domenica 26 novembre 2017


renzia.dinca Porcari (Lucca). E’ partita la stagione SPAM 2017 Sguardi oltre i confini -La danza italiana che guarda l’Europa. SPAM-la rete per le arti contemporanee, con sede nei pressi di Lucca, diretta dal coreografo danzatore e formatore Roberto Castello, è partita in concomitanza con Lucca Comics & Games, la manifestazione internazionale del fumetto, seconda solo a Tokio per il numero di presenze. Il gruppo ALDES nato da un’idea di Roberto Castello, dal 1993 produce e promuove opere di sperimentazione coreografica di contaminazione fra diverse discipline. Attualmente gli artisti presenti in ALDES sono: Caterina Basso, Andrea Cosentino, Aline Nari, Stefano Questorio, Giselda Ranieri, Irene Russolillo, Giacomo Verde, Francesca Zaccaria oltre allo stesso Roberto Castello. Aldes- si legge nel volantino consegnato alla prima della nuova stagione “è un progetto politico, un esperimento di gestione responsabile della cultura e dell’azione artistica e del rapporto con il territorio”. Alla prima abbiamo anche avuto una brochure che è un manifesto programmatico: Le ragioni di un nuovo spazio teatrale pubblico, firmato dal Comitato per un Nuovo Spazio Teatrale per la città, un gruppo di cittadini che chiede e documenta la necessità di uno spazio teatrale pubblico a Lucca dopo la mancata realizzazione dell’apertura della Cavallerizza. A partire dal 2008 ALDES cura il progetto SPAM che ospita in un capannone nelle zone delle famose cartiere di Porcari, residenze artistiche internazionali di giovani compagnie e una programmazione multidisciplinare di spettacoli, workshop, attività didattiche e incontri, sostenuto dalla Regione Toscana col progetto Residenze artistiche e culturali nato nel 2013 che comprende 23 strutture fra le più significative presenti sul territorio toscano. La rassegna per sette settimane tutti i mercoledì porta a SPAM alcuni tra i più interessanti spettacoli italiani di danza contemporanea attualmente in cartellone con a seguire nella stessa serata lavori di improvvisazione di danza e musica dal vivo, secondo un consueto e collaudato modello di proposta per il pubblico affezionato. Ha aperto la rassegna il 1 novembre The Speech di Irene Russolillo in collaborazione con la coreografa belga-argentina Lisi Estaras. A seguire Dance performance & Live Music con Stefano Questorio ed Elisa D’Amico e le percussioni di Daniele Paoletti musicista che collabora col cantautore livornese Bobo Rondelli. Terzo appuntamento 2017 di SGUARDI OLTRE I CONFINI La danza italiana che guarda l’Europa di SPAM Good art is Healthy è stato R.OSA_10 esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi/ La Corte ospitale con Claudia Marsicano e A corpo libero di e con Silvia Gribaudi/ La corte ospitale. In The Speech Irene Russolillo instaura un quasi onirico rapporto con lo spettatore attraverso microfono e parole (tratte da Autoportrait di Edouard Levé)- una tessitura testuale di suggestioni sulla caduta e sul vuoto, e azioni che le rappresentano icasticamente in forma essenziale e netta. Il lavoro che ha debuttato a Roma, è ricco di implicazioni sonore e visive e condensa una linea felice ed originale avviata dalla giovane performer e danzatrice che col corpo-voce disegna in modo delicato un percorso di comunicazione sottile fra sé ed il pubblico evocativo e poetico di memorie e storie che possono appartenere al singolo ma che possono far identificare lo spettatore dentro topoi esistenziali di forte presa emotiva. Il duo Questorio-D’Amico in improvvisazione con il percussionista Daniele Paoletti narra nello spazio scenico, di incontri fra un uomo e una donna che sfociano in allontanamenti e ritrovamenti di forte impatto. Travolgente la sonorità e timbrica del musicista. A proposito dei due lavori al femminile di mercoledì 15 novembre R.OSA con Claudia Marsicano performer premio UBU 2016 come miglior attrice under 35, diretta da Silvia Gribaudi e A corpo libero di e con la stessa Gribaudi, è apprezzabile la messa in gioco di due corpi che investono sulla scena su un dirompente fattore ironico ed autoironico, trasgredendo con complice e smaliziata consapevolezza tutti i codici più consueti datati, forse, ma certamente sempre ancora in vigore che riguardano la danza e i corpi dei danzatori ma anche la gestione della corporeità della donna nelle diverse età della vita e nella trasformazione del