foto di Giorgio Termini
CONTEMPORANEA 2024
renzia.dinca
Prato. L'emozione
prima della sommossa è il sottotitolo di questa edizione della rassegna Contemporanea
( andati in scena dal 27 settembre al 5 ottobre scorsi )sotto la direzione
artistica di Edoardo Donatini, rassegna che ha inaugurato la
stagione del Teatro Metastasio di Prato dove è stato riconfermato per
tre anni Massimiliano Civica nell'incarico di direttore
artistico. In programma “spettacoli selezionati per obbligare a cambiare
postura", scrive nella presentazione del programma Edoardo
Donatini, dentro una poetica del prendere sul serio anche la farsa; in una
prospettiva di speranza di cambiamenti in questo non facile momento storico
nazionale e internazionale, dove anche la crisi del Teatro e delle Arti
morde, funestata dal periodo Covid e dalle ennesime mancanze di fondi
ministeriali. Le compagnie invitate, italiane e internazionali, hanno
presentato i loro lavori nei sei giorni di appuntamenti ed hanno
riscontrato un buon successo di pubblico. Abbiamo assistito a due lavori:
La
luz de un lago, della compagnia catalana El Conde
de Torrefiel e La foresta trabocca di
Antonio
Tagliarini
Il lavoro di El Conde si rivela nella forma complessa
di un paesaggio sonoro fondato sulla percezione immersiva dove conferiscono
molteplici linguaggi: video, testualità, azioni sceniche, voce, effetti sonori
in un plot narrativo- quasi una mise en abyme, che si tiene attraverso una traccia in forma di sceneggiatura per un film in quattro momenti spazio- temporali diversi. Il fil rouge che collega queste
quattro micro narrazioni è il tema archetipico di eros e thanatos, amore e
distruzione, tenerezza e crudeltà. La poetica di fondo sembra essere quella di
una meta riflessione della compagnia sul senso del fare Arte nella
contemporaneità. Al centro del lavoro quindi, la narrazione in multicodice
delle 4 storie di persone accomunate
dalle dinamiche umane
dell'incontro: la prima per una giovane
coppia a Manchester ad un concerto anni Settanta dei Massive Attack, la
seconda per una coppia gay borghese che
si frequenta di nascosto in un cinema ad Atene a causa della discriminazione
verso gli omosessuali, la terza quella di
Philippe, un intellettuale transessuale a Parigi che si incontra con la
propria sessualità di nato maschio che, fedele alla propria identità
d'infanzia, decide di cambiare sesso.
Per finire con una ambientazione a una prima alla Fenice di Venezia nel 2036 in
un set di “arte uau” dove un gruppo di attivisti protesta con una azione
di imbrattamento con secchi di cacca
gettata sugli spettatori, contro l'arte commerciale. Sul palco, mentre
scivolano le immagini video in loop di vortici di colori che si intrecciano e
vanno a sfumare in un confuso pattern che dà la sensazione del confuso
mondo liquido in cui tutti siamo immersi, un terzetto di “tecnici” si muove in
sintonia nello spostare quinte, attori microfonati in viva voce recitano,
mentre sottotiloli e un importante mix
sonoro commenta le immagini e le azioni in scena. Il lavoro di El Conde col suo
portato caleidoscopico di suggestioni cariche di emozioni, è un paesaggio
sonoro che nell'apparente confusione di segni che si intersecano e si sciolgono
in un pastiche di senso, sembrano testimoniare in palcoscenico quella che è la
nostra attuale realtà liquida (secondo la definizione di Zygmunt Bauman)
dove: incertezza, velocità frenesia, performance, narcisismo, inconsistenza,
virtualità mettono al centro l'individuo
per prevalere in una società dove regnano precarietà e incertezza. Con echi del
filosofo Mark Fisher con i suoi saggi sul linguaggio della
contemporaneità oltre il realismo
capitalista
La luz de un lago
Idea e creazione
El Conde
Regia, drammaturgia e testo Tanya Beyeler e Pablo
Gisbert
Scenografia Ed Conde e Isaac Torres
Materiali e spazio
El Conde e la Cuarta Piel
La foresta trabocca
Antonio Tagliarini, performer, danzatore, autore ed attore ha proposto a Contemporanea La
foresta trabocca. Già presentato come primo studio al Festival FOG/ Triennale nel 2023 con Un'
andatura un po' storta ed esuberante il lavoro, condotto in coppia con Gaia
Ginevra Giorgi poetessa e performer, si caratterizza per lo studio sulle
azioni del performer nello spazio studioK in sinergia con Giorgi, statica,
dotata di microfono e mixer in un'immersione sonora plastica ed evocativa. Ispirato alla
scrittrice giapponse Maru Ayase, la Foresta di Tagliarini tratteggia col corpo del
performer, diverse trasformazioni dell'io narrate attraverso azioni a corpo
libero dove dominano inciampi, cadute,
riposizionamenti, ricerca di un nuovo equilibrio sempre instabile,
sempre ritrovato attraverso una ricerca di nuovi baricentri e forse nuove
direzioni. Cos'è infatti questa “foresta” traboccante se non la ricerca umana
che dal buio scheggiato di lampi di luce (l'inconscio?) muove verso strade mai
percorse prima per poi perdersi di nuovo, per poi riemergere in un altro stato,
un'altra dimensione esistenziale
risolvendosi in un atto rigenerativo. Questo il senso interattivo che
Tagliarini gioca con lo spettatore a cui vengono consegnati all'ingresso dei
bigliettini con delle domande. La mia era: qualcosa che hai lasciato andare.
E sul retro c'era scritto: Nel momento che ritieni più opportuno,
puoi depositare questa domanda nello spazio scenico. Questa suggestione, la
cui risposta era dentro la mente dello spettatore, era il mezzo con cui il
performer, aveva modo forse di rispecchiarsi, forse no, ma comunque procedere
nella sua ricerca nello spazio al centro del quale Gaia Ginevra Giorgi ad
un certo punto comincia a rapportarsi col danzatore che si avvicina e insieme,
microfonati tentano un dialogo fatto non di parole ma di suoni
Progetto Antonio Tagliarini
con Antonio Tagliarini e Gaia Ginevra Giorgi (anche in
collaborazione artistica)
Cura del suono Emanuele Pontecorvo
Disegno luci e direzione tecnica Elena Vastano
Coproduzione
INDEX, Triennale di Milano, Spazio Matta, Casa degli artisti
Visti a Prato, Teatro Metastasio e spazioK Contemporanea, il 4 ottobre 2024