martedì 25 febbraio 2025

FUOCHI DI LISBONA Paolo Ruffilli (Passigli Editore, ottobre 2024, Euro 17.50) .In copertina Bad Boy, Good girl. Opera di Jack Vettriano Renzia D'Incà Quello di descritto nell'appassionante romanzo di Paolo Ruffilli Fuochi di Lisbona, è un dispositivo letterario e mentale che ha le significanze di un atto di riconoscimento-identificazione, un meccanismo freudiano e forse, pure lacaniano, del Perturbante. Un gioco di specchi fra un uomo (il forse professore, il dominante, almeno apparente, nel gioco seduttivo) e una donna, anche lei intellettuale che ha nome: Vita e, in gioco di doppio specchio: Ofelia, con ampia convergenza letteraria delle lettere fra Pessoa e la fidanzata Ofélhia di cui il bel romanzo, anche, tratta. Una trasposizione figurata e insieme forse poco importa se realistica, del viaggio nelle misteriosità delle sincopate multi-identitarie vite e cifre letterarie di Ferdinando Pessoa e della sua città Lisbona, città che ha forme e languori di donna e amante. Una sorta di spazio onirico in una sua, forse, reincarnazione come in altro specchio, una mise en abime mentre un Virgilio-Henrique, un po' scienziato chimico dell’“amore serotoninico” e amico dell'italiano, che lo accompagna nei Barrios, i vari quartieri dove Pessoa viveva e dove oggi si vive in qui locali una movida in quella straordinaria città cosmopolita, sospesa fra Europa e Americhe. In meandri su e giù, fra un alto e un basso, poiché la cosiddetta “realtà” rimanda sempre e costantemente ad altro di Altro. Una città che ha forme sinuose di donna, ma anche quelle di un amore amputato, un amore impossibile, rubato, desiderato, un amour fou. Una matrice cristallina e insieme decadente fra disquisizioni dinamiche e relazionali in cui il corpo-mente trascina dentro il fuori controllo di sé, della propria vita adulta e consenziente verso le trappole del perturbante. Pessoa, in questo romanzo è ed ha, il ruolo di un medium, una sorta di convitato di pietra però nominato e presente in maniera ossessiva quale specchio ustorio fra Vita, giovane donna di Lisbona, e il suo alter ego al maschile, italiano, studioso del forse più grande scrittore europeo del Novecento, che insegue sulle tracce di Ofelia e di sé stesso, in una pericolosa deriva identitaria, percorrendo e ripercorrendo dentro un gioco multiplo di specchi i Bairros ed in una manciata di ore, il gioco di seduzione, intrigante e un po' masochistico. Ma qui non vogliamo spoilerare. Una struttura, complessa ma resa efficace dallo stile di scrittura molto godibile, quasi drammaturgica, del romanzo, tanto che chi è stato a Lisboa e più volte, si riconosce negli spazi e nelle atmosfere sulla scia dei misteri letterari e poetici del portoghese Pessoa. E anche di Paolo Ruffilli. Centrale l'epistolario fra Pessoa e Ofelia dove risuonano i versi Le lettere d’amore sono ridicole. Nonché la Nota di lettura in calce del 2012 di Antonio Tabucchi Il romanzo è dedicato a Henrique Dinis da Gama, Herberto Hélder e Antonio Tabucchi. Tabucchi, di cui è in Nota dell'Autore il libro Fuochi di Lisbona, dedica del romanzo Fuochi di Lisbona da prima stesura del 2012, pag.169. Tutte le citazioni di Pessoa sono state dall'Autore tradotte sulla versione definitiva delle opere pubblicate dalla casa editrice Attica di Lisbona e sono date tutte in corsivo nel testo.

