lunedì 31 marzo 2025
L' INFAMANTE ACCUSA DI ASSENZA
renzia.dinca
Prato. E siamo sempre nel mondo della satira che sfiora il grottesco (come in Kafka ne Il Processo) in questo lavoro di Oscar De Summa L'infamante accusa di assenza nella prima assoluta di Oscar de Summa nella stagione del MET diretto da Massimiliano Civica. Nella nuova drammaturgia del regista, autore, e qui anche attore nella parte dell'avvocato difensore, lo scontro generazionale è palese e grottescamente trattato. Una ragazzina unica femmina in scena, deve difendersi da un complottismo... tutto al maschile che addirittura la chiama in processo con tanto di rimbambiti ridicolizzati e personaggio che suona la tromba con cresta arancione punk un forse amico dalle movenze di clown. Una ragazzina assolutamente “normale”. Ma chi è questa ragazza (Valeria Sibona, brillante nella parte di Demi, unico nome dichiarato mentre gli altri 4 maschi sono maschere di protagonismi maschili)? Una ragazza che ha scelto di non compartecipare al gioco al massacro del presente degli adulti e di potere, della sua-loro politica delle sue guerre delle sue comparsate (citazioni spurie da appartenenze ebree per la ragazza e visto che sarà allestito un tribunale delle “colpe”). E quindi da che parte stare? la giovane si sfila. La giovane è stata tradita anche da suo fratello, come potrebbe fidarsi di una, forse due generazioni tutte al maschile, che la vorrebbero condannare? E poi per quale reato? Indifferenza-assenza: vedi dal titolo L'Infamante accusa di assenza. La scena si presenta spoglia al Teatro Metastasio, 5 seggiole due appendiabiti. Tutto sta nella tensione della lingua, della grottesca manifestazione aggressiva maschilista e stupidamente gerarchica della supremazia generazionale anche linguistica dei più vecchi (e maschi) sui più giovani. E sicuramente soli, come la ragazza Demi. La ragazza non capisce. Le generazioni che hanno letto Gramsci, fatto il 68 non riescono a mettersi nei panni di Demi che per difendersi, anestetizza il dolore del tradimento fratricida da parte del fratello, travestita dall'ingenua Alice nel Paese delle meraviglie mentre si affida alle uniche tracce di riferimento di informazione che sono il Portatile e il cellulare che le verranno sequestrate da quell'improbabile tribunale degli adulti e traditori. Sulle note di Kurt Cobain di Smells like teen sprint. Del resto Io non sono Lui. O Loro e Io è un Altro. Lezione francese degli esistenzialisti anni Sessanta. Salto quantico? ma siamo davvero in grado noi adulti di lasciare fuori nessuna adolescente e proteggerla da questi espliciti giochi di potere?
Prima assoluta
di Oscar De Summa con contributo di Lorenzo Guerrieri
con Oscar De Summa, Valeria Sibona, Mattia Fabris, Lorenzo Guerrieri.
luci Matteo Gozzi
musiche Davide Fasulo e Oscar de Summa
Produzione Teatro Metastasio
Visto al Teatro Metastasio di Prato, il 9 marzo 2025
giovedì 27 marzo 2025
MEMORIA E FUTURO DEL PRESENTE
in STORIE DI DONNA
renzia.dinca
Cascine di Buti (Pisa). La nuova produzione del Teatro di Buti, diretto da Dario Marconcini nella troppo breve stagione di uno spazio che ha storia internazionale di cinema e teatro, è Storie di donna con due atti unici: La più forte di August Strindberg e Dondolo di Samuel Beckett. Una stagione questa del Teatro di Buti in provincia di Pisa, esempio di teatro aristocratico all'italiana scrigno di bellezze purtroppo ancora chiuso per restauro, che ha avuto in cartellone 2024-2025 fra altri Danio Manfredini, I Sacchi di Sabbia, Muta Imago, Garbuggino-Ventriglia e che da qualche anno si è spostato nella vicina bella sala del Teatro Vittoria a Cascine di Buti. Il nuovo lavoro è una scelta di micro-testualità, tema caro a Dario Marconcini che di testi pressocché sconosciuti di grandi autori ne ha fatto una bandiera della sua molteplice feconda ideazione e produzione dove ha prodotto e ospitato figure di internazionalità straordinaria come il regista Jean Marie Straub. Proprio nei giorni della festa della donna si presenta la prima di Storie di donna con protagonista Giovanna Daddi, compagna di Dario (segnaliamo la recentissima uscita del volume sulla storia della coppia Scene da un matrimonio a cura di Carla Pollastrelli e Gianfranco Capitta per Titivillus) con cui, insieme, hanno creato e condotto lo spazio del Teatro di Buti, In La più forte, Irene Falconcini si confronta in un monologo sferzante come da scrittura di Strindberg, con la sua alter ego rivale a sua volta attrice Giovanna Daddi. Il gioco delle parti fra le due donne che nella vita sono state e sono attrici, è feroce. L'attrice più anziana però al gioco non ci sta anzi ignora il gioco e le sue sadiche contrapposizioni. Le due si incontrano in un bar dove la più grande d'età (di spalle al pubblico), se ne sta seduta sfogliando un giornale in silenzio assoluto mentre l'altra sfida e provoca in un monologo aggressivo, e anche volgare mentre l'Altra non dà mai segni di reazione alcuna. in fondo: chi è e sarà la più forte? Una micro piece La più forte, che ha ispirato il film Persona di Ingmar Bergman. Continua così la incessante ricerca di Dario Marconcini sugli scrittori nord europei da Pinter a Beckett agli svedesi ai mitteleuropei come Peter Handke. Prima del secondo monologo parte un intermezzo di Leonardo Greco a fare da contrappunto col successivo. Un giovane Hamlet nel suo delirante monologare con la povera Ofelia. Del resto qui si parla di Storie di donna e, di donne. Nel secondo monologo Dondolo, vediamo in scena Giovanna Daddi seduta su una sedia a dondolo, ed è una ripresa di una scena beckettiana di lavori precedenti del regista. La donna sta in flusso di coscienza. Si dondola sulla sedia in reminescenze di memorie narrate fuori campo dalla sua stessa voce, registrata. Sembra dentro un abisso fra realtà e sogno, fra veglia e memoria. Appena la voce si attenua, a voce viva l'attrice esclama: “ancora” e il nastro riparte. La voce però è roca. Sullo sfondo nero come il vestito della donna, un'immagine di finestre tutte uguali anonime di condominio fatiscente in atmosfere nordiche. Ci sono richiami all'Ultimo nastro di Krapp. Una esemplare ed efficace resa all'annichilimento della memoria e della vita che scorre, ineluttabile.
PRIMA NAZIONALE
Storie di donna
regia Dario Marconcini
La più forte con Giovanna Daddi e Irene Falconcini
Dondolo con Giovanna Daddi
con un intermezzo di Leonardo Greco
allestimento e luci Riccardo Gargiulo e Cesare Galli
produzione Associazione Teatro Buti
Visto al Teatro Vittoria di Cascine di Buti, il 7 marzo 2025
lunedì 10 marzo 2025
è su RUMORSCENA di Roberto Rinaldi Giuliano Scarpinato in ALL ABOUT ADAM
renzia.dinca
Vorno (Lucca). Giuliano Scarpinato ha presentato All about Adam nello spazio della tenuta Dello Scompiglio diretta in un team internazionale artistico da Cecilia Bertoni a Vorno, 50 ettari fra le colline pisane e lucchesi che guarda alla Garfagnana ed Emilia. Una sua ideazione performativa sul tema della mascolinità, tristemente appassionante tema, dove si intrecciano singolari riflessioni sul rapporto maschio-femmina in Europa e USA, specie in questi periodi dove la questione della e sulle identità di genere è in primo piano-negativo, dell'attenzione politica. E' risultato vincitore Scarpinato, con altre compagnie, del bando che ha, di fatto chiuso il ciclo indetto da Residenze toscane, con al centro la performance in solitaria e per circa mezzora del bravo Cristian Cucco. Ma che cosa vogliamo dire di e su anzi, in lingua inglese (lingua della scimmie): All about Adam? anzi e proprio tutto in super attuale specismo dove non dalla scimmia darwiniana ma da Adamo ed Eva deriva la (nostra?) la specie? Adam-Cristian Cucco, si ritaglia uno spazio asfittico dove un giovane uomo prova a cercare la sua dimensione spazio-temporale dell'hic et nunc. Lo fa danzando sulle ceneri del pavimento dello spazio performativo a sfondo nero (ricoperto di finta cenere-il passato, l'Oroboro), dove si apre la performance segnando centri concentrici con i suoi passi, con se stesso perché da qui si arriva: quella madre e quel padre che ci hanno messo al mondo. Per poi ritornare ancora nel centro della sua ricerca, nel finale performativo. L'azione slitta tutta dentro la ricerca di sé. Cadute, risalite in uno spazio concentrazionario, nero, forse sporco e comunque paludoso, limitato, dove il corpo-voce si manifesta in forma di coup de théatre, attraverso una condizione attuale-ancestrale dove domina la Voce. del Maschile? Si sentono in registrazione ad un certo punto voci di politici, spezzoni di telegiornale: Craxi, Renzi, Grillo e altre. Tutte maschili. sarebbe questa la Voce della mascolinità in questo Paese? La debolezza del maschile in tempi della assenza dei padri così richiamati da una letteratura psicoanalitica un po' démodé anni Novanta da Zoja, al lacaniano Recalcati che ne attestano, si fa per dire e da decenni, l'assenza? Forse si. Oppure e invece un eccesso di ingombrante presenza?un dejà vu? In contemporanea negli spazi espositivi dello straordinario luogo che è Dello Scompiglio, dove in realtà tutto è ordine s/composto dentro la Natura e dentro l'abilità “femminile”, perfetta ideazione e organizzazione della accoglienza in attivo, ci sono due mostre godibili e di forte impatto visivo e fino al 13 aprile: Nexaris di Agnes Questionmark dove una madre-ragno ma fatta di plastica con richiami a Louise Bourgeois viste a Bilbao Venezia e Londra e a Barbie-plastica a cura di Angel Moya Garcia e di Chiara Ventura con : Le maniglie dell'amore sui femminicidi. In Italia. Dove conta, ancora e eccome Il nome e la legge del padre
ALL ABOUT ADAM
ideazione e regia Giuliano Scarpinato
con Cristian Cucco
ambiente sonoro e luci Giacomo Agnifili
consulenza della danza Alessandro Sciarroni
Produzione Emilia Romagna Teatro ERT/ Teatro Nazionale -focus CARNE
in collaborazione con Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
progetto bando vincitore di residenze “Toscana terra accogliente” attraversamenti residenziali: Straligut Teatro-Siena, Giallomare Minimal Teatro-Empoli, centro di residenza della Toscana Armunia/ CapotraveKilowatt
Visto a Vorno (Lucca) , il 22 Febbraio 2025
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