FESTIVAL CONTEMPORANEA PRATO
Bacchae- prelude to a purge di e con Marlene Monteiro Freitas
Bacchae- prelude to a purge di e con Marlene Monteiro Freitas
renzia.dinca
PRATO
Spiazzante
ma niente affatto deludente anzi proprio per questo entusiasmante,
questo Bacchae,
lavoro in
ensemble
che ha vinto il Leone
d'argento
alla Biennale
di Venezia
lo scorso anno. Fra le tante-troppe forse, performance del corpo e
col corpo, in un frastuono di miscellanee performative specie dentro
festival e/o contenitori pubblici (e privati), dove la
contaminazione video-voce-corpo e chi più ne ha piu ne metta, è a
volte aria fritta e spesso frutto di improvvisazione etero guidata,
ecco che il lavoro della capoverdiana Marlene
Monteiro Freitas si
presta ad una sana e inventiva aria di freschezza scientifica, come
quando si apre una finestra di casa dopo un periodo di quarantena.
Lo spettacolo era dentro l'ultima proposta di Contemporanea,
l'arte in mezzo ai crolli, diretta
da Edoardo
Donatini in
una edizione intitolata Vivere
il tempo del crollo. Freschezza
per l'originalità del plot e scientificità per l'esattezza nel
senso di Italo Calvino delle partiture dei soggetti in scena e nella
loro relazionalità complessa. Una sorta di lucida follia dove ogni
gesto suono costruzione coreografica sul palco e fuori fra gli
spettatori in poltroncina di Teatro
Metastasio, per
ben due ore e piu, mai cessa di stupire. Cinque trombettieri piu
sette danzatori, quattro uomini e tre donne imbastiscono una
partitura musicale performatica per quadri dove ogni singolo brano
sonoro registrato (pezzi da repertorio dal samba a musica classica)
e commentato dal vivo dai fiati e di rumoristi, fa da sottofondo ad
azioni sceniche dove gli indiavolati satiri e le menadi (il lavoro
prende spunto da Euripide
de Le
Baccanti),
si cimentano in prestazioni fra il ginnico ed il mimo. Davvero
insolito l'uso funzionale degli oggetti: leggii e aste di microfoni
sparsi sulla scena diventano strumenti per creare immaginari di vite
comuni: da scudi a spade a ombrelli, da fucili a macchine da
scrivere in un crescendo di mirabolanti azioni perfettamente
integrate e pensate al millimetro degli spazi a disposizione. I
diversi quadri sembrano rimandare a scene delle vite di ognuno di
noi nel nostro mondo occidentale. Si va dal carnevale (forse
carioca-simil o Viareggio-Venezia o disco dance da Thanks god its
Friday), alla vita dell'ufficio, alla guerra nelle prime tre scene.
e poi arriva suono di sirena sarà ambulanza o fine turno in
fabbrica, magari quella informatica-una nuova selvaggia e mondiale
servitu. E guarda caso un quadro è procreazione di cinesi o
cineserie (proiettata in realismo in bianco e nero sullo sfondo),
come passaggi naturali delle nostre esistenze nelle diverse età
della vita. Ma di chi? di quali etnie?il tutto condito con una
energia non da vecchio continente che poco ha di occidentale, ora, e
di tragico malgrado lo spunto euripideo. Il tutto è energia
dionisiaca allo stato puro come (forse), da interpretazione del
nostro Autore mediterraneo, lui Euripide, caso letterario teatrale
di ispirazione della capoverdiana Monteiro. Insomma: la fiesta
continua.nella zona dove il grottesco si mescola alla vita
con Andreas Merk, Betty
Tchomanga, Cookie, Claudio Silva, Flora Detraz, Goncalo Marques,
Guillaume Gardey de Soos, Johannes Krieger, Lander Patrick, Marlene
Monteiro Freitas, Miguel Filipe, Tomas Moital e Yaw Tembe
luci e spazio Yannick Fouassier
suono Tiago Cerqueira
attrezzeria Joao Francisco
Figueira e Luis Miguel Figueira
Produzione P.OR.K Lisbona
Premio Leone d'Argento alla
Biennale Danza 2018 a Marlene Monteiro Freitas
Visto a Prato- Teatro
Metastasio a Contemporanea Festival, il 29 settembre 2019