Anna Meacci è Romanina.
La nascita di un cigno
Nella giornata
internazionale contro omofobia e transfobia
Firenze
Posted by Renzia
D’Incà
Ripercorrere tutte le
fasi del lavoro su Romanina non è facile perché è una storia lunga 18 anni- così
esordisce Anna Meacci in una sua mail molto
intensa e ricca di particolari dove mi racconta come e perché si è innamorata
della storia di questa straordinaria persona. Del resto come sarebbe potuto non
succedere quando la sensibilità estrema dell’attrice porta ad una empatia altrettanto
estrema per una figura emblematica, quella del più “ famoso travestito di
Firenze” che fa da valore aggiunto alla dote intrinseca di generosità e di giusto coraggio che deve essere naturale in chi sceglie il mestiere del palcoscenico?
La Anna, quella Anna che aveva sposato con grande passione questa idea che come
chiodo fisso ripeteva agli amici teatranti (oltre che alla sua agenzia di
allora), nel frattempo aveva realizzato e messo in scena con Dodi Conti e Katia Beni: I monologhi della vagina e Un
due tre chiacchiere.
Dunque il percorso è stato lungo e anche accidentato perchè questa
serata fiorentina, ospite il Teatro
delle Spiagge, Compagnia Teatri
d’Imbarco diretto da Nicola Zavagli e Beatrice Visibelli, da sempre molto attento ai temi della
solidarietà e del sociale, ripropone e
rilancia questo lavoro scritto a quattro mani dalla stessa Meacci con Luca Scarlini-che all’attrice dopo
un’esperienza teatrale invitata da Vladimir Luxuria per le serate romane di Mucca
Assassina nel lontano 1996, aveva
suggerito di leggersi la storia di Romano
Cecconi, nato in un paesino della Garfagnana poi fiorentino e adesso
bolognese.
Si tratta del diario della complessa e
delicata(nell’accezione di intima) storia di una transessuale, di un uomo che si sentiva donna e viveva da
donna e che ad un certo punto della propria esistenza ha avuto il coraggio di
trasformare, anche chirurgicamente, il suo status anagrafico. Sembrerebbe una
questione nota, almeno a livello di
rotocalco, per le genti italiche
televisivamente ‘edotte’ ed anche per una certa politica. E invece: e
invece questo lavoro è andato in scena per la prima volta nove anni fa grazie
all’intuizione e al coraggio utopistico di
Massimo Paganelli che affidò la regia a Giovanni Guerrieri col
contributo fondamentale di Barbara
Nativi (il debutto a Sesto fiorentino, Teatro della Limonaia nel novembre 2005 corredato da una mostra
fotografica), una conferenza stampa al Teatro del Sale con l’arrivo di Romina da star fra frotte di fotografi e con a
seguire alcune repliche con gran successo specie di pubblico.
Mi scrive Anna: durante
le tre settimane di repliche, ho visto di fronte a me persone di ogni età e
stato sociale. Gay, lesbiche, transessuali, eterosessuali, un’umanità eterogenea
che rideva e si commuoveva assieme a Romina e a me. Dopo questo primo step
di percorso il lavoro è andato in tournée per la penisola. Amato dal pubblico e dai teatranti ma non dalla politica per pregiudizi espliciti sul tema, qualche
volta anche da parte di associazioni di genere. Il lavoro è stato ospitato solo
dal Gay pride di Torino.
Tornato alla grande sul palcoscenico da tutto esaurito delle
due serate fiorentine “ Romanina” è
un lavoro godibilissimo con una Anna
Meacci strepitosa.
In scena con abito attillatissimo e paillette, pelliccia
bianca, una scena vuota con in terra solo coppie di scarpe di varie fogge, la storia di Romanina è raccontata con glamour e delicatezza anche
nelle sue crudezze più inenarrabili( prostituzione, carcere, confino,
abusi, e anche violenze che l’hanno
costretta a fuggire da Firenze) con una leggerezza commovente. Una prova
d’attrice di coraggio e un pubblico straboccante, curioso e molto divertito
Con Anna Meacci
Regia Giovanni Guerrieri
Compagnia
Teatri d’ Imbarco di Nicola Zavagli e Beatrice Visibelli
Teatro delle Spiagge,
Firenze 17 maggio
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