soma. In un mondo dove il modello Barbie magari di plastica, è sempre onnipresente nell’immaginario di madri e figlie (e di padri e fidanzati-principi azzurri), lo smascheramento impudente a cui da anni ci ha abituati Silvia Gribaudi ( lo spettacolo A corpo libero è del 2009 e ha avuto molti premi e riconoscimenti a cominciare da Premio Giovane danza d’autore Veneto), riporta la fisicità femminile dentro la materia, quella che quasi sempre la danza sceglie di non rappresentare in nome di una poetica della bellezza eterea e confortante allo sguardo di modelli di corpi femminili solo magri oppure molto muscolosi. In particolare Claudia Marsicano nella felice collaborazione sulla linea della coreografa Gribaudi ( che ha creato corsi di danza per donne over sessanta), stupisce per la versatilità con cui gioca col proprio corpo, un corpo che rimanda alle immagini e sculture di Botero. Un corpo da cui mai ci si aspetterebbe appunto una lezione di virtuosismi fisici mentre assistiamo invece a un piccolo trattato quasi in forma di lezioni da trainer da corpi allenati e patinati da palestra vip. La performer buca la quarta parete e coinvolge il pubblico nella sua esibizione scatenando spesso ilarità nel pubblico ma non si tratta di manifestazione sarcastica, anzi. E’ la spoliazione di pregiudizi artificiosi e spesso in funzione di corpo idealizzato dato in pasto a mode diete e mercificazione della identità femminile. The speech Interprete Irene Russolillo Trattamento audio Spartaco Cortesi Disegno luci Valeria Foti Produzione Fondazione musica per Roma Testo ( adattato) di Edouard Levé ( Autoportrait) R.OSA dieci esercizi per nuovi virtuosismi di Silvia Gribaudi Coreografia e regia Silvia Gribaudi Performer Claudia Marsicano Produzione Silvia Gribaudi performing arts e la Corte ospitale- Rubiera A corpo libero di e con Silvia Gribaudi Produzione La Corte ospitale-Rubiera Visti a Porcari (Lucca), spazio SPAM il primo e il15 novembre 2017

sabato 18 novembre 2017


www.teatrodellatoscana.it Firenze, 17 novembre 2017 Cinque gruppi di cittadini in dieci incontri per sviluppare desideri e utopie, fino a descrivere (quasi a disegnare) un nuovo ideale di Scandicci. LA CITTÀ VISIBILE è un progetto ideato dall’Accademia dell’Uomo della Fondazione Teatro della Toscana e promosso dal Comune di Scandicci. Sabato 18 novembre, ore 21, va in scena una conferenza-spettacolo al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’: grazie all’approccio multidisciplinare di facilitatori e trainer, attraverso l’utilizzo di video, immagini, confronti filosofici ed estetici, attraverso la mimica del corpo dedotta dal Metodo di Orazio Costa e le tecniche del coaching, i cittadini sono stati chiamati a immaginare la città di domani. Il futuro di una città si traccia attraverso processi di confronto e valutazione non solo tecnici, ma anche culturali. Su tali processi e importante generare dibattiti, idee, valori che provengono da chi il territorio lo vive ogni giorno con le proprie esigenze ed esperienze. L’ingresso all’evento è libero fino a esaurimento dei posti disponibili. Prenotazione online obbligatoria su www.teatrostudioscandicci.it/invito-citta-visibile/ Un vero esperimento di democrazia, il punto di connessione tra cittadini e l’immaginazione del futuro dello spazio urbano che vivono ricercato attraverso lo strumento del teatro. Questo è, in estrema sintesi, LA CITTÀ VISIBILE, il progetto di partecipazione pubblica ideato dall’Accademia dell’Uomo della Fondazione Teatro della Toscana e promosso dal Comune di Scandicci, che chiude la prima parte del proprio percorso con una conferenza-spettacolo sabato 18 novembre alle 21 al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’. Inserito parallelamente alle iniziative che l’Amministrazione comunale di Scandicci ha realizzato nell’ambito del progetto “Una città per cambiare”, in occasione dell’aggiornamento del Piano Strutturale e dell’elaborazione del Piano Operativo (i nuovi strumenti che sostituiranno integralmente il Regolamento Urbanistico), il progetto LA CITTÀ VISIBILE parte da una “domanda consueta”, per dare una risposta inedita: l’interrogativo su come si possano inserire i cittadini nel processo di pianificazione dell’immagine ventura della città è risolto facendo apparire sulla scena, è il caso di dirlo, lo strumento del teatro. Alle consuete riunioni di gruppi di lavoro