IL CORPO IN TESTA
(Cue Press
2022, Imola Bologna)
Il viaggio artistico di
Animali Celesti teatro d'arte civile nelle periferie sociali del disagio e
delle marginalità
Autore Alessandro Garzella
Prefazione Andrea Porcheddu
renzia.dinca
1.
La lunga,
proficua, e intelligente esperienza teatrale del regista, autore, attore e
formatore Alessandro Garzella è un'opera esistenziale e compartecipativa
di Teatro Metafisico. Nel senso utopico e paradossale del termine “metà tà-physikà” proprio perché
“fisica”, come è l'esperienza del Teatro, abissale concreta “immonda”, per
usare un aggettivo che ricorre nella sua non-autobiografia intitolata Il
Corpo in testa, un libro dedicato ai primi dieci anni della Compagnia Animali Celesti che oggi prosegue una ricerca avviata all’inizio degli anni Novanta. Un volume
un po' confessionale, un po' autoironico, un po' auto-biografico e un po' nonsisacché
in quanto, letterariamente, indefinibile, ineffabile, come scrive Andrea Porcheddu in prefazione.
Una scrittura di prima mano che prende alla pancia, agli occhi e al cuore di
chi legge e si occupa di Teatro nella storiografia italiana, facendo molto
riflettere sulla vicenda personale e collettiva di un artista e intellettuale a
tutto tondo, di fatto e di diritto, che può appassionare sia un lettore che
conosce la poetica dell’Autore, le sue opere e le sue avventure artistiche, sia
un lettore-spettatore che ama il Teatro tout
court.
Anche la copertina del volume Il corpo in testa (CUE Press), dà da pensare: primi piani dei suoi occhi, mani, bocca, orecchie (forme cinestesiche di un lavoro anche basico del fare teatro, senza scomodare la PNL o Jung), del regista Garzella che dirige e ha diretto i suoi attori, fin da giovanissimo, con protesi o in carrozzina per via di un grave handicap (mai vissuto come tale), che lo accompagna da quando è nato e che lo pone pertanto alle prese con spazi teatrali al chiuso (spesso difficilmente accessibili) e all’aperto come strade, piazze (vedi il suo lavoro itinerante Vangeli di strada a Pisa), giardini o luoghi naturali, come per il Parco di Migliarino San Rossore Massaciuccoli dove risiede oggi la sua Compagnia, ideando e realizzando la maggior parte dei suoi spettacoli più recenti. Garzella ha vissuto artisticamente tra stanzialità e nomadismo, giungendo a Coltano, una frazione del Parco, da esperienze come la direzione del settore Scuola e Ricerca del Teatro di Pisa, la creazione e direzione artistica della Città della Città del 1. Teatro Sipario Toscana a Cascina e l’ideazione del Teatro Stalla a Bergamo, esperienza successivamente trasferita a Coltano, dove dirige ANIMALI CELESTI teatro d’arte civile, una nuova avventura che coinvolge artisti, teatri, compagnie e persone provenienti da diversi Centri sociali e Sanitari di alcune USL territoriali che compartecipano a una ricerca sul rapporto tra teatro e malattia mentale (cfr. Il Gioco del Sintomo- Renzia D'Incà-Pacini Fazzi Editore Lucca, 2002 e Il Teatro del Dolore-Renzia D’Incà, Titivillus 2012)
2.
ANIMALI CELESTI da ormai molti anni è
una presenza fertile e attiva al Nuovo Fontanile-Parco delle
Biodiversità di Coltano non solo con il contro-festival ALTRE VISIONI ma anche e soprattutto
con laboratori che si svolgono continuativamente (anche in inverno) in
natura, e che producono opere sperimentali frutto di una ricerca radicata a un
borgo della periferia pisana più estrema.
3.
Quella di
Garzella è una identità particolarissima: l’espressione dell’animo umano più
“selvatico” e naturale, nelle sue “diversità” e “difformità” più estese. Un
teatro fisico e concettuale, astratto e carnale che include bio-diversità
ambientali e alterità fisiche o mentali, vissute in Natura, alla ricerca di un
benessere che il suo Teatro prova a respirare e far respirare a centinaia di
persone che provengono dalle tre città e Università contigue al Parco: Pisa,
Livorno, col suo affaccio al mare e Lucca che, con la sua eleganza e le sue
Mura, aveva fatto innamorare anche il Principe di Galles ora Re Carlo
d'Inghilterra.
4. LAutore con il suo Corpo in testa - non trovo titolo più dissacrante e insieme metaforicamente inclusivo per un libro di teatro impegnato nel sociale – appartiene a quel gruppo di artisti che Andrea Porcheddu, nella pubblicazione Che c’è da guardare, definisce creatori di un Teatro d’Arte Sociale. La Compagnia, riconosciuta e sostenuta dal Ministero alla Cultura e dalla Regione Toscana, è infatti un nucleo di artisti e persone eterogenee tra loro che, proprio attraverso la visionarietà teatrale di Garzella, condividono una comune ricerca artistica e umana sul rapporto traTeatro, alterità e follia
La Compagnia, vincitrice del Bando MIC sulla accessibilità degli artisti disabili, con il progetto LUCIGNOLI, manifesta una crescente vitalità artistica, capace di coniugare ricerca e sperimentazioni produttive di particolare qualità e prestigio. In questa comunità di artisti, definita “La tribù” in un video molto apprezzato sui social, sono sicuramente da ricordare, per l’importanza dei loro apporti artistici, alcune presenze attoriali storiche, particolarmente significative: Francesca Mainetti, Chiara Pistoia che seguono Garzella da venticinque anni ispirandone la creatività e affiancandolo nella guida della compagnia e Marco e Ivano: “due maestri di strada che mi ero andato a cercare vent’anni prima negli anfratti della loro e della mia follia” (cit. A. Garzella in Il Corpo in testa). Ad essi oggi si aggiungono altri artisti più giovani e alcuni allievi coinvolti nei laboratori ATTORI DI/VERSI e ATTORE DISSENNATO, vero motore creativo che alimenta un progetto artistico, culturale, sociale e politico molto difforme dalle convenzionalità. In questo periodo la Compagnia sta realizzando un progetto di distribuzione del proprio repertorio in teatri e città interessate ad ospitare le proprie opere: oltre alla Toscana la compagnia sarà in Sardegna, a Genova, Ferrara, Napoli, Rovigo, Trieste ed altri luoghi ancora, intrecciando la propria creatività con quella di teatri e compagnie affini.
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