M 2
Vorno (Lucca)
Il gruppo romano Dynamis aveva già proposto dentro lo spazio della
Tenuta dello Scompiglio diretto da Cecilia Bertoni nel
programma primaverile 2017: ID, un lavoro di forte impatto psicologico
interattivo mettendo in primo piano la relazione attore-spettatore unico,
partecipante attivo sul tema dell'identità individuale e sociale con esplicita
connotazione rispetto le identità
sessuali e di genere. Di nuovo si ripresenta nello stesso spazio di
straordinaria bellezza, oasi naturalistica che accoglie ospitalità
internazionali fra svariati territori di arte e contaminazioni nei pressi di
Lucca, questa volta con M2 (il due è in alto piccolo a destra
rispetto alla cifra M, in matematica quindi è un due al quadrato). Il
lavoro è frutto di un laboratorio coi migranti,
rifugiati politici, che si è svolto a Roma nel 2015, quindi prima
dell'avvento della Raggi Sindaca. E guarda caso a fine spettacolo, abbiamo visto un insegnante
di lingua Italiana che lavora nel territorio
toscano, con un gruppetto di
ragazzi di colore in inserimento, che erano e come noi, fra il pubblico
a commentare tra loro quanto visionato. In M2 dei Dynamis (nato in residenza ad
Armunia a Castiglioncello), il lavoro si sviluppa su un palco che è semplice pedana, dove un
attore Francesco Turbanti, delimita con tanto di nastro
adesivo-comunemente usato sul set teatrale ed anche televisivo, mentre
chiede al pubblico se la delimitazione-
i due metri per due che sta segnando nelle quattro linee di quadrato perfetto,
sono o non dritte. E da qui parte la performance. Entrano sette persone
(volontari fra il pubblico che ha accettato la partecipazione attiva fin da
prima lo spettacolo). Una voce fuori campo quella di Dalila Rosa inizia
a dare indicazioni al gruppo dei sette
su come collocarsi all'interno del quadrato magico. Sembra partire un gioco di
squadra, quasi da laboratorio teatrale dove le persone interagiscono in
sintonia a rispondere col corpo-mani braccia gambe piedi, alle richieste della
voce fuori campo che detta le regole del come posizionarsi all'interno del
quadrato magico ed in non facile equilibrismo costretto e dato lo spazio ridotto per sette corpi anche di diverse moli e non tutte leggere. Intanto sullo sfondo è
proiettata l'immagine di un mare solo apparentemente rassicurante. Dal gioco da
ragazzi ben presto si passa a ben altro scenario. Ben presto si scopre che quei
corpi giocosamente in bilico tra esperimento laboratoriale e gioco-finzione
sono corpi-cavie in rappresentazione di un tragico percorso di chi quel mare da
cartolina sullo sfondo lo attraversa dentro lo spazio asfittico, da concreta prigione, delle carrette del mare-
che qui e nella realtà di chi
l'esperienza la racconta sulla propria pelle, taxi non sono. E così quegli
oggetti disposti fuori dal quadrato: un cellulare, le stesse scarpe lasciate
fuori dai giocatori-attori, si trasformano in oggetti da incubo, da film
dell'orrore. Così il giocatore Francesco Turbanti che all'inizio sembra essere
una sorta di co-autore delle azioni che si svolgono all'interno dello spazio
circoscritto, che incita a giocare ma da fuori lo spazio dei giocatori, si
trasforma in aguzzino con tanto di manganello che si spende in una danza
macabra. Una metafora del traghettatore che si offre da ospite che accoglie per
poi trasformarsi in carogna che sfrutta.
Un lavoro che dà da pensare questo di
Dynamis diretto da Andrea de Magistris, e che potrebbe evolvere in
qualcosa di ancora più denso, duro ed efficace.
M2
ideazione e realizzazione Dynamis
con sette volontari e Francesco Turbanti
voce Dalila Rosa
Progetto sviluppato in laboratorio teatrale per rifugiati
politici a Roma nel 2015
Produzione Teatro Vascello – Centro di Produzione
Teatrale la Fabbrica dell'Attore in
collaborazione con ONLUS Asinitas
Visto a Vorno (Porcari-Lucca), alla Tenuta dello
Scompiglio, il 25 febbraio 2018
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