attorno a un tavolo, all’elenco di dichiarazioni e parole chiave si sostituisce un lavoro sull’espressione fisica, sulla fantasia, sul recupero del contatto con la città e con concetti spesso dimenticati come quello di bellezza. Questo grazie all’Accademia dell’Uomo, lo strumento che il Teatro della Toscana ha basato proprio al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ come costola del suo Centro di Avviamento all’Espressione per indagare i possibili utilizzi che il teatro, e in particolare il Metodo Mimico di Orazio Costa che la Fondazione impiega come proprio principio formativo, può avere nel miglioramento della vita quotidiana di donne e uomini, magari ibridato con altre discipline, a partire dal coaching. Guidati dall’ideatore Iacopo Braca, assistito dagli insegnanti CAE Marisa Crussi, Alessandro Scaretti e Michele Redaelli, con la supervisione del Responsabile della formazione del Teatro della Toscana Pier Paolo Pacini, cinque gruppi di cittadini, attraverso un percorso di dieci incontri, hanno sviluppato desideri e utopie, fino a descrivere un nuovo ideale di città. Hanno percorso in lungo e in largo Scandicci e i dintorni, come per riappropriarsene; ne hanno ricostruito la storia, rappresentandola quasi graficamente sul palcoscenico; hanno scavato nel loro voler essere cittadini attivi, cercando fantasia e nuove motivazioni. Il teatro è stato il veicolo scatenante di una catena di riflessioni, e la chiave per aprire la porta di un reale momento di democrazia non legato al solo contingente, ma capace di trovare il particolare nell’ambito di una visione più elevata e generale. La conferenza-spettacolo di sabato 18 novembre, che prevede la partecipazione dei cittadini coinvolti e degli attori diplomati della Scuola ‘Orazio Costa’, è articolata in cinque quadri diversi. Quattro sono legati a una parola d’ordine – Bellezza, Emozioni, Tempo, Visioni – utile a spiegare il lavoro fatto. L’ultimo veicolerà le domande che sono il risultato degli incontri, e anche l’impegno che viene consegnato all’Amministrazione. LA CITTÀ VISIBILE non si ferma qui. Il laboratorio proseguirà come forme di impegno comune e collettivo, per essere officina attiva e cassa di risonanza del processo di cambiamento della città. L’Accademia dell’Uomo al Teatro Studio ‘Mila Pieralli’ L’Accademia dell’Uomo è un centro di formazione che può essere propedeutico all’attività teatrale, ma che soprattutto esplora in generale le possibilità espressive, creative e comunicative dell’essere umano. Unisce il Metodo Mimico di Orazio Costa insieme al coaching ed altre discipline legate al mondo della formazione esperienziale, che si focalizzano sulle competenze umane (comunicazione, intelligenza emotiva, relazioni interpersonali, empatia, gestione dello stress, leadership). Il Metodo Mimico di Orazio Costa nasce nell’ambito teatrale, ma è stato da sempre applicato anche in ambiti diversi, quali l’educazione giovanile (emotività e creatività) e lo sviluppo delle capacità espressive degli adulti, e ha avuto anche applicazioni in ambiti relativi alla comunicazione. Il coaching è una strategia di formazione che lavora principalmente sulla relazione e aiuta a raggiungere obiettivi desiderati e performance eccellenti, mantenendo un costante equilibrio psicofisico. L’obiettivo generale dell’Accademia dell’Uomo è il recupero e lo sviluppo di un naturale istinto espressivo, sia comunicativo che emotivo, e di fornire strumenti utilizzabili concretamente negli ambiti della creatività, della gestione dell’emotività e della comunicazione, da utilizzare sia in ambito teatrale che professionale e personale. L’Accademia organizza corsi per aziende con l’obiettivo di perfezionare la capacità comunicativa, allenare la relazione con sé stessi e gli altri, per costruire un’ambiente di lavoro etico che metta al centro lo stato di benessere del gruppo di lavoro. La città dei miti sono i percorsi formativi per la stagione 2017/2018. Non esiste cultura o civiltà sul nostro pianeta che non abbia sviluppato un proprio originale complesso mitologico. Figure mitiche e leggende hanno dato vita alle relazioni profonde di ogni civiltà, per costruire sia il tessuto psicologico che quello urbano. Il linguaggio del mito permette oggi di riscoprire le nostre radici e poter leggere il presente così da immaginare il futuro. Sono previsti tre percorsi. COMUNICARE ATTRAVERSO I MITI _ corso base Il percorso è finalizzato allo sviluppo di una più consapevole ed efficace capacità comunicativa oltre a una maggiore consapevolezza dell’aspetto cognitivo e comportamentale legato al movimento espressivo e al rapporto tra postura ed espressione di sé. Il corso è aperto a tutti e prevede 25 incontri il lunedì ore 20-22:30 da novembre a giugno. I MITI DEL FUTURO_ incontri di crescita professionale per giovani dai 18-25 anni. Appuntamenti dedicati alla riflessione sul rapporto tra i giovani e il mercato lavorativo. Un percorso di crescita professionale per ragazzi che vogliono creare una relazione attiva, consapevole e personalizzata con il mondo del lavoro. Il corso è gratuito e prevede 8 incontri dal 23 novembre al 21 dicembre. RACCONTARE I MITI_ laboratorio espressivo per over 65 Incontri dedicati alla costruzione di un racconto della Città Metropolitana, attraverso i ricordi e le immagini della memoria personale. I partecipanti lavoreranno sulla capacità comunicativa del gesto e della parola. Attraverso i loro ricordi, aneddoti, riflessioni, costruiranno un racconto che unisce il loro vissuto della Città incrociandolo con figure archetipiche. Il corso è gratuito e prevede 8 incontri fino al 5 dicembre. Coordinatore dell’Accademia è Pier Paolo Pacini, coadiuvato da Iacopo Braca. Il Centro di Avviamento all’Espressione Il Centro di Avviamento all’Espressione, il Centro di didattica espressiva e teatrale che Orazio Costa aprì nel 1979 presso il Teatro della Pergola, ha rappresentato il punto di arrivo del lavoro di Costa sulla pedagogia teatrale e sullo studio dell’espressione, della creatività e della comunicazione; un lavoro che ha impegnato tutta la sua vita, dalle prime esperienze come assistente di Jacques Copeau, fondamentali per l’elaborazione della sua metodologia didattica, e poi attraverso gli anni di insegnamento all’Accademia di Arte Drammatica ‘Silvio D’Amico’, dove ha formato i più importanti attori della storia del teatro italiano dal dopoguerra agli anni Novanta. L’attività del Centro comprende: Scuola per Attori ‘Orazio Costa’ destinata a coloro che intendono intraprendere professionalmente il mestiere dell’attore. È una scuola con struttura biennale che ha come base didattica il Metodo Mimico, ma si avvale anche del contributo di altre metodologie. Il corso è finalizzato a sviluppare, per mezzo di un rigoroso insegnamento, le capacità tecniche e creative individuali necessarie all’attività professionale. Corsi di Avviamento al Teatro destinati a coloro che sono interessati a conoscere le basi del Metodo Mimico e a intraprendere un percorso di introduzione al lavoro dell’attore. Sono corsi aperti a tutti in considerazione della loro valenza educativa e formativa, finalizzati sia al recupero dell’espressività naturale dell’individuo, per lo sviluppo delle sue potenzialità di apprendimento, creative e di comunicazione, che a un primo incontro con il mondo attoriale. 1° ANNO Introduzione all’Istinto Mimico. Per coloro che non hanno mai partecipato a corsi teatrali del Teatro della Pergola. I corsi proposti sono: - studenti scuole superiori: lunedì ore 15 / 19-40 anni: martedì ore 21 oppure giovedì ore 21 / over 40: lunedì ore 19.30 Programma didattico Primi incontri dell’allievo con l’esperienza mimica, affinamento dell’apparato fisico e inizio dell’uso della voce con un primo studio di un testo. 2° ANNO Verso la preparazione dell’attore. Per coloro che hanno frequentato un 1° Anno Introduttivo o un Corso di Metodo Mimico del Teatro della Pergola. I corsi proposti sono: - studenti scuole superiori: mercoledì ore 15 / 19-40 anni: venerdì ore 21 / over 40: giovedì ore 18.30 oppure mercoledì ore 19.30 I corsi dell’Anno Realizzativo possono essere ripetuti più volte: ogni anno il lavoro sarà effettuato su un tema specifico. Programma didattico Approfondimento del lavoro mimico e dell’uso della voce. Approccio all’interpretazione del testo con l’utilizzo del lavoro già effettuato attraverso la mimazione e la vocalizzazione. Inizio del lavoro formativo per l’interpretazione attoriale attraverso lo studio della drammaturgia nella sua struttura elementare. Oltre ai corsi tradizionalmente presentati, quest’anno è previsto un nuovo progetto, un corso non prettamente teatrale, che affronta il tema del rapporto tra il Metodo Mimico e le neuroscienze. Direttore del Centro è Pier Paolo Pacini.

martedì 7 novembre 2017


Residenze artistico-teatrali, la Toscana racconta i suoi 'avamposti culturali' 7 novembre 2017 | 12:15 Scritto da Walter Fortini   FIRENZE - Un modello assolutamente da valorizzare: una ‘casa' offerta ad operatori e artisti che casa non hanno, in molti casi giovani artisti, e che diventa luogo di produzione, rappresentazione ma anche di formazione. Di più: uno snodo e punto di incontro tra arte e comunità, con benefici per entrambi, opportunità di crescita professionale ma anche civile e sociale. "Sulle residenze artistiche abbiamo avviato un lavoro tre anni fa e vogliamo portarlo avanti" premette l'assessore alla cultura e vice presidente della giunta regionale toscana, Monica Barni. Le residenze artistiche sono, nei numeri toscani, qualcosa in effetti che nelle altre regioni non esiste: un'eccellenza, ‘avamposti culturali in tricea' di un lavoro che mette insieme qualità e prossimità. Ma sono anche una delle tante tessere capaci di garantire una diffusa accessibilità alla cultura, che è un po' il fil rouge, trasversale, dell'azione portata avanti dall'assessorato dall'inizio della legislatura. All'incontro oggi a Palazzo Strozzi Sacrati a Firenze  - gremita la sala Pegaso - assieme alla Regione e ai rappresentanti degli spazi teatrali ‘abitati'  c'erano anche l'Anci, l'associazione dei Comuni toscani, e tanti amministratori. Tutti riconfermano la volontà di proseguire nel progetto che ha dato finora buoni frutti. "Sulle battaglie culturali mi piacerebbe un fronte comune di tutte le forze politiche" rilancia Simone Gheri per i Comuni. "L'abitudine alla cultura si costruisce dal basso e lavorando sul territori" ricorda Barni.Di progetto innovativo e scommessa 'glocal' - "espressione di democrazia partecipativa", perchè non solo si producono spettacoli ma si fa anche animazione dei territori, con le comunità che le abitano - parla Renzo Boldrini, stamani nelle vesti di coordinatore della residenze artistiche toscane. Numeri di successo e sostenibilità economica L'iniziativa, mentre sta per partire l'ultima stagione del triennio 2016-2018, diventa così l'occasione per fare il punto e raccontarne i numeri: a partire dal volume d'affari complessivo e dalle risorse generate (5 milioni),  dalle produzioni in aumento e il pubblico anch'esso in crescita, e dalle risorse investite, più di 4,5 milioni di euro, la fetta più grossa dalla Regione (1 milione e 900 mila per ciascun anno dell'attuale triennio, distribuiti con un avviso pubblico) e una parte rilevante anche dai Comuni (950 mila). Di residenze artistiche in Toscana ce ne sono ventitré, diciotto singole e cinque multiple, animate da trentatré imprese teatrali che agiscono quotidianamente in cinquantasette spazi teatrali in convenzione con quarantatré diversi comuni. Ce n'è uno almeno in quasi tutte le province toscane. Un cantiere in continua evoluzione, vario al suo interno, mai autoreferenziale e capace di rimare collegato alle altre parti del sistema dello spettacolo: dai teatri pubblici e privati alle fondazioni regionali. Un mondo abitato da soggetti diversi per generi e discipline, capace di influenzare i territori ed esserne influenzato, con reti di progetto e un sistema aperto e inclusivo. Quando la vicinanza produce cultura "La prossimità e la vicinanza con i cittadini e la comunità che abita i territori ne sono il tratto distintivo - annota l'assessore Barni, mentre ricorda il documento identitario siglato dagli operatori delle residenze nei mesi scorsi – e sono espresse al meglio da un progetto diffuso, così come lo sono la capacità di dare ‘sostanza' alle differenze vocazioni, non solo artistiche, che costituiscono il Dna delle loro diversità". "Per la comunità i benefici sono enormi - prosegue Barni -. Uno su tutti: il moltiplicarsi di eventi culturali ad ampio raggio". "Naturalmente il progetto – annota – rivolge l'attenzione alle giovani compagnie e o i gruppi emergenti". Quindici residenze hanno dato opportunità di residenza ad oltre trenta compagnie e tredici (con 63 spettacoli programmati) hanno ospitato giovani compagnie. Spettacoli e spettatori I risultati sono incoraggianti. L'anno scorso, nel 2016, le residenze toscane hanno programmato autonomamente 1618, oltre l'11 per cento in più del 2015, e 127.049 sono state le presenze, con un aumento di più del 20 per cento. Ci sono stati anche altri 126 spettacoli che le residenze hanno programmato nei loro teatri in collaborazione con Fondazione Sistema Toscana. Sempre nel 2016 sono state inoltre organizzate 6242 giornate di laboratorio e attività d'incontro, formazione, promozione e diffusione delle culture teatrali ed altre 2.094 in cui i teatri si sono trasformati in una casa per il lavoro fra artisti e pubblico ospitando da tutta Italia e dall'estero artisti in residenze. Di più: sempre nel 2016 grazie alle residenze e la loro attività anche ‘ nomade' la produzione ‘made in Toscana' ha esportato in Italia e all'estero 2.190 aperture di sipario a cui hanno assistito 221.367 spettatori. Un ‘attività che complessivamente ha visto impegnate 1.114 persone tra artisti, personale amministrativo e tecnici, cumulando ben 42.782 giornate lavorative e diventando dunque anche occasione di sviluppo economico. Dunque avanti così. "Questi luoghi (ed altri) disseminati sull'intero territorio regionale costituiscono una grande ricchezza – spiega l'assessore – In quei comuni e in quelle frazioni dove il teatro svolge una funzione attiva ed abitata, le comunità si riconoscono e dialogano con lo spazio che viene a farsi 'casa' e abitudine alla frequentazione dell'offerta culturale". Qualcosa che si è consolidato ed è cresciuto con l'avvio del secondo triennio del progetto Residenze. "Il teatro si è rivelato ancora una volta un utile strumento per aggregare e contaminare, anche dal punto di vista dei linguaggi e delle lingue, altre realtà" sottolinea Barni, pensando anche alle tante comunità multietniche presenti nei territori. Quanto al futuro, prova a tracciare una rotta lungo cui costruire un sistema culturale in cui teatri, scuole, musei, biblioteche e ogni altro soggetto attivo possano davvero offrire un percorso per un rinnovamento del rapporto tra arti e cittadini. Rinnovare la scena insomma. Ed ampliare e diversificare i pubblici. Con un'accortezza ben evidenza: mettere al centro sempre il cittadino. Visto dalla platea Dalla  parte opposta al palco racconta la sua esperienza proprio una spettatrice, Vittoriana Francini di Arezzo, membra del gruppo "Spettatori erranti". "Tutto è nato da un volantino, quattro anni fa, ed ho scoperto il teatro -  ricorda -: la bellezza del teatro visto dall'interno, fatto di incontri e dialoghi con gli artisti prima e dopo la rappresentazione, la bellezza dei tanti spazi teatrali dei comuni della provincia che neppure sapevo che esistessero".   Come "spettatori erranti" vanno insieme a teatro e calato il sipario, in auto tornando a casa, iniziano i dibattito e le discussioni su quanto visto. Un esercizio di pensiero critico, con anche tanti giovani che si sono avvicinati ultimamente al gruppo. I trentatré titolari delle residenze toscane Giallo Mare Minimal Teatro Accademia Amiata Mutamenti ALDES Associazione lucchese danza e spettacolo Archetipo Armunia – Festival Costa degli Etruschi Attodue Bubamara Teatro CapoTrave Catalyst Chille de la Balanza Company Blu Consorzio Coreografi Danza d'Autore CON.COR.DA Diesis Teatrango Elsinor Kanterstrasse Katzenmache Kinkaleri Il Teatro delle Donne – Centro nazionale di drammaturgia Laboratori permanenti Murmuris NATA Nuova Accademia del Teatro d'Arte Officine della Cultura Officine Papage Pilar Ternera Sosta Palmizi Straligut Teatro Teatro Buti Teatrino dei Fondi Teatri d'Imbarco Teatro della Limonaia Teatro Popolare d'Arte Teatro Stabile di Anghiari Versiliadanza   I comuni coinvolti nel progetto delle residenze artistiche 12 in provincia di Arezzo: Arezzo, Sansepolcro, Monte San Savino, Lucignano, Castiglion fiorentino Bucine, Montevarchi, Bibbiena, Terranuova Bracciolini, Loro Ciuffenna, Anghiari, Cortona. 7 nella città metropolitana di Firenze: Firenze, Bagno a Ripoli, Barberino del Mugello,Vicchio, Sesto Fiorentino, Calenzano, Lastra a Signa. 4 nel comprensorio Empolese Valdelsa: Empoli (FI), Santa Croce sull'Arno (PI), Castelfiorentino (FI), Vinci (FI). 5 in provincia di Grosseto: Cinigiano, Castel del Piano, Roccastrada, Castiglion della Pescaia, Gavorrano. 3 in provincia di Livorno: Livorno, Castiglioncello, Rosignano Marittimo. 2 in provincia di Lucca: Lucca, Porcari. 7 in provincia di Pisa: Pisa, San Miniato, Capannoli, Fucecchio, Buti, Pomarance, Monterotondo Marittimo. 1 a Prato: Prato. 2 in provincia di Siena: Siena, Monteroni d'Arbia. 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venerdì 3 novembre 2017


Talora con gli occhi del bambino, talora assumendo le forme delle sue creature surreali, Savinio ha sempre comunque indagato il cuore ipocrita del “tipo italiano” ed ha sempre cercato nelle pieghe del sogno, dell’onirico e del visionario una prospettiva nuova per arrivare al cuore di una verità sempre scandalosa e per tanto rivelatrice .Il mio incontro con questo autore già avvenne circa quindici anni fa quando misi in scena un suo divertente testo intitolato la Famiglia Mastinu e nella stessa stagione ideai un lavoro che raccoglieva vari suoi scritti sotto il titolo “Il circo del Signor Dido”. Anni dopo con Marion D’Amburgo attraversammo la spinosa e potente scrittura scenica dell’autore italo / greco, tratta dalla Nostra Anima ( di cui realizzai una versione anche Radiofonica per RaiRadioTre ) e poi di nuovo Savinio toccò le corde del mio intelletto quando realizzai un recital tratto dal suo bellissimo libro : L’infanzia di Nivasio Dolcemare.Insomma per me Savinio resta un incontro folgorante .Questo suo voler disinnescare i meccanismi ipocriti borghesi, familiari è indicatore di una capacità sovversiva che la sua scrittura porta con sé e che oggi può rappresentare uno strumento di conoscenza e osservazione per un cambiamento profondo che la società italiana deve chiedere a sé stessa ; in questo costante “sconfinamento” risiede la ricchezza di senso della scrittura di Savinio. Egli ci invita, con ironia, a dissacrare noi stessi, le regole che come adulti ci siamo dati, conservando quello sguardo bambino, artistico, che possa illuminare il buio “del dolore del presente”Con il sostegno del Teatro di Buti affronto il suo testo teatrale più conosciuto e la prima cosa che di lui lessi ; lo faccio con una grande compagna di viaggio di tante avventure teatrali : Elena Croce.EMMA B VEDOVA GIOCASTA resta il cardine del teatro Saviniano, un punto di arrivo, un sunto della sua poetica ; questo testo, partendo dal rapporto madre / figlio, ridiscute con crudeltà un sistema di relazioni alla ricerca di una possibile verità che travalichi barriere, limiti e confini. " Alessio Pizzech