lunedì 17 febbraio 2025

RECENSIONE è su RUMORSCENA di ROBERTO RINALDI SCENE DA UN MATRIMONIO IL TEATRO DI GIOVANNA DADDI E DARIO MARCONCINI Titivillus - Collana Altre Visioni (Teatrino dei Fondi/Titivillus Mostre Editoria, Corazzano-Pisa novembre 2024, pagine 194, Euro 20, di Gianfranco Capitta e Carla Pollastrelli renzia.dinca Pontedera (Pisa). Con in copertina il logo dello spettacolo, memorabile, coprotagonisti la coppia Daddi–Marconcini al Teatro di Buti in MiniMacbeth (2001, scatto fotografico di Massimo Agus, anche fotografo in Carcere Volterra per lavori di Armando Punzo, Premio Biennale Teatro Venezia alla carriera e premio Presidente della Repubblica per meriti di teatro sociale coi detenuti 2025), è uscito il volume edito da Titivillus dal titolo bergmaniano Scene da un matrimonio. Il libro è firmato dal giornalista e critico teatrale Gianfranco Capitta e da Carla Pollastrelli, fondatrice storica del Centro internazionale Jerzi Grotowski di Pontedera, anche traduttrice dei testi del maestro polacco. Il volume si compone dei paragrafi e sezioni: Un lungo viaggio, Altri mondi. conversazioni con Giovanna Daddi e Dario Marconcini, Nota finale, Immagini di un viaggio teatrale, Le opere dal 1984 al 2022 e Sguardi critici. Giocando, forse un po' ironicamente, sul titolo del noto film dello svedese Ingmar Bergman che di cinema e teatro è un’icona universale, si ripercorrono le tappe del lungo percorso della coppia nella vita e nel teatro e si parte (o riparte) da uno spettacolo decisivo, rovesciando, temporalmente, le biografie dei due protagonisti: quando   Il 18 aprile 2018 al Teatro Era a Pontedera, debuttava Quasi una vita per la regia di Roberto Bacci con drammaturgia di Stefano Geraci e Roberto Bacci. Il volume, come da seconda di copertina “ non è un saggio, ma il racconto del lungo viaggio teatrale” della coppia, coppia anche nella vita, descritta come peculiare per la passione, associata all’intelligenza con cui i coniugi teatranti hanno attraversato e insieme, sessant’anni di avventure di teatro, Dario come attore, regista e drammaturgo formatosi al CSRT (Centro per la Sperimentazione e Ricerca Teatrale), per decenni e ancora attuale direttore artistico del Teatro di Buti (Pisa), Giovanna Daddi come attrice e non solo, protagonista e ispiratrice di tanti spettacoli in qualità e bellezza, in una modalità di coppia unica più che singolare nel panorama italiano, che ha incrociato esperienze di altissimo interesse culturale per il Teatro del nostro Paese e internazionale di qualità, come testimoniato da recensioni della critica nazionale ed internazionale. Ma ha anche intrecciato esperienze legate più strettamente alla toscanità popolare come quelle dei maggianti, rese vitali e pregnanti della tradizione toscana dei canti in ottava al Teatro di Buti e in Maremma. Nella prima parte del libro intitolata Un lungo viaggio, gli autori Pollastrelli e Capitta, ripercorrono le tappe della davvero lunga storia di Giovanna e Dario. Una doppia biografia ad incrocio, entusiasmante per la ricchezza delle esperienze, gli incontri cercati con eccezionale vivace curiosità, tenacia e passione. Vi si narra delle prime pratiche teatrali di Dario adolescente fra Pisa e Pontedera, in doppio specchio con l’innamoramento e poi matrimonio con Giovanna da cui è nato il loro figlio. Nella sezione Interviste si parla di MiniMacbeth scritto da Andrea Taddei in una riduzione proprio per Giovanna e Dario, testo che risale al 1975. Qui si narrano particolari della vita della diabolica coppia shakesperiana: il re e la regina, il pranzo, il morto ucciso sotto il tavolo, le streghe pazze, la danza, le foglie, la foresta, Gulliver, la maestra balinese le vicende personali “in questa casa devo fare tutto io “spegniti, spegniti breve candela, l’armatura, la maschera: si doveva rifare il Macbeth. E poi di un lavoro molto importante curato dal regista con la svolta minimalista nella sfida di Pinter: un più recente salto di qualità compiuto, forse un po' a sorpresa per il pubblico e la critica da parte di Dario, che era stato diretto da Paolo Benvenuti in cinema e teatro e da Jean–Marie Straub, personalità ospite straordinario a Buti. Dopo una carriera di incontri: da Ruggero Jacobbi al Piccolo di Milano, Ugo Betti, Roberto Bacci, il Living, l’Odin Teatret con Eugenio Barba, Moreno e lo psicodramma, Stanislavski. e poi Marisa Fabbri, Paolo Pierazzini, Cieslak, Paolo Billi, Fabrizio Buscarino, Leontina Collaceto. Nella sezione Interviste un'altra testimonianza preziosa, a puntate, sul lavoro di Giovanna e Dario. Inizia col lavoro Un’avventura di teatro e di vita appassionante che ha portato la coppia anche ad intraprendere innumerevoli viaggi dall’Africa all’Asia, continenti percorsi in lungo e in largo alla ricerca di emozioni e di compagni di viaggio da conoscere e poi invitare a Pontedera, la città della Piaggio, dove Dario ha ereditato dal padre una azienda e dove ha sempre lavorato. La coppia Giovanna e Dario sono un esempio significativo e molto emblematico del teatro del secondo Novecento italiano. E Scene da un matrimonio, un documento importante, brioso nella ideazione e scrittura a quattro mani di Pollastrelli e Capitta di e insieme appassionante per uno studente, da consigliare a chi oggi si iscrive a Lettere e vuole seguire i corsi di Storia del Cinema e di Teatro. da consigliare ai giovani aspiranti attori, a tutti quelle e quelli che amano il teatro e la cultura Solo pochi giorni fa Giovanna e Dario al Teatro di Capannoli (Pisa) erano in scena in un delizioso reading dedicato a Prévert e Bob Dylan accompagnati dai musicisti alle chitarre Andrea Lupi (ex allievo e attuale direttore artistico del Teatro) e il percussionista Valerio Perla. Uno spettacolo (prodotto dal Teatro del Bosco in prima nazionale), gustosissimo e per niente nostalgico perché la scelta dei testi tratta da antologia di Fernanda Pivano sulla beat generation, ha riscontri di notevole attualità come anche dimostrato dal pubblico di giovani in sala gremita. fra le altre canzoni lette dette di Prévert Questo Amore e poi Barbara, I ragazzi che si amano e da Dylan Blowing in the wind, Like on a Rolling Stones Un delizioso omaggio a Prévert e Bob Dylan, al Teatro di Capannoli (Pisa), da parte di Giovanna Daddi e Dario in perfette godibilissime sinergie dei musicisti e degli interpreti in ritmo, energia e bellezza attuale e profonda di senso in tempi di terza guerra mondiale