renzia.dinca
FESTIVAL INEQUILIBRIO
FORMIDABILE PIER GIUSEPPE DI TANNO
FORMIDABILE PIER GIUSEPPE DI TANNO
Castiglioncello (
Livorno)
Un Uomo Ragno col viso coperto da una maschera e una tuta in sexy latex rigorosamente black.
Sta sopra una struttura leggera ad una discreta altezza fra cubo da disco e
sospensioni da palestra modello coatti. Il suo corpo-macchina è perfetto, come
anche la corrispondenza corpo-voce. Risulta stupefacente la performance dall'alto di quel piccolo spazio
di pochi centimetri quadrati rispetto alla prova vocale in cui si cimenta-in
solitaria, nientepopodimenoché con Pirandello e i suoi Sei Personaggi in
cerca d'autore. Lui è il settimo. Si perchè a lui è consegnata l'intera
macchina da guerra-sintetizzata, dei dialoghi, didascalie, implosioni, affioramenti di Personaggi (fra
cui in particolare il Capo comico e la Ragazza), di e da riscrittura
dell'intera drammaturgia pirandelliana per il lavoro: Sei. E dunque,
perchè si fa meraviglia di noi?. Il lavoro originario era
stato predisposto per il Festival di Chiusi per cui erano state aperte le selezioni per sei dei Personaggi, come da
copione. Questo progetto è andato a monte. E ripresentato ex novo allo storico Festival Inequilibrio
di ARMUNIA, diretto per molti anni da Massimo Paganelli ed ora
da Angela Fumarola e Fabio Masi a Castiglioncello. Ed ecco
che nella narrazione-tutta a
prova atletica e ri-scrittura per un solo Personaggio(che ha trovato il suo
Autore in Latini), l'attore performer Pier Giuseppe Di Tanno (diretto magistralmente
dallo stesso Roberto Latini per la Compagnia
Fortebraccio, musiche di Gianluca Misiti, luci di Max
Mugnai), inscena un canto ed il
controcanto di una pièce che lascia lo spettatore senza fiato. Sì perchè la
complessità dei piani narrativi anche meta-teatrali che si involvono e vanno a pescare
nell'odierno generalizzato ormai ventennale mischiamento di generi di tanta
cosiddetta avanguardia, lascia anche qualche perplessità, per esempio sul
finale dove compare l'amletico monologo essere o non essere con
tanto di gorgiera viola-blu sul collo del “Ragno” e poi quell'immersione
dell'attore nella vasca con schiuma allo champagne da Marilyn Monroe che lascia
un senso di horror vacui. tuttavia il piano di lavoro lascia lo
spettatore incantato e senza fiato per
la capacità tutta artistica di ri-pensare e ri-attualizzare una tragedia che
umana è e soprattutto non cambia di registro nella riscrittura, per la
drammaticità dei temi pirandelliani di riferimento e tratteggia anche, forse,
il tema della sofferenza psichica legata alla diversità, alla non omologazione
con rimando alla complessità dei tempi. Compresa quella della riflessione
sull'essere Attore sulla scena italiana, oggi. Questo tema ricorre nei momenti
topici della narrazione: è come quando nel monologo tutto interiore
esteriorizzato, quasi psicoanalitico tra la Figlia e il Padre, traslati in
forma essenziale ma non ludica anzi, sulla
bocca-corpo Ragno dell' attore-io narrante, si apre una dimensione
maschera tragica greca impressionante fra postura e gioco lessicale, mentre si
dice del misfatto letterario, per poi lasciare spazio al respirare per prendere
tempo- anche rispetto una prova fisica attoriale non indifferente. E qui si apre l'orizzonte scena-luci sul
retro-scena che si spalanca su un fondale bianco-torrido- atrofizzato, dove una
macchina del vento restituisce un po' di movimento, di vita anche se
immonda-che fa da eco alla narrazione. Un po' di frescura anche per il pubblico
che è in cardiopalma per la tensione caleidoscopica dell'evento davvero di raro
fulgore, e che in genere in quello spazio della tensostruttura dello spazio di
Castello Pasquini con le sue appendici, a volte faceva piegare dalla calura. Notevole l'uso sinergico delle luci-come del
sonoro, che segnano dal corpo allo spazio, i passaggi topici della narrazione
mentre l'Attore si muove sulla postazione, come una scimmia in piena giungla da
palcoscenico. In finale Di Tanno scende dalla postazione e si gioca gli ultimi
minuti prima e dentro la vasca, mentre sono proiettate alcune parole-chiave
quasi sottotesto del Testo e della neo ricerca laboratoriale di Latini fra le
quali: vergogna-straziante-idea-azione- proteso- giocare- io- muoio-
meraviglia- spegni. In loop. Lavoro criptico questo SEI, fin dal Titolo
che trasporta chiaroscuri
metalinguistici e dal fortissimo impatto emotivo ed estetico.
ARMUNIA – Festival Inequilibrio
Produzione Fortebraccio
drammaturgia e regia Roberto Latini
con Pier Giuseppe Di Tanno
musica e suoni Gianluca Misiti
visto a Castiglioncello festival Inequilibrio, il 5 Luglio 2018