraci
coi due protagonisti, che sono amici e
colleghi, coinvolgendo anche alcuni attori della Compagnia del nostro Teatro di
Pontedera. Abbiamo lavorato a casa di Giovanna e Dario e insieme abbiamo
ricostruito la loro storia di viaggi, spettacoli, memorie ( l'esperienza del
Teatro di Buti con Jean Marie Straub). Abbiamo messo le mani nel
loro privato spazio fatto di oggetti,
costumi, foto. Ma non ne abbiamo tratto una sorta di biografia, non era questo
il nostro obiettivo. Abbiamo isolato alcuni temi su cui lavorare nel progetto
drammaturgico di scrittura a quattro mani: quello del Teatro (cos'è per Dario e
Giovanna), quello dell' uscita dalla Porta nel senso del Teatro come vita
parallela a quella del quotidiano ( Marconcini e Daddi si sono dedicati per
tutta la vita ad un lavoro fuori dalle scene), il tema dei Sentimenti in quanto coppia nella vita fin da
giovanissimi), il tema della Malattia, quello della Vecchiaia fino
all'ultimo tema. Quello della Porta come ultimo passaggio della vita
verso il Chissàdove, che è il sottotitolo del lavoro. Abbiamo lavorato
sull'elaborazione filosofica dell'approccio drammaturgico che si appoggia sulle domande. Non è
stato facile. Ma siamo certi che è stato un percorso efficace per noi che lo
abbiamo ideato e praticato e crediamo lo possa essere anche per lo spettatore.
Questo non è un lavoro rivolto al passato ma al futuro secondo l'approccio di Fabrizio Cruciani:
spettacolo che si rivolge all'origine, in questo caso la nostra.
E' stato difficile e insieme eccitante per me la
costruzione di questo spettacolo- dichiara
Giovanna Daddi mentre Dario Marconcini: Nel rapporto
con Stefano Geraci abbiamo cercato di lavorare sulle linee d'ombra, quelle del
passato i ricordi gli oggetti le
cartoline, li abbiamo chiusi tutti dentro una scatola. Il mio modo di pensare
la regia su cui sempre mi sono mosso nelle vesti di regista è stato quello
che passava da tre maestri Artaud, Brecht e Thomas Mann. Per me il teatro è
indagine nel mistero. Quel mistero che ci porta a fare questo tipo di mestiere
che per me è la dimensione del sacro.
Roberto Bacci: Dario
e Giovanna sono il Padre e la Madre del Teatro Nazionale a cui oggi siamo arrivati. E' straordinario
pensare che due persone possano cambiare
la storia e la cultura di una città ( Pontedera). Questo mi pare un grande
insegnamento da far conoscere alle nuove generazioni e che dovrebbe essere
raccolto anche dalla politica di oggi. Quando siamo partiti, quarant'anni
fa eravamo molto giovani e molto malvisti dalla gente.
Abbiamo avuto l'opportunità di crescere perchè ce l'ha offerta una classe politica aperta ad investire sul nuovo, su ciò che non
è prevedibile
Quasi una vita – Scene dal Chissàdove, sarà in scena
dal 18 al 22 aprile al Teatro Era di Pontedera.
Dall'11 al 13 maggio al teatro Studio Mila Pieralli di Scandicci
nell'ambito del Festival Fabbrica Europa
Nessun commento:
Posta